Scoppia in Canada il dibattito sull’ultima “misura eccezionale” adottata dal governo di Justin Trudeau. La decisione di bloccare i conti correnti – compresi i beni denominati in criptovalute – a tutti i manifestanti a bordo degli autoarticolati che da giorni procedono nel “Convoglio della Libertà“, tramite un provvedimento governativo battezzato “Emergency Act“, non è stata per nulla ben vista né dai media, né dall’opposizione, né dal popolo nordamericano tutto.
Accadde in poche ore, con un click
Il 16 febbraio, cinque delle principali banche nazionali (Royal Bank of Canada, Bank of Montreal, Scotiabank, TD Bank Canada e Canadian Imperial Bank of Commerce) hanno subito un’improvvisa ed inspiegabile interruzione di servizio, generando alcune ore di disagio per molte persone a ogni livello federale. Quando la connessione è stata ristabilita i soldi di alcuni già “noti” personaggi, ritenuti parte attiva – o semplicemente vicini all’ambiente – della protesta di questi giorni, risultavano non disponibili né utilizzabili. La situazione ha innescato preoccupazioni sulla portata e sulle implicazioni delle decisioni prese dal governo Trudeau, facendo temere le possibili conseguenze derivanti da un’eventuale futura (prossima, annunciata, sponsorizzata, totale) digitalizzazione globale del denaro.
In questo contesto, Elon Musk, imprenditore di spicco con notevole influenza economica, ha pensato bene di “gettare benzina sul fuoco” e ha scherzosamente paragonato Trudeau a Hitler, sollevando un ulteriore polverone attorno alla questione. E mentre qualcuno si interroga, anche con ironia – seppur ci sia poco da ridere -, sul fatto che il primo ministro canadese sia impazzito o meno, altri “burloni” cominciano a chiedersi come potrà fare ora a bloccare, almeno ipoteticamente, anche solo una piccola parte dell’immenso patrimonio del magnate di Tesla e SpaceX.
Chi dà il diritto di togliere i diritti?
Il congelamento dei beni, mobili o immobili che siano, è una pratica insolita per una democrazia occidentale attuale (che ricorda, invece, il passato di alcune regioni africane o sudamericane, come la Cuba di Castro del 1978) ed è generalmente – da qualche anno – associata a fenomeni di terrorismo. E, Trudeau, affermando addirittura che i manifestanti (in particolare i truckers e i loro sostenitori diretti) sono stati considerati “terroristi” dalle istituzioni, ha suscitato critiche e polemiche sulla legalità e la proporzionalità di tale azione.
È importante sottolineare che la diatriba riguardo alla sospensione dei conti correnti e il blocco dei possedimenti personali, in generale, è ancora in corso in Canada, con alcuni media che esprimono forti titubanze e scetticismo circa le derive democratiche e la mancata salvaguardia dei diritti civili che queste azioni comportano. Tutto questo mentre in Italia il governo Draghi va in crisi politica proprio sul tetto al contante.
Ma mentre l’Emergency Act canadese ha acceso un riflettore su una nuova possibile problematica futura all’interno del Paese, nel resto del mondo si continua ad osservare e ci si interroga sulla vicenda, in modo parsimonioso. Resta fondamentale, ad ogni modo, seguire gli sviluppi di questa quantomeno “bizzarra” situazione, che potrebbe avere però – a breve – impatti significativi sulla governance e sulla tutela dei cittadini globali.
Fonti online:
CoinDesk, Toronto Sun, Finbold, Outkick, TalkTV (canale YouTube), Lavoro e Previdenza blog, EUR-Lex, ItaliaOggi, Al Jazeera, Fox News (canale YouTube).
Antonio Quarta
Redazione Corriere di Puglia e Lucania