Principale Ambiente & Salute L’Ambiente in Costituzione, bene…

L’Ambiente in Costituzione, bene…

Ambiente in Costituzione

Ambiente in Costituzione – Trascorsi 266 giorni dalla prima approvazione da parte della Commissione Affari Costituzionali del Senato del testo che integra l’articolo 9 della Costituzione invariato dal primo gennaio del 1948.

A novembre i due terzi del Senato ne avevano approvato il testo modificato e ieri i sì alla Camera sono stati 468, un contrario e sei astenuti.

Il testo entra subito in Costituzione

Senza bisogno del referendum confermativo visti i numeri che hanno consentito l’approvazione.

Da ieri quindi la tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali anche nell’interesse delle future generazioni entra tra i Principi costituzionali.

Proposte e disegni di legge sono stati presentati in molte legislature ma alla fine non se ne è fatto nulla

Tecnicamente si aggiungono due commi al terzo comma dell’art. 9 che diventa la Repubblica

“Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.

Viene integrato anche l’articolo 41 per vincolare la libertà economica a criteri ambientali e sanitari. Speriamo!

Sarebbe una rivoluzione!

La spinta che viene dalla Corte

In questi 73 anni la giurisprudenza della Corte costituzionale aveva già affermato e ottenuto molto per garantire ai cittadini un diritto all’ambiente.

Questo è la trentaseiesima modifica di articoli della Costituzione quasi un quarto del totale.

II Ministro Cingolani esulta. Bene

Fino ad oggi nostro problema principale è stato l’attuazione seria di politiche ambientali. Negli ultimi venti anni Francia, Germania, Spagna, Grecia hanno modificato le loro Costituzioni e l’ecosistema è diventato un concetto scientificamente rilevante e protetto giuridicamente.

L’ecosistema, viene dalla disciplina dell’ecologia e sottende la convivenza e la coevoluzione di tutti i fattori biotici

Si nutre di biodiversità di piante e animali, arricchisce le abusate concezioni di progresso, di sviluppo e di sviluppo del PIL con il futuro sostenibile delle generazioni che verranno.

Sia chiaro, comunque, che la tutela e la salvaguardia ambientale al di là delle norme, dei Principi costituzionali conta il cambiamento dei comportamenti pubblici e privati ai fini della riduzione delle emissioni e agli adattamenti di strutture e territori ai cambiamenti climatici.

Il Ministro della Transizione Ecologica esulta ma è di evidenza solare che ambiente, ecosistema, biodiversità, animali, future generazioni sono minacciati dal persistente uso dei combustibili fossili e non si sta facendo abbastanza per eliminarli.

A me sembra che nel contesto istituzionale italiano non abbia minimamente attecchito il concetto di budget del carbonio o spazio del carbonio, denunciato nell’ottobre 2018 da IPCC e ribadito nella Conferenza di Glasgow. Comunque, i “trascorsi ambientali “dell’Italia non sono nel segno dell’ambiente, dello sviluppo sostenibile, dell’ecologismo.

L’Italia si colloca all’ottavo posto (insieme a Spagna e Grecia) con 31 nuove procedure di infrazione aperte.

Rispetto al precedente report di InfringEye la posizione del nostro paese è migliorata anche se rimane la performance peggiore (fatta eccezione per il Regno Unito), tra i principali paesi europei. Sulle bonifiche ambientali siamo enormemente indietro.

Sul deposito unico scorie nucleari nessuna decisione. Il Rapporto di Legambiente “Mal Aria “si legge: “PM10 in atmosfera: confermato il livello d’allerta rosso”,

“Dopo 10 giorni consecutivi di superamento misurato e/o previsto del valore di 50 µg/m3 di PM10 sono previste le seguenti limitazioni:”

“si consiglia di fare attività fisica all’aperto nelle ore centrali del giorno, quando le concentrazioni degli inquinanti atmosferici sono più basse”.

Questi gli annunci che leggiamo in alcuni siti di grandi città della Pianura Padana.

La nostra aria, quella che ci permette di vivere, è inquinata, troppo inquinata!

Infine, silenzio totale di Cingolani come di tutti quelli che lo hanno preceduto sull’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche. Vergogna!

Nemmeno la Commissione dell’ONU per i diritti umani ha smosso le istituzioni italiane.

Erasmo Venosi

Redazione Corriere Nazionale

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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