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Nel 2020 la Lombardia chiese l’invio dei medici militari perché ce n’erano troppo pochi

In un documento inedito, che fa riferimento alla data del 2 marzo di due anni fa, l’allora assessore alla Sanità Giulio Gallera scrisse a Borrelli di farsi tramite col governo per avere i rinforzi. Pochi giorni dopo arrivarono, oltre a quelli italiani, anche i medici militari russi

© Claudia Greco / AGF – Giulio Gallera

AGI Il 2 marzo del 2020 gli organici dei medici del sistema sanitario lombardo “non erano più sufficienti per affrontare gli impatti dell’epidemia in corso” e la Regione Lombardia invocò l’arrivo di medici militari.  E’ quanto si legge in una mail scritta dall’allora assessore alla Sanità lombarda, Giulio Gallera, all’ex capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli.

“Egregio dottor Borrelli – si legge nella mail – in relazione all’emergenza Covid_19, Regione Lombardia ha la necessità di reclutare con la massima urgenza medici per rafforzare gli organici del sistema sanitario regionale, non pù sufficienti per affrontare gli impatti della pandemia in corso”.

Per questo, Gallera chiese un aiuto extra: “Le chiediamo di attivare il Ministro della Difesa e la Sanità Militare al fine di poter concertare con la massima sollecitudine la disponibilità dei medici militari in supporto del nostro sistema”.

Nei giorni successivi, arrivarono i ‘rinforzi’ richiesti, tra cui una ventina di medici militari all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo. E il 23 marzo giunse in questa provincia il contingente di medici militari russi la cui missione ha suscitato polemiche e perplessità da più parti.

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