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Dopo tre anni è tornato a crescere il numero di richiedenti asilo in Italia

Secondo la Fondazione Ismu nel 2021 sono state oltre 56 mila, rispetto alle 27 mila dell’anno precedente. Aumentate soprattutto le domande di afgani e minori, mentre è ancora presto per capire l’impatto della guerra in Ucraina.

© Mirco Toniolo / AGF
– Trieste, al confine italo-sloveno di Fernetti transito di profughi fuggiti dalla guerra in Ucraina, un volontario dell’UNHCR

AGI – Torna a crescere, dopo 3 anni, il numero dei richiedenti asilo in Italia. Dopo la significativa riduzione, iniziata tra il 2017 e il 2018, e l’ulteriore contrazione delle domande di protezione avvenuta del 2020 nel periodo della pandemia, lo scorso anno le richieste di protezione sono tornate a crescere. Oltre 56 mila migranti hanno fatto domanda di asilo nel nostro Paese, più del doppio rispetto al 2020 quando le domande pervenute erano state 27 mila. Il bilancio è stato tracciato dalla Fondazione Ismu.

Nel 2021 sono aumentati soprattutto i richiedenti asilo afghani e i minori. In particolare spicca il dato relativo ai minorenni, che costituiscono un quinto di tutti i richiedenti, di cui 3.257 non accompagnati e 8.312 al seguito di adulti.

La crisi afghana dell’agosto 2021 in particolare ha determinato un flusso importante di migranti in cerca di protezione: sono stati oltre 6 mila i cittadini afghani che hanno fatto domanda di asilo in Italia l’anno scorso, mentre furono ‘solo’ 600 del 2020. Oltre alle provenienze asiatiche ormai consolidate, quali quelle da Pakistan (7.513) e Bangladesh (7.134), spiccano anche le domande presentate da cittadini tunisini, al terzo posto in graduatoria (7.102).

Sul fronte degli esiti delle domande, in prima battuta va segnalato come il numero di quelle esaminate abbia risentito dell’andamento delle richieste: le domande esaminate nel corso del 2020 sono state 42 mila e quasi 53 mila nel 2021, numeri ben diversi rispetto agli anni 2016-2019 quando le commissioni territoriali hanno esaminato in media 90 mila domande all’anno.

Nel corso dell’ultimo biennio è diminuito il numero di esiti negativi (56% nel 2021 contro 75% del 2020), lo scorso anno è cresciuta la quota di coloro che hanno ricevuto lo status di rifugiato o la protezione sussidiaria (oltre 16 mila persone) ed è aumentata significativamente la risposta positiva delle Commissioni per la concessione di protezione speciale (6mila persone, pari al 12% di tutti gli esiti).

A determinare gli esiti positivi con massima protezione sono soprattutto le domande presentate da cittadini afghani, che nel 2021 hanno ricevuto nel 97% dei casi lo status di rifugiato o quantomeno la protezione sussidiaria, e da cittadini somali (95%). Gli esiti negativi alle domande esaminate sono invece determinati soprattutto dai dinieghi riguardanti cittadini provenienti da: Tunisia (92%), Bangladesh (85%) e Marocco (83%).

Se nel 2021 la crisi afghana ha determinato un flusso importante di richiedenti asilo anche nel nostro Paese, nel 2022 si sta assistendo alla crisi dei profughi ucraini in fuga dalla guerra iniziata con l’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe. I dati relativi alle richieste di protezione di cittadini ucraini non sono ancora disponibili. Nei prossimi giorni e mesi si capirà quale sarà il flusso verso l’Italia alla luce anche dell’introduzione della protezione temporanea, tenendo conto comunque che la maggior parte dei profughi per il momento si è spostata nei paesi limitrofi, con la speranza di poter tornare presto nelle proprie case.

La situazione, tuttavia, potrebbe cambiare in funzione dell’andamento del conflitto e della sua durata. I dati UNHCR, infatti, mostrano come i profughi ucraini siano attualmente soprattutto: in Polonia (2,5 milioni), in Romania (645 mila), nella Repubblica Moldova e in Ungheria (400 mila in entrambi i Paesi). Secondo gli ultimi dati del ministero dell’Interno, nel 2022 le persone in fuga dal conflitto in Ucraina arrivate in Italia alla data di oggi 13 aprile sono complessivamente 91.137: 47.112 donne, 10.229 uomini e 33.796 minori.

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