Principale Politica Diritti & Lavoro Una guerra annunciata, di chi la responsabilità

Una guerra annunciata, di chi la responsabilità

di Luigi Benigno

La parola guerra assume un significato particolare nel 21° secolo in quanto evoca lo spettro di un passato che la generazione moderna ha letto dai libri di storia.

La diplomazia internazionale ha finora fallito e l’alleanza atlantica ha le mani legate; le mire della Russia zarista e autocratica hanno un respiro ben più ampio in quanto persegue l’obiettivo di ricostituire il blocco sovietico in contrapposizione all’alleanza atlantica, non disdegnando la minaccia nemmeno tanto velata di fare uso delle armi atomiche.

Aggredire una repubblica autonoma è un grave atto di interferenza che prelude a mire espansionistiche con il pretesto di impedire l’allargamento della Nato ad est fino ai confini della Russia.

Incombe il pericolo di un sovvertimento dell’ordine geopolitico ed economico mondiale che, pur non manifestandosi attraverso un conflitto mondiale, rischia di degenerare in un conflitto economico e finanziario ad ampio raggio. L’isolamento della Russia da parte dell’occidente deve necessariamente tener conto dell’impatto che ciò provocherà sull’economia mondiale anche a causa delle sicure alternative offerte dalla Cina al Cremlino. Ciò favorirebbe una ulteriore crescita della Cina, che aspira ad affermarsi come prima potenza mondiale.

Il mondo democratico e liberista non ha adottato le necessarie misure nei confronti di un Paese che fa i soli interessi degli oligarchi e del suo presidente attraverso la negazione dei più elementari diritti di libertà, tra cui quello di esprimere liberamente il proprio pensiero, di manifestare, di fruire del diritto al lavoro.

Il presidente russo ha fatto la sua personale fortuna governando da oltre due decenni un paese ricco di petrolio e gas, rifornendo il mondo intero di commodities che altrove scarseggiano; il governo di un paese non può nell’era moderna essere connotato da una tirannia evidente ed il suo presidente non può essere invitato alla partecipazione nei consessi internazionali, in cui ha beneficiato di un accreditamento verso i suoi cittadini/sudditi.

Bisognerebbe capire a cosa altro può aspirare un tal presidente. La storia moderna ci ha consegnato esempi di dittature che hanno accresciuto la loro forza con il genocidio di innocenti e che non si discosta molto dall’invasione dell’Ucraina con il pretesto di liberarla dai neonazisti.

Si auspica che la diplomazia mondiale non demorda e si attivi affinchè si riapra il dialogo con incontri plurilaterali in un Paese neutrale negoziando condizioni che consentano di non avere né vincitori né vinti.

Qualora la diplomazia non intervenga con incisione ed efficacia si affaccia il rischio concreto di una orribile guerra allargata, in cui l’umanità intera avrebbe da perdere.

Al di là delle pur legittime aspettative dell’Ucraina, che ha imbracciato le armi per difendere il proprio territorio dall’aggressore, senza l’intervento di forze esterne è destinata a capitolare dopo un lungo spargimento di sangue e la fuga verso ovest di milioni di rifugiati.

La ragione deve prevalere necessariamente sull’uso della forza.

foto tg43

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