Principale Ambiente, Natura & Salute Si faccia in modo che i parenti possano assistere i malati

Si faccia in modo che i parenti possano assistere i malati

Si faccia in modo che i parenti possano indossare le protezioni come gli infermieri e assistere i malati

Gli ospedali devono aprire ai familiari. non una pletora di persone, ma una alla volta con modi e tempi compatibili con le esigenze dell’ospedale. Di Roberto Fronzuti

La questione che vogliamo nuovamente trattare in questo nostro editoriale riguarda la situazione degli ospedali, che abbiamo già trattato in passato (vedi L’Eco numero 8 del 16 settembre 2020, in prima pagina). Non spetta a noi il compito di indicare come si debbano risolvere i problemi strutturali degli ospedali. Noi vogliamo porre all’attenzione dei nostri lettori la questione della chiusura degli ospedali alle visite dei familiari.

San Padre Pio da Pietrelcina, quando inaugurò l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza (1956), parlando ai sanitari e al personale addetto all’assistenza, disse: “Vanno bene le medicine, ma ricordatevi che senza amore non servono”. Le medicine vanno date con amore; questo è l’assunto di Padre Pio.

In breve, occorre fare in modo che i familiari possano assistere i propri cari; non una pletora di persone, ma una alla volta con modi e tempi compatibili con le esigenze dell’ospedale. Se è importantissimo vivere, è anche fondamentale che la morte non avvenga in solitudine. Quanto è successo con le prime ondate del covid, non dovrebbe più accadere; è stato terribile vedere la colonna di camion militari cariche di bare, partire da Bergamo per trovare sepoltura nei cimiteri dell’Emilia Romagna.

Le vittime del covid, cremate in fretta e furia, se potessero  racconterebbero di una fine della propria vita in solitudine. Le nostre autorità, ma anche politici e virologi, si sono lasciati prendere dal panico e non hanno saputo gestire una fase di emergenza, con l’attenuante che si è stati colti di sorpresa. Ma adesso le cose si possono vedere dal punto di vista dell’esperienza acquisita. Ora sappiamo che con le dovute precauzione si potrebbe rimanere al capezzale dei propri cari, se ce lo consentiranno. E allora si faccia in modo che i familiari possano indossare tute e protezioni, al pari degli infermieri, e possano assistere i parenti.

Abbiamo raccolto la testimonianza di un nostro amico lettore, che ha potuto vedere la moglie per l’ultima volta attraverso una vetrata; tutto questo è disumano. Gli esperti dicono che dovremo convivere per anni con il covid; se le cose stanno così, bisogna che, sia pure con le dovute cautele, i familiari possano assistere i propri congiunti. Purtroppo, i soliti furbi, con la scusa del covid, trovano il modo per imboscarsi e non lavorare. Non è nostra intenzione generalizzare, ma con la scusa del covid, in Italia non funziona più nulla; gli uffici pubblici e in particolare i comuni determinano la paralisi. Fanno eccezione gli uffici postali. Se c’è ancora un’Italia che funziona, lo si deve ai lavoratori e ai milioni di piccole imprese private. Se è vero che dovremo abituarci a combattere a lungo con il virus, si aprano gli ospedali al pubblico; il governo ordini per legge di abolire la pratica disumana di non consentire di assistere i familiari e di lasciar morire i propri cittadini in solitudine.

La stragrande maggioranza delle persone riconosce l’importanza del ruolo dei medici e paramedici, ma la “regola di non disturbare il conducente” non deve prevalere; loro sono benemeriti e insostituibili, ma i malati hanno bisogno dei propri cari nei momenti più difficili dell’esistenza .

Bisognerebbe vivere  con una buona qualità della vita; ma senza affetti non è più vita!

Ben 2400 anni fa, Democrito (l’atomista) scrisse che un lungo vivere è un lungo morire. Tradotto: che senso ha vivere in solitudine?

Roberto Fronzuti

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