L’art. 22 del Codice degli appalti, riguardo ai progetti di fattibilità delle grandi opere infrastrutturali cita, “ gli esiti della consultazione pubblica, comprensivi dei resoconti degli incontri e dei dibattiti con i portatori d’interesse”.
Nei commi successivi fa riferimento specificamente al dibattito pubblico: il comma 3 cita tale istituto, prevedendo che chi propone l’opera soggetta a dibattito pubblico lo indice e , ne segue la procedura e che gli esiti del dibattito pubblico sono valutati in sede di predisposizione del progetto definitivo e discussi, in sede di conferenza di servizi.
La regolamentazione è demandata a un DPCM che doveva essere emanato entro aprile 2017. In ritardo invece di 16 mesi.
Un DPCM che stabilisce il monitoraggio del dibattito pubblico e istituisce presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti una Commissione che raccoglie e pubblica le informazioni sui dibattiti pubblici, ma propone anche raccomandazioni per lo svolgimento del dibattito pubblico sulla base dell’esperienza maturata.
Dibattito pubblico previsto dalla legislazione francese da 27 anni!
Anche le Regioni Toscana e Puglia avevano regolato con legge regionale il dibattito pubblico, la Toscana prima dell’entrata del Codice Appalti e la Puglia prima del regolamento attuativo del Codice appalti cioè il DPCM emanato nel maggio del 2018. DPCM che ha attinto sia alla legislazione francese sia alle due leggi regionali. Dibattito pubblico che, rappresenta una forma di democrazia partecipativa consentendo ai cittadini di partecipare al procedimento, attraverso cui un’istituzione pubblica perviene ad assumere una decisione, la migliore possibile onde prevenire contestazioni d’individui, gruppi, associazioni rispetto alle scelte adottate dall’autorità.
Nella legislazione francese il ruolo della Commissione sul dibattito pubblico è rilevante e l’organo si configura come autorità amministrativa indipendente e, con rilevante maggioranza di membri non ministeriali, in tal modo confermando l’indipendenza della Commissione rispetto all’esecutivo.
Nella legislazione italiana invece è istituita con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti presso il corrispondente Ministero ed è composta, da quindici membri con prevalente maggioranza di nomina della presidenza del consiglio e dei ministeri. Una Commissione quindi diretta espressione di chi governa.
Una soluzione, dunque, meno pregnante sia di quella contenuta nella legge toscana, ove l’Autorità regionale per la partecipazione possiede requisiti d’indipendenza, sia rispetto a quella francese.
IL DPCM vigente dall’agosto 2018 definisce ,in due articoli il dibattito pubblico quale “ processo di informazione, partecipazione e confronto pubblico sull’opportunità, sulle soluzioni progettuali di opere, su progetti o interventi di cui all’Allegato 1” e all’art 8 chiarendo che è “ organizzato e gestito in relazione alle caratteristiche dell’intervento e alle peculiarità del contesto sociale e territoriale di riferimento, consiste in incontri di informazione, approfondimento, discussione e gestione dei conflitti, in particolare nei territori direttamente interessati, e nella raccolta di proposte e posizioni da parte di cittadini, associazioni, istituzioni”.
IL coordinatore del dibattito pubblico nominato dal ministro competente favorisce il confronto tra i partecipanti, facendo emergere tutte le posizioni in campo e “evitando che ci siano posizioni non rappresentate” cura “ in modo oggettivo e trasparente» l’informazione al pubblico ; il coordinatore inoltre segnala alla Commissione eventuali anomalie e sensibilizza chi ha indetto il dibattito al rispetto dei tempi di svolgimento della procedura nonché redige la relazione conclusiva” . L’amministrazione aggiudicatrice deve elaborare, il dossier di progetto dell’opera, descrivendo le soluzioni proposte e le valutazioni degli impatti sociali, ambientali ed economici. Il dibattito pubblico si avvia con la presentazione del dossier di progetto e la pubblicazione sul sito dell’amministrazione aggiudicatrice e sul sito della Commissione nazionale per il dibattito pubblico.
I 15 membri della Commissione sono stati integrati dal Governo Draghi con 3 esperti, in materia di mediazione dei conflitti, progettazione partecipata e dibattito pubblico. La presentazione del dossier di progetto e la pubblicazione sul sito dell’amministrazione aggiudicatrice sanciscono l’inizio del dibattito pubblico.
Eventi questi che datano inizio gennaio 2022 per il progetto Tav, lotto 1 A, Salerno/Reggio Calabria.
E’ sul dossier di progetto dell’opera che avviene il dibattito pubblico
Dossier che deve contenere la motivazione dell’opportunità dell’intervento, recitano le “Linee Guida per la redazione del dossier.
Consultazione pubblica “, comprensive delle valutazioni degli impatti sociali, ambientali ed economici”.
Dibattito che consiste in incontri di informazione, approfondimento, discussione, e raccolta di proposte e posizioni da parte di cittadini, associazioni, istituzioni. Su questi elementi del dossier non su altro si deve svolgere il confronto, la discussione e le proposte!
Tre considerazioni che approfondiremo, in altri articoli e riguardanti il primo lotto Tav della SA/RC: a) non un solo chilogrammo di merce e, dopo più di un decennio è transitato sulle linee alta velocità, Torino/Milano/Bologna/Roma/Napoli /Salerno e Treviglio/Brescia! ; b) un treno ETR 500 o 1000, per raggiungere da fermo i 300 Km/h necessita di 30/32 Km e per passare da 300 a zero, quindi per fermarsi 8 Km. c) tutta l’alta velocità italiana, tranne la Firenze/Roma è alimentata con il sistema di corrente alternata ( 2 per 25 Kv, frequenza industriale e elettrodotto dedicato o derivato ).
Sistema diverso dalla linea storica, in corrente continua (3 Kv cc).IL lotto 1 a della Salerno/Reggio Calabria sarà alimentato, in corrente continua e rimandando , a un futuro la realizzazione degli altri 6 lotti.
Trentasei Km su un’estesa di 445 Km! Inoltre la tratta è finanziata con i fondi del PNRR. Gli altri finanziamenti per completare l’opera saranno, a tassi di mercato!!! Infrastrutture utili al territorio sì , ma senza creare saccheggi delle proprietà private, imbatti ambientali irreversibili come avvenuto nel Mugello , problemi connessi alle terre e rocce da scavo , soprattutto relative alle gallerie artificiali , problematiche connesse a indennizzi ed espropri.