Principale Politica Diritti & Lavoro Puglia – Bando mense prende in giro pazienti e dipendenti

Puglia – Bando mense prende in giro pazienti e dipendenti

Riceviamo e pubblichiamo

Bando mense da 380 milioni, destra e sinistra, con la complicità dei sindacati, prendono in giro pazienti e dipendenti!

Le mozioni sono inutili perché non sono vincolanti per la giunta regionale, tantomeno possono scalfire un bando di gara che è già scritto ed è Lex Specialis e per questo non modificabile. Destra e sinistra, quindi, la smettessero di illudere pazienti e lavoratori. La qualità dei cibi scemerà ulteriormente, il personale dovrà muoversi nei pochi centri cottura che rimarranno, uno per ciascuna provincia, e la giornata alimentare sarà l’ennesimo spreco per ingrassare gli stakeholders che nel tempo hanno assunto, e continuano a farlo, il personale indicato dalla politica clientelare e ipocrita.

 

Il bando è una mera spartizione della torta tra i soliti, l’esempio del Lotto della Asl di Foggia e degli Ospedali Riuniti, con una sola offerta, è la riprova e per questo scriverò all’Anac per denunciare la concorrenza sleale certificata dalla stazione appaltante al servizio di Emiliano. In pratica, solo chi ha già un centro cottura può essere certo di averlo pronto nei 90 giorni previsti da Innovapuglia che non poteva non sapere che in Puglia in tre mesi non riesci neanche ad avere i permessi per poterlo costruire. Oppure pensavano davvero che uno acquisti o adatti o costruisca un centro cottura prima di vedersi aggiudicato il o i lotti? Chissà chi sarà il fortunato vincitore che non avrà competitori su Foggia, ma posso immaginare che avrà un centro cottura nei pressi del Gino Lisa, in sostituzione di quello pubblico dei Riuniti oppure una sua controllata. Staremo a vedere, ma fin d’ora posso dirvi che sono semplicemente scandalosi. VERGOGNA!

 

Il bando da 380 milioni andrebbe immediatamente bloccato in autotutela per farne subito dopo uno nuovo sul modello Sant’Orsola di Bologna che preveda cucine negli ospedali senza l’utilizzo di plastica e farine 00, che preveda la filiera corta al posto delle piattaforme alimentari e che preveda per il personale, preferibilmente, la dipendenza pubblica previa abolizione dei vincoli assunzionali. Solo così la giornata alimentare non rappresenterà più una spesa per la collettività, anzi sarà considerato un investimento per ridurre i giorni di degenza, e rendera ridondante la preoccupazione per una clausola sociale che, peraltro, non garantisce proprio nessuno. Infatti, ci sono molte sentenze che lo hanno sancito per altre gare, tipo quella sul trasporto disabili nella Asl Bari dove la ricorrente Donato Trasporti ebbe ragione sull’azienda sanitaria e non assorbì gli ex autisti e accompagnatori del Sant’Agostino.

 

Vale a dire che gli stakeholders che dimostrino di avere personale a sufficienza non possono essere obbligati ad assorbire personale di altri.

 

Mario Conca

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