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La crisi mette in tilt i cantieri del PNRR – Deserte le ultime gare

PNRR

L’incremento del prezzo dell’energia, dell’acciaio, del cemento ha mandato in tilt, i cantieri delle opere finanziate con il PNRR. Lo hanno annunciato a Roma imprenditori e dirigenti dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili autoconvocatisi nell’anfiteatro dell’Hotel dei Principi.

Foto di InstagramFOTOGRAFIN da Pixabay

Deserte le ultime gare. Governo muto

Confindustria chiede la riscrittura del PNRR. Spero che questo possa far riconsiderare quel progetto insano e folle che, è la Salerno/ Reggio Calabria. Sette lotti da zero a sei.

Non partono dal lotto uno, per connettere il terminale della AV Milano/Napoli Acerra con Sarno/Baronissi /Battipaglia. Sventrano i monti con gallerie, e continuano a raccontare la favola del trasporto merci da trasferire dalla gomma alla rotaia. Una Spa ad azionista unico il MEF, che annualmente sussidia le ferrovie con 8 miliardi di euro.

Guai a chiamarli sussidi! La brillante idea di trasformarle in Spa, ad azionista unico ha trasformato per incanto i “sussidi” in “corrispettivi”. per servizi che la spa svolge e per investimenti fatti sulla rete.

Zittita in tal modo la Commissione UE su deficit e debiti. Insomma lo Stato rimborsa tutto e, non si capisce il perché dovrebbero risparmiare. La manutenzione sulle linee ad alta velocità, l’energia elettrica, gli interessi sui capitali enormi occorsi per costruire la rete alta velocità tutto sul conto dello Stato e quindi di chi paga le tasse.

Allora il biglietto che paghiamo cosa copre?

Il personale, il costo di acquisto del treno (ammortamento), una piccolissima quota dei costi di costruzione delle linee alta velocità. Costi enormi per appalti senza gara costati da Torino a Napoli 80 miliardi di euro.

E lo sperpero continua se si considerano i sei km di Vicenza che costano 1052 milioni. Di soldi però Fs ne ha tantissimi se solo si pensa che ha ottenuto 40,356 miliardi dal PNRR e 21,013 miliardi dal Piano Complementare al PNRR.

La voglia di spendere, senza effettuare analisi costi benefici, analisi finanziarie, analisi a valore aggiunto e anche della domanda di traffico la abbiamo per l’alternativa della Sale no/ Reggio Calabria via costa come previsto da una Decisione Comunitaria, un Regolamento Comunitario e due Allegati Infrastrutture al DEF quello del 2017 e quello del 2020.

Trenta miliardi per un percorso folle, costoso, ad altissima produzione di biossido di carbonio, a elevata occupazione di suolo agricolo primo stoccatore di carbonio, con tempi lunghissimi di realizzazione o una spesa di 5 miliardi lungo la costa da realizzare in pochi anni e, per raggiungere gli stessi risultati?

Paga pantalone quindi scelto il progetto da 30 miliardi

In che modo? Usando l’analisi multicriteria fatta da RFI s’intende! Analizzando il parere della Soprintendenza Speciale , presso il Ministero della Cultura per le opere del PNRR

leggiamo: “ Il tracciato del Lotto 1 A interessa per la maggior parte una zona sottoposta alle disposizioni di salvaguardia dettate dagli art 136 e 142 del D.L.vo 42/2004 ( Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio ; n.d.r.) e interferisce in modo significativo con siti di rilevante valenza paesaggistica (…) frequente e diffusa è la presenza del patrimonio culturale di interesse storico-artistico, architettonico, testimoniale ed etnoantropologico (…) la principale criticità riscontrata è rappresentata dal NON AVER SOTTOPOSTO a VALUTAZIONE lo studio delle tre alternative individuate per il tracciato dell’AV con ADEGUATI APPROFONDIMENTI (..) non è stato perciò DIMOSTRATO anche in considerazione della ricaduta sicuramente incisiva e importante sui contesti territoriali coinvolti e stante la notevole portata dei lavori che la SOLUZIONE PROGETTUALE de qua sia quella ottimale in relazione al CONTENIMENTO delle COMPROMISSIONI rispetto alla VALENZA paesaggistica ed al patrimonio culturale dei luoghi oltre che al loro pregio naturalistico-ambientale intrinsecamente correlato alla valorizzazione dei territori (…) non risulta sufficientemente APPROFONDITA l’ANALISI della SOSTENIBILITA dell’opera rispetto alle diverse realtà territoriali interessate dall’esecuzione della stessa e rispetto alla salvaguardia UNITARIA ed IDENTITARIA del patrimonio paesaggistico e culturale esistente oltre che delle comunità socio-economiche coinvolte (….) non risulta sufficiente la rappresentazione sia dei principali interventi a farsi (viadotti, gallerie, edifici, opere di contenimento, movimentazione di terreno ecc.) che delle effettive interazioni che gli stessi provocano nei territori , su QUANTO già PRESENTE in loco e sui beni tutelati (compresi i paesaggi fluviali) (…..) restano NON RISOLTE le problematiche inerenti al conferimento dell’ingente quantità ( 4,56 milioni di metri cubi , 10 mila metri cubi di pietrisco ferroviario, 21 mila metri cubi di demolizioni, 5100 traverse ; n.d.r.) di materiale risultante dall’escavazione di gallerie ulteriormente aggravate se si considera che la zona in questione è stata investita negli ultimi anni già dai lavori di variante e di ammodernamento della Salerno/Reggio Calabria”. Aggiungo che questo progetto rappresenta la totale negazione delle politiche di decarbonizzazione deliberate dalla UE. Sulla narrazione che rappresenta una opportunità per il Sud, vorrei almeno una analisi a valore aggiunto, una analisi di domanda di trasporto. Nulla. Sulla creazione di posti di lavoro altra grande balla. Sono lavori ad alta intensità di capitale: macchine da cantiere, talpe per gallerie, mattoni e pietre sostituiti da cemento e ferro.

L’impatto occupazionale di tutte le grandi opere è molto basso e di più temporaneo

Risorse scarse in questa terribile contingenza andrebbero vagliate con il massimo del rigore nel perseguire una reale utilità. Invece sulle grandi opere soprattutto ferroviarie si è formato un blocco sociale composito: governo centrale soprattutto alla vigilia di elezioni non lesina fondi, localmente i soldi che arrivano da Roma per qualsiasi progetto utile o no sono sempre ben accetti, i sindacati di settore felici perché la spesa pubblica crea occupazione, le imprese costruttrici, i potenziali utenti e anche i media.

Tutti contenti? No, impattati frontisti, espropriati con un piatto di lenticchie e tutti i contribuenti che pagheranno con tasse i grandi debiti prodotti e lontani nel tempo.

Erasmo Venosi

Redazione Corriere Nazionale

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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