Principale Economia & Finanza Crowdfunding, il segreto per farsi ascoltare

Crowdfunding, il segreto per farsi ascoltare

Per una realtà di crowdfunding la necessità di trasmettere un messaggio è spesso vincolata dalla scarsa capacità nel saperlo comunicare. Distinguersi è possibile solo grazie all’unione di ottimi contenuti con una forma ben fatta, consolidando l’identità di un’organizzazione e catturando l’attenzione del pubblico.

Di Francesca Leoci

Chi è Antonio Monizzi?

Antonio Monizzi, storyteller e public speaker
Antonio Monizzi, storyteller e public speaker

Antonio Monizzi, storyteller ed esperto di public speaking, si occupa di raccontare le storie attraverso l’utilizzo di tecniche di retorica per interpretarle in prima persona in maniera efficace. Ma il suo percorso che lo ha portato alle attuali consapevolezze non è stato così semplice.

“Ai tempi dell’università il mio sogno era raccontare quello che mi piaceva e così nel 2007 ho intrapreso la strada dello storytelling. Nel 2014 poi è entrata a far parte della mia vita un altro elemento importante: il public speaking. Ho scoperto l’esistenza di tecniche molto più efficaci a riguardo che ho deciso di approfondire, fino a decidere – nel 2022 – di lanciare un percorso formativo che si chiamerà “Raccontarsi”. Questo progetto sarà diretto da manager, imprenditori ed artisti, mirando ad unire due realtà strettamente comunicanti: lo storytelling e il public speaking” – così Monizzi spiega cosa lo ha portato ad essere ciò che è oggi.

Metodi di coinvolgimento e punti fermi

Viviamo costantemente circondati da una grande quantità di contenuti, immersi nella comunicazione e nelle storie comunicative. Nonostante ciò, la comunicazione resta spesso complessa: a causa di una forma non propriamente adeguata e di contenuti poco efficaci, diventa difficile attrarre l’interesse del pubblico. Conferma Antonio Monizzi: “La forma è importante: siamo in un’epoca in cui la sostanza è fondamentale ma in un contesto di sovraffollamento, se non ci mettiamo vicino una forma ben fatta, rischiamo di non arrivare ad essere interessanti per chi ci ascolta”.

Quello che ci appassiona è l’elemento di complessità, perché permette di catturare l’attenzione di chi ci ascolta ed entrare in sintonia con esso. Soprattutto per un’organizzazione che si occupa di crowdfunding è fondamentale quindi avere competenze distintive. Questo può avvenire solo unendo due aspetti essenziali:

  • lo storytelling, ovvero costruire una storia che sia interessante da raccontare;
  • il public speaking, cioè gli espedienti che arrivano dalla retorica ma che approcciano con la forma più adeguata ai tempi contemporanei.

Ma c’è ancora un altro elemento distintivo, forse il primo fra tutti: l’identità. Chi sono? Qual è la mia natura? Cosa voglio trasmettere? Quali sono i miei valori?

Consolidare prima di tutto l’identità di un’organizzazione – insieme alla propria mission e ai valori da voler trasmettere – è il punto chiave che porterà a quella mappa concettuale utile a definire le modalità d’approccio col proprio pubblico. E quale altro miglior modo se non raccontare in prima persona il travaglio che si è dovuto subire per arrivare a realizzare il progetto finale? Cosa ha spinto un’associazione a creare da zero un’iniziativa a impatto sociale e come ciò potrebbe cambiare la vita di tutta la collettività?

Sebbene sia questo un punto fermo per acquisire il coinvolgimento del pubblico, se sfruttato con una forma scarsa di linguaggio il proprio obiettivo potrà rivelarsi deludente. La capacità di raccontare storie permette di distinguersi arrivando al cuore delle persone, appassionandole e avvicinandole al significato del proprio messaggio. Costruire cosa raccontare, ma capire poi come raccontarlo.

Un’ottima capacità di coinvolgimento è l’elemento essenziale per un crowdfunder che dovrà abbattere le barriere cognitive dello stereotipo del no profit. Un’iniziativa progettuale che richiede il sostegno della collettività lo farà per la collettività: è un senso di community spesso frainteso come una richiesta di azioni generose con fine a sé stesso. Crowdfunding è condivisione, solidarietà e crescita collettiva, in senso sia fisico che emotivo. Saper utilizzare i giusti strumenti per farsi ascoltare vorrà dire arrivare al cuore della gente e fidelizzarla all’interno di una realtà che riguarda il bene comune.

L’European Crowdfunding Festival 3.0 secondo Antonio Monizzi

“Domanda affascinante… “Come racconterei l’ “EUROPEAN CROWFUNDING FESTIVAL”. Ci ho ragionato su dopo aver “navigato” tra le varie notizie che ho trovato sul web (pagina facebook, qualche articolo e il sito della ormai prossima 3° edizione).

Ecco penso che come “narratore” mi piacerebbe scoprire come è nata questa “storia” qual è la scintilla creativa che gli ha dato vita. Dietro a una storia c’è sempre una volontà, una persona, delle sfide e delle ambizioni. Ci sono difficoltà superate, piccoli e grandi fallimenti.

Come dice Brandon Stanton (protagonista di una meravigliosa storia di successo a New York, appunto Humans of New York) “Non c’è nessuno che non potresti imparare ad amare dopo che hai conosciuto la sua storia”.

Ecco, quello che racconterei è proprio la storia di come dalla testa di una persona si è arrivati alla terza edizione. Quali sono le tappe che sono risultate essenziali, quali sfide sono state superate, quali idee si sono evolute, cambiate, dimostrate errate. Infine trovo assai suggestivo l’arrivo in questa ultima edizione di pezzi di sapere apparentemente lontani e scollegati dal Crowdfunding, come mai si è deciso di allargare a mondi quali la Open Innovation, il Growth Hacking e l’Intelligenza Artificiale.

Un’altra cosa fondamentale per me è, infine, che si riesca sempre a trasmettere il perché. Come racconta Simon Sinek in un suo libro davvero suggestivo “Partire dal perché” Martin Luther King ha coinvolto milioni di americani con il suo “Sogno”… non con il suo “Piano”.”

 

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