“Su ex Ilva Taranto cambi narrazione”
Acciaierie d’Italia sta investendo in ricerca e sviluppo affinché Taranto diventi il polo della decarbonizzazione e dell’industria verde: la città, però, dovrà cambiare la sua narrazione” . Così il presidente di Acciaierie d’Italia, Franco Bernabè, ospite del vertice degli industriali jonici Salvatore Toma, ha esordito davanti alla delegazione di imprenditori tarantini riunitisi per l’occasione nella sede di Confindustria Taranto.
Il conflitto Russia-Ucraina e la crisi internazionale, il dibattito sulle risorse energetiche e ovviamente la fabbrica dell’acciaio e le sue prospettive: ampio lo scenario all’interno del quale si è dipanato l’intervento del presidente di Adi, che della situazione – sicuramente ancora complessa e densa di incognite – in cui versa il centro siderurgico ha voluto fornire una chiave di lettura molto diretta, tracciando le linee essenziali in una prospettiva di breve-medio periodo. Partendo dalla crisi indotta dai venti di guerra, Bernabè ha esordito sottolineando il fondamentale ruolo assunto dall’industria, in questo momento storico, nel sistema economico occidentale, e quindi la necessità che l’Italia diventi un Paese più autonomo anche nell’industria siderurgica nel rispetto della compatibilità ambientale.
“Le acciaierie – ha aggiunto riferendosi allo stabilimento di Taranto – hanno dimostrato una resilienza straordinaria, pur dopo le annose vicende del sequestro degli impianti, del commissariamento e delle alterne circostanze che hanno contrassegnato l’ingresso di ArcelorMittal. Un percorso lastricato di difficoltà e di discontinuità, di variabili esogene ed endogene che hanno costretto Ami a tenere in piedi lo stabilmento operando in un contesto di restrizioni che hanno colpito inevitabilmente tutto lo stabilimento, compreso il sistema delle forniture“.
Il vertice di Acciaierie d’Italia ha fatto poi riferimento alle recenti operazioni finanziarie che hanno consentito di immettere nuove risorse nelle casse dello stabilimento, alle prese con forti difficoltà nel reperimento di finanziamenti bancari essenziali all’operatività. “Mi sono impegnato fortemente per lavorare col sistema bancario – ha aggiunto il Presidente Bernabè – e quindi ripristinare condizioni di normalità. In parte siamo riusciti a fare dei passi avanti con l’operazione di 1,5 miliardi siglata con Morgan Stanley, ora stiamo trattando un’altra operazione importante, quindi pensiamo che nel giro di qualche mese la situazione finanziaria si dovrebbe normalizzare. Questo avrà positivi riflessi un po’ su tutto: ma parliamo di prospettive nel breve periodo“.
Inevitabile il riferimento al piano industriale. “Un piano – ha dichiarato – che per il momento è tecnico-industriale, che dovrà trovare una sua stabilità di azionariato e i suoi punti di finanziamento, ma che è sicuramente un piano dove le idee sulle cose da fare sono ben precise e che presenta delle tempistiche definite e molto articolate“. La prospettiva, ha aggiunto il Presidente Bernabè, è quella della decarbonizzazione, che significa far fronte alle trasformazioni epocali in atto, legate particolarmente al riscaldamento globale e all’aumento della CO2 in atmosfera.
Un cambiamento quindi per niente banale che impone una trasformazione radicale sull’approvvigionamento energetico. “Il nostro benessere – ha aggiunto – è stato finora costruito sull’energia fossile abbondante e a basso costo: dal carbone al petrolio. Oggi abbiamo la necessità di avviare una grande innovazione nei processi, nei prodotti. Una rivoluzione che riguarda ovviamente anche l’acciaio. Oggi sappiamo che ci sono modi diversi di produrlo e noi l’idea di come farlo in modo innovativo ce l’abbiamo“.
Nel sia pur breve dibattito intercorso con il presidente Toma e gli imprenditori presenti, il presidente Bernabè ha fatto il punto sugli investimenti realizzati da Ami negli ultimi tre anni: 7/800 milioni quelli di carattere ambientale, ha ribadito, non tutti visibili ma importanti. “Possiamo sicuramente affermare che oggi Taranto è la città dove le best practices di produzione risultano essere più avanzate rispetto a tutte le altre città siderurgiche del mondo. L’immagine che la vostra città ha all’esterno è di una realtà disastrata. Ma quando si arriva qui, ci si rende conto che la narrazione dei media è diversa dalla realtà, ci si trova davanti ad una città bella, dalla preponderante base industriale, con una forte connotazione imprenditoriale ma con un contesto molto gradevole e ben diverso da quello che passa attraverso i media. Una città che non occupa più le prime posizioni nelle classifiche dell’inquinamento ma che nonostante tutto continua ad infliggersi un danno pesante di immagine“.
Un concetto, quest’ultimo, ripreso dal presidente Toma, il quale ha ribadito ancora una volta la possibilità di poter coniugare al meglio l’industria e il turismo ecosostenibile; soprattutto, ha aggiunto Toma “c’è la necessità di poter generare una diversa percezione dell’industria intesa come cultura industriale, moltiplicatrice di ricchezza e partner del territorio. E questo lo possono fare solo le nostre imprese, con le loro eccellenze conosciute in ogni angolo del mondo”. Il vertice di Adi ha poi accolto la proposta del presidente degli industriali di organizzare a breve iniziative congiunte che vedano fra gli interlocutori l’Università e l’industria, al fine di affrontare un discorso di più ampio respiro sia sui temi dell’ecosostenibilità sia sul futuro dell’acciaio.
“Mi sto impegnando per portare a Taranto progetti importanti di sviluppo che facciano di questa città un polo importante nel segno della decarbonizzazione e dell’industria verde: una prospettiva – così il presidente Bernabè ha concluso il suo intervento – non certo di breve termine ma che abbiamo iniziato e che continueremo a portare avanti, guardando al coinvolgimento del sistema accademico e quindi alla formazione avanzata dei giovani come condizione indispensabile per uno sviluppo possibile”.
Redazione Corriere di Puglia e Lucania