“Sostenere settori turistico e agroalimentare”.
“E’ un effetto domino quello che sta investendo, da qualche mese a questa parte ma più in particolare dall’inizio dell’anno, molti settori trainanti della nostra economia. Al rincaro delle materie prime, che aveva fortemente caratterizzato lo scenario nazionale già a partire dal secondo semestre del 2021, si è infatti aggiunto il cosiddetto caro bollette, che, a guardare i numeri, dà chiaramente l’idea del macroscopico aumento dei costi di energia elettrica e gas”. A soffermarsi sulla questione che più di altre, in questo periodo, catalizza l’attenzione delle imprese (pur trattandosi di un problema che investe inevitabilmente anche le famiglie) è Fabio Montefrancesco, presidente della Sezione Agroalimentare, Cultura e Turismo di Confindustria Taranto. Le cifre, sottolinea, danno la misura del problema: si calcola infatti che nel primo trimestre di quest’anno l’energia elettrica aumenterà del 55% e il gas del 42%, a fronte di aiuti da parte del Governo che allo stato attuale sembrano far fronte alla situazione complessiva in maniera assolutamente parziale.
“L’enorme rincaro dell’energia – prosegue il presidente della Sezione – ha una ripercussione soprattutto sulle imprese energivore, ovvero costrette a sostenere più di altre costi energetici elevati rispetto a quelli di produzione. Sbaglia però chi immagina che in questa categoria ricadano solo le grandi industrie cosiddette pesanti: energivore sono anche le piccole e medie aziende del settore agroalimentare, che in questo momento soffrono una crisi generalizzata derivante anche dall’aumento già consolidato delle materie prime che hanno ridotto notevolmente i margini di guadagno di queste realtà. A questo si aggiunge – prosegue Montefrancesco – la crisi del settore turistico, nelle sue varie declinazioni, già fiaccato dalle prime ondate pandemiche che non ha goduto dei tempi necessari per riprendere quota, così come si auspicava”.
“Un settore, quest’ultimo – aggiunge il presidente della Sezione Agroalimentare, Turismo e Cultura, quindi una sezione rappresentativa di un cluster di imprese a vario titolo penalizzate – su cui l’intero nostro territorio sta da tempo puntando affinché diventi uno dei motori trainanti dell’economia jonica, ma che ora rischia inevitabilmente un ulteriore contraccolpo che non possiamo permetterci, anche e soprattutto in vista dell’estate. Ecco perché – conclude Montefrancesco – occorre agire in tempi brevi e con interventi poderosi e soprattutto strutturali, come già altri partner europei, come Francia e Germania, hanno fatto. Le alternative che molte aziende hanno di fronte, oggi, è desolante: o producono in perdita o si fermano. E in entrambi i casi si tratta di scelte drammatiche di fronte alle quali non possiamo rimanere inerti”.
Redazione Corriere di Puglia e Lucania