Principale Arte, Cultura & Società L’informazione sovversiva

L’informazione sovversiva

di Romina G. Bottino

In queste settimane stiamo assistendo ad un bombardamento mediatico che in modo acritico ci sta propinando un reportage a senso unico nel quale si parla solo  del dramma dei civili  ucraini, ma nulla  viene documentato  delle attività  dei combattenti russi sul fronte, come dovrebbe operare una informazione oggettiva, obiettiva e a trecentosessanta gradi. Nulla viene detto o documentato delle perdite tra i soldati ucraini, non abbiamo nessun numero dei morti mentre invece riescono a fornirci i numeri, chissà come, delle perdite nell’esercito russo addirittura sanno che si tratta di giovani inesperti.

Sembra alquanto illogico che in uno scontro cosi vitale per la Russia il governo abbia mandato giovani inesperti, come assurde sembrano le affermazioni di molti giornalisti del sistema secondo cui i russi avrebbero armi superate. Notizia chiaramente falsa, la Russia possiede un armamentario che è il primo al mondo per tecnologia e potenza bellica basti ricordare i missili ipersonici che volano ad una velocità dieci volte superiore a quella del suono e che non sono intercettabili da alcuno scudo missilistico di cui oggi dispone l’Europa e l’America.

Questi temibili missili usano una rampa di lancio piccola, procedono a zig zag, depistando ogni tentativo di intercettazione e sono estremamente precisi. Questi missili la Russia li sta usando contro l’Ucraina.  La stampa ufficiale ci dice che tutti gli uomini dai diciotto ai sessant’ anni sono obbligati a restare in Ucraina per combattere e sulla Rai vengono proiettate sempre le stesse immagini  dove si vedono solo donne e bambini, ma  in altri reportage si vedono uomini affollare stazioni o oltrepassare il confine a piedi.

Tutto ciò ci fa venire in mente le drammatiche immagini dei bambini africani denutriti e divorati dalle mosche e i disperati appelli delle varie organizzazioni che chiedono soldi  per aiutarli mentre poi sulle nostre coste arrivano solo giovani  uomini  costituzionalmente ben messi. È chiaro che siamo davanti ad una informazione di parte e poco veritiera.  Nella trasmissione di Bruno Vespa, fin dai primi giorni del conflitto, sono  state costantemente ospitate improvvisate profughe ucraine ed esperti di strategie militari, chiaramente di parte, secondo i quali riusciamo a conoscere le reali perdite dell’esercito russo perché la nostra  superiore tecnologia è riuscita a intercettare quanto i soldati dicono con i cellulari

Questa affermazione contraddice ciò che, sempre sulla Rai, fu detto precedentemente cioè che i giovani soldati russi impauriti ed inesperti erano privi di cellulare e presi prigionieri dagli ucraini avevano potuto comunicare con le proprie famiglie grazie alla generosità del nemico che li aveva fatti telefonare.

Ora dire che i sistemi informatici russi non siano all’avanguardia, tanto che li possiamo controllare, sembra del tutto improbabile dal momento che in tempi recenti il governo della Lituania è stato spiato ed infettato da malware pensati da cyber collegati al governo russo e secondo un’azienda californiana di cyber security, la CrowdStrike, un gruppo di hacker sarebbe entrato all’interno di un’applicazione usata dall’esercito ucraino e così i russi conoscerebbero in ogni istante le loro posizioni.

Poco spazio l’informazione pubblica sta dando alle parole del Papa con le quali in modo netto ha criticato i metodi dell’Occidente nella guerra ucraina e l’aumento della spesa militare della UE.  Stiamo assistendo ad una continua celebrazione dell’eroismo e del nazionalismo ucraino, cosa lodevole se non fosse che fino a poche settimane fa la parola nazionalismo era presentata da tutti i media del sistema come una sorta di bestemmia perché opposta nel suo valore semantico a europeismo e globalismo, tradotta in parole semplici in fascismo.

Non solo l’informazione è parziale, acritica e di parte, ma  da più giorni  vengono mostrati ed intervistati dei volontari italiani, inglesi, americani ecc. che dichiarano di andare a combattere per la libertà ucraina, così questa guerra  ci viene addirittura presentata come buona e giusta.

Però nessuno dice che per le leggi italiane è omicidio andare in un altro Paese ad uccidere ed è punito come tale. Ma tutta questa solidarietà perché non si è manifestata lo scorso settembre per la libertà del popolo afgano, o per quello siriano?

L’informazione del regime ha elaborato anche un curioso paragone rassomigliando e definendo Putin un nuovo Hitler, ma questo confronto, volto sempre a colpire emotivamente l’ascoltatore, è del tutto errato e profondamente antistorico. Infatti Putin non è un neonazista, ma un figlio della Russia Stalinista e post comunista, sia per formazione che per i ruoli ricoperti.

Tutta questa narrazione è  il chiaro tentativo, operato dal sistema tramite i mezzi di propaganda, di coinvolgere emotivamente l’opinione pubblica per preparare e giustificare la nostra prossima entrata in guerra al fianco dell’America di quel Biden che fin dai suoi importanti incarichi in politica estera nei governi Obama meditava la guerra contro la Russia di Putin. È doveroso ricordare che il figlio di Biden, Hunter, è dal 2014 nel direttivo della più grande compagnia di gas ucraina, fatto che ha sollevato molte polemiche a causa del ruolo di Biden padre. Gli interessi della famiglia Biden  nell’Ucraina sono di antica data.

Vogliono presentare all’opinione pubblica, poco informata sui gravi fatti di questi anni, il presidente russo come un pazzo scriteriato che un giorno, all’improvviso e senza alcuna motivazione, ha deciso di attaccare un paese confinante. Ma se si vuole trascinare in guerra l’Italia o l’Unione Europea in un conflitto assurdo al quale siamo estranei perché l’Ucraina non è uno Stato della UE né è membro della NATO, bisogna dire la verità ai cittadini , narrare i fatti, spiegare le reali cause di questa crisi che purtroppo è già da tempo diventata internazionale.

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