L’obiettivo è produrre un prodotto di qualità e, allo stesso tempo, creare una filiera sostenibile italiana a supporto di tutto il comparto agricolo.
AGI – I primi 100 ettari di noccioleti sono stati già impiantati, altri 400 lo saranno entro il 2025. Prosegue spedito, in Calabria, il “Progetto Nocciola Italia” di Ferrero: la multinazionale ha firmato un contratto di filiera con 75 produttori locali della rete d’imprese “Calabria in guscio”. Ne fanno parte imprenditori prevalentemente del nord della regione e del Catanzarese. L’obiettivo è produrre una nocciola di qualità, creando una filiera sostenibile italiana a supporto di tutto il comparto agricolo.
La particolarità sta nel fatto che tutto ruota su nuovi impianti innestati su superfici abbandonate, esposte al rischio di erosione idrogeologica.
Un contributo all’ambiente attraverso una produzione integrata e un passo verso quel ritorno alla terra che la crisi ucraina, con i rischi connessi alla carenza di grano, ha fatto diventare un’esigenza.
Della rete di imprese costituita ad hoc è interlocutrice la Ferrero halzemut Company, la divisione di Ferrero che si occupa del comparto coricolo e che si prefigge, attraverso intese con produttori di tutta Italia, di realizzare 20.000 ettari di nuovi noccioleti entro il 2025, vale a dire il 30% in più della superficie occupata attualmente nel Paese.
Il contratto è stato firmato nel novembre del 2019. La presenza del gruppo italiano è costante: dall’analisi del terreno, alla formazione sul campo degli addetti alla coltivazione.
“Noi – dice all’AGI il presidente di “Kalnut”, società capofila della rete, Mario Caligiuri – siamo la settima regione ad aver perfezionato il contratto di filiera con Ferrero per la realizzazione di nuovi impianti di nocciola con delle varietà idonee alla trasformazione industriale che sono più produttive in termini di resa per ettaro. Sono varietà tipiche del Sud Italia, dalla Giffone alla Romana e al Noccione.
La stima per il 2024 sarà intorno a 300 quintali di nocciola annui con la prospettiva di arrivare a 15.000 quintali nell’arco di 10 anni a regime”.