Principale Ambiente & Salute Agroalimentare & Enogastronomia Export vino, guerra contrae vendite: “vittorie” a rischio

Export vino, guerra contrae vendite: “vittorie” a rischio

Export vino, guerra contrae vendite: “vittorie” a rischio

Soprattutto, ma inevitabilmente, dai paesi dell’est arriva una contrazione molto forte delle vendite. Si corre ai ripari?.

Nonostante i premi e le vittorie al Vinitaly bisogna fare i conti con numeri e dati di fatto. La guerra in Ucraina mette a rischio quasi 6,5 milioni di euro di export di vino Made in Puglia nei Paesi dell’Est con una contrazione del 20 per cento del commercio estero in Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Ungheria e Romania, Ucraina, Bulgaria e Russia. E’ il risultato dell’analisi di Coldiretti Puglia, sulla base dei dati Istat Coeweb, diffusa in occasione (del Vinitaly) con l’esposizione delle bottiglie provenienti da tutta Italia.

Sanzioni europee, difficoltà nei trasporti, spedizioni interrotte, ordini annullati stanno incidendo sul commercio con l’estero delle cantine pugliesi – spiega Coldiretti Puglia – mentre un certo numero di operatori ha ridotto il periodo di differimento dei pagamenti o l’ha annullato del tutto.

Al contempo, a causa della guerra in Ucraina sono aumentati del 35 per cento i costi per il vino con un impatto pesante sulle aziende vitivinicole che si sono così trovate a fronteggiare aumenti unilaterali da parte dei fornitori di imballaggi che – spiega la Coldiretti Puglia – arrivano oggi a pesare sui bilanci. Una bottiglia di vetro costa più del 30 per cento in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20 per cento per quelli di sughero e addirittura il 40 per cento per quelli di altri materiali. Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli aumenti sono nell’ordine del 20 per cento ma per le etichette e per i cartoni di imballaggio si registrano rispettivamente rincari del 35 per cento e del 45 per cento, secondo l’analisi Coldiretti. Ma i prezzi degli ordini cambiano – aggiunge Coldiretti – ormai di settimana in settimana, rendendo peraltro impossibile una normale programmazione economica nei costi aziendali. Problemi anche per l’acquisto di macchinari, soprattutto quelli in acciaio, prevalenti nelle cantine, per i quali è diventato impossibile persino avere dei preventivi.

La situazione di difficoltà si evidenzia anche dall’andamento delle vendite che – rileva Coldiretti regionale – per il 55 per cento delle cantine sono diminuite nel 2022, mentre per il 42 per cento sono rimaste invariate e solo un 3 per cento dichiara di averle aumentate. Gli effetti delle tensioni commerciali legate al conflitto si ripercuotono anche sull’export dove oltre quattro cantine su dieci (43 per cento) affermano di aver ridotto le spedizioni.

Ad oggi – prosegue l’intervento l’incremento dei costi è stato scaricato esclusivamente sulle spalle dei viticoltori, come dimostra il fatto che il prezzo del vino, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat, è addirittura diminuito dell’1,2 per cento e dello 0,4 per cento nei primi due mesi del 2022, per poi crescere appena dello 0,5% a marzo, in netta controtendenza con i rincari, spesso a doppia cifra, di tutti gli altri prodotti alimentari.

Per difendere il patrimonio vitivinicolo italiano è necessario intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati e strutturali per programmare il futuro – conclude Coldiretti Puglia – perché tutelare il vino significa tutelare il principale elemento di traino per l’intero sistema agroalimentare non solo all’estero ma anche sul mercato interno, a partire dal settore turistico.​

Redazione Corriere di Puglia e Lucania 

Corriere Nazionale

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