Principale Estero Gli USA e la sorveglianza “smart” a scuola

Gli USA e la sorveglianza “smart” a scuola

Comincia a preoccupare oltreoceano il trend a piazzare "telecamere intelligenti" negli istituti didattici senza autorizzazione e rispetto delle persone coinvolte

Negli ultimi anni, il mondo ha assistito a un notevole sviluppo delle tecnologie di monitoraggio digitale, portando con sé benefici ma anche problematiche etiche e questioni di privacy. Un recente esempio di questo trend proviene dal distretto scolastico di Fulton, in Georgia (Stati Uniti), dove è emerso che – senza avvisare o chiedere alcuna autorizzazione ai diretti interessati – sono state introdotte “telecamere intelligenti” per controllare la “conformità” dei 95000 studenti alle misure di “sicurezza sanitaria”, in particolare all’uso “corretto” della mascherina.

“Telecamere intelligenti”, le nuove armi contro la riservatezza

Inizialmente concepiti per prevenire il possesso di armi (e le sparatorie di massa) nelle scuole, questi dispositivi video – prodotti da Avigilon, di Motorola – sono stati da poco potenziati per riconoscere i volti degli studenti e individuare coloro che non indossano i dispositivi di protezione delle vie aeree in modo “procedurale”, cioè includendo la copertura totale del naso. Questa nuova funzionalità ha però posto dubbi inquietanti riguardo all’equilibrio tra integrità e riservatezza personale, specialmente quando si tratta di ambiente scolastico.

Mentre è vero che il numero di istituti didattici che utilizzano sistemi di sorveglianza digitale è in costante aumento (da meno del 20% di vent’anni fa a più dell’80% di oggi), la trasformazione di questi ultimi in sistemi “intelligenti” ha subito alimentato ulteriormente il dibattito sul limite di invasività da non superare1. La capacità di questi dispositivi di raccogliere dati biometrici poi, nonché di monitorare attività come il controllo della temperatura corporea, ha sollevato anche molti interrogativi sulle conseguenze a lungo termine di tali pratiche.

Ciò che suscita maggiori preoccupazioni è il fatto che molte di queste misure lesive della privacy individuale – come il riconoscimento facciale -, inizialmente introdotte come risposta all’emergenza Co.Vi.D./19, sembrano poter persistere anche dopo la fine della pandemia. La mancanza di trasparenza e consenso in questi casi è inaccettabile e gli studenti dovrebbero avere il diritto di essere informati e di dare la loro approvazione, prima di essere sottoposti allo sguardo così feroce di un occhio digitale.

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Massimo risultato, ma solo contro la non conformità

Intanto anche la contea di Fayette (sempre in Georgia) ha seguito la strada di Fulton e acquistato – per 500.000 dollari – vari dispositivi ottici smart con tecnologia di sorveglianza, dal brand cinese Hikvision.

La questione dell’efficacia di tali misure nelle scuole merita, tuttavia, anch’essa un’analisi approfondita. Mentre la sicurezza resta una priorità, la validità delle “telecamere intelligenti” nel prevenire la diffusione di malattie o comportamenti non conformi potrebbe non essere così chiara come sembra. La loro moderata implementazione dovrebbe essere basata, invece, in primis su risultati concreti e, in secundis, sulla valutazione dei rischi e dei benefici per gli studenti stessi.

Le tecnologie stanno avanzando a un ritmo sorprendente, ma è cruciale che il progresso non comprometta i diritti fondamentali delle persone. La videosorveglianza digitale dovrebbe essere utilizzata con cautela e responsabilità, in un bilanciamento adeguato tra pubblica integrità e rispetto per l’individuo. In un’epoca in cui l’ingegnosità influenza sempre più aspetti della nostra vita quotidiana, è essenziale che la società rifletta attentamente su come e dove tracciare la linea tra innovazione e tutela dei diritti umani.

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Fonti online:

ByoBlu (testata giornalistica ed emittente televisiva nazionale; articolo di Letizia Cantaloni del 16 Aprile 2022), sito web del Garante per la Protezione dei Dati personali, sito web di Questione Giustizia (testata giornalistica nazionale), Reteveneta e Jakidale (canali YouTube).

Antonio Quarta

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

Il Corriere Nazionale

Note di riferimento:

  1. La superbia e l’atteggiamento sprezzante di certi “personaggetti” che l’emergenza sanitaria da Co.Vi.D./19 ha portato alla ribalta è sconcertante: alle domande dei media circa il rispetto della privacy degli studenti, il commissario per l’emergenza del distretto di Fulton, Paul Hildreth, non è apparso per nulla in imbarazzo. Lo stesso ha anzi dichiarato di non essere affatto “interessato” alle polemiche dei ragazzi, ma esclusivamente alla loro “conformità”, aggiungendo che “non era necessario” che agli studenti piacesse il provvedimento, in quanto era stata la scuola a decidere quale fosse la cosa giusta da fare.

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