L’Europa centrale è diventata un teatro cruciale per comprendere il futuro della crisi ucraina. In questo contesto, la Polonia emerge ogni giorno di più come attore chiave, svolgendo un ruolo geopolitico di rilievo nel conflitto in corso. Pur non essendo considerata una grande potenza mondiale, il Paese di Morawiecki sta dimostrando di avere un impatto significativo nelle dinamiche regionali del Vecchio Continente e non solo.
Polonia, una solidarietà incondizionata?
La Polonia ha offerto asilo a quasi tre milioni di esuli ucraini che sono riusciti a scappare dalla bombe e ha espresso il suo sostegno incondizionato al governo di Kiev contro ogni ingerenza russa (si è addirittura materializzata l’ipotesi che il presidente Zelens’kyj potrebbe aver trovato rifugio in una città polacca, dirigendo le sue attività da lì). Questa dimostrazione di solidarietà ha contribuito a rafforzare i legami esistenti tra i due Paesi.
Un evento recente ha posto però l’attenzione sul ruolo che il Paese di Morawiecki potrebbe ricoprire presto nel plasmare quel che sarà dell’Ucraina. Durante il VII Congresso europeo dei governi locali, tenutosi a Mikolajki (centro abitato nel nord-est della Polonia, a pochi chilometri dalla russa Kaliningrad), è emersa una dichiarazione significativa: “Questo è il momento di creare un’unione polacco-ucraina“. Prospettiva immediatamente sostenuta da diverse figure politiche in patria, tra cui il presidente del Partito popolare, Władysław Kosiniak-Kamysz, il deputato Maciej Gdula di Nuova sinistra e il presidente del Partito Accordo, Jarosław Gowin.
Progetto “Intermarium”: tutti contro tutti
Nonostante alcune brutte vicende storiche1 e le rappresaglie scoppiate nel tempo tra Polonia e Ucraina, i sostenitori di questo sodalizio enfatizzano la necessità di superare le divergenze del passato e di concentrarsi sulle problematiche future. La creazione di un’associazione più stretta tra i due Paesi potrebbe apportare benefici economici considerevoli, si dice, soprattutto alla luce dell’enorme potenziale demografico che entrambi rappresentano se messi insieme (circa 80 milioni di persone).
Inoltre, il richiamo all’antico progetto novecentesco dell’Intermarium, cioè di un’idea concepita per unire diverse nazioni dell’Europa centrale e orientale – Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, Finlandia, Bielorussia, Ucraina, Yugoslavia e Cecoslovacchia – in un’unica entità politica, lanciata dal Capo di Stato polacco Józef Piłsudski nel periodo post-prima guerra mondiale, aggiunge un ulteriore livello di complessità alla situazione. L’Intermarium – o “Tra i mari”, in latino – sta ora vivendo una sorta di rinascita, con l’obiettivo di creare una versione moderna che coinvolga specificamente Polonia e Ucraina.
Tuttavia, questo piano non è immune da controversie e dubbi. Alcuni esponenti politici ritengono che un’unione di queste fattezze possa portare a una distribuzione diseguale del potere, con il rischio che una delle nazioni possa soverchiare l’altra. E questo solleverebbe importanti questioni sulla genuinità dell’intento di creare un partenariato equo.
Chiaramente anche in Polonia molti hanno sollevato critiche e perplessità sulla fattibilità e l’utilità del disegno geopolitico, tra cui il parlamentare Grzegorz Braun, fondatore del partito nazionalista e tradizionalista (Confederazione della corona polacca), che ha definito la trovata “irrazionale, senza senso e non motivata storicamente”, nonché altamente rischiosa per la sovranità e l’indipendenza nazionale.
“Sogni imperiali” d’antichi fasti
La questione cruciale è se questo possibile legame sarà basato su principi di parità e collaborazione o se potrebbe finire per favorire un Paese a spese dell’altro. Ciò è particolarmente rilevante alla luce delle complesse dinamiche storiche e delle turbolenze territoriali che caratterizzano la regione dell’Intermarium.
La proposta di un patto vincolante di tale genere tra Polonia e Ucraina sembra essere più un riflesso della crescente importanza che Varsavia sta acquisendo nel quadro geopolitico dell’Europa centrale (e, soprattutto, anche dei “sogni imperiali” di alcuni personaggi che ipotizzano di poter ricreare un nuovo tipo di Confederazione polacco-lituana – durata dal 1569 al 1795 -, grazie alla quale rivivere fasti e splendori passati).
Questa iniziativa, quindi, suscita sia speranze che preoccupazioni allo stesso tempo, rappresentando un’ardua scommessa che potrebbe plasmare profondamente il futuro della regione ucraina (si vocifera anche di una prossima Kiev divisa in due, con una zona Est d’influenza russa e una Ovest indipendente – o polacca -, il che vorrebbe dire che lo Stato unitario ucraino non sarebbe comunque più tale). Resta da vedere se queste ambizioni riusciranno a superare le sfide storiche e a costruire un connubio stabile e vantaggioso per entrambi i Paesi “in gioco”.
Fonti online:
ByoBlu (testata giornalistica ed emittente televisiva nazionale; articolo di Edoardo Gagliardi del 21 Aprile 2022), sito ufficiale del Forum economico polacco, sito storico-documentaristico dedicato al Massacro della Volinia, Wikipedia (enciclopedia libera con sito web), sito della Confederazione della corona polacca, Pawel1600.relacje, Grzegorz Braun e CaspianReport (canali YouTube).
Antonio Quarta
Redazione Corriere di Puglia e Lucania
Note di riferimento:
- Tra il 1943 e il 1945 i nazionalisti ucraini, guidati da Stepan Bandera, massacrarono tra 60mila e 100mila polacchi durante quello che verrà tristemente ricordato come il genocidio della Volinia (dal nome della regione in cui accadde, contesa tra Polonia e Ucraina). Inoltre, quasi non fosse abbastanza, nel 2010 il presidente ucraino dell’epoca Viktor Juščenko proclamò ufficialmente Bandera “Eroe ucraino”, scatenando persino polemiche in seno al Parlamento europeo.