Come comincia la canzone di Modugno Meraviglioso: ” …È vero, credetemi, è accaduto”. Cosi si può dire di un sogno agitato dove, e mi capita talvolta, sono in combutta col Male. Ecco il sogno.
Mi sento chiamare ed avverto strane presenze. Mi ritrovo nell’ingresso di un hotel “El Diablo” dove c’è tanta gente davvero smarrita.
Una ragazza, la figlia del titolare, è stata colta da un morbo davvero strano, vomita ed è cerulea in volto. Avverto la presenza, è collegata a qualcosa che non riesco a vedere, ma quando agito le mani per dare ceffoni al vento, mi accorgo che sto picchiando in realtà una bottiglia di spumante. E’ forse quello che ha bevuto la ragazza?
La bottiglia va in mille pezzi e sento una donna, con capelli neri, lunghi, maglia anch’essa nera e gonna rossa a fiori che, nella stanza affianco, frigna di sgomento per quei frantumi per terra. Ho colpito il Male. Ma non basta.
Forse quella presenza ora si è introdotta nei salatini? Come colto da un’intuizione prendo i salatini li porto con me sul balcone – avverto ancora frignare – e li butto giù. Immediatamente diventano cibo per colombi.
Osservo la scena con piacere pensando: “ora sei finito nella cacca!”.
Un signore, che si affaccia sul balcone accanto a me, sorride.
Mi chiama un amico, mi volto, ma quando sto per varcare la soglia l’amico sbianca in volto e mi blocca: “non sei tu, le mani sono diverse, hai peli sul palmo”. A questo punto capisco che il Male ha preso il mio posto ed io sono quel signore che mi sorrideva accanto.
Urlo.” è lui prendetelo!” Lo si acciuffa in più persone. “Mettetelo in una stanza senza finestre”
E si chiude nello stanzino.
“Ora bisogna chiamare subito un prete, Don Marco, il parroco”. Ma viene un vice-parroco che nessuno conosce. Non va bene, allora si chiama la madre superiora ma viene una suora sconosciuta e la si rimanda indietro.
Noto in lontananza un vecchio prete, lo chiamo. Lui si avvicina, ha lineamenti asiatici e porta delle lenti dorate, sottili.
Lui va bene, nello stanzino c’è trambusto. Il prete ne esce fuori davvero sconvolto. Dice solo, guardando fisso davanti a se: “se n’è andato”. Ma dove sono i miei occhiali?” si chiede con po’ di smarrimento.
Un contadino si appresta a noi e dice: “gli ho visti addosso ad un signore biondo che se ne andato con una coppia di amici col calesse”.
Più tardi la coppia verrà trovata ai piedi di un albero ed imbavagliati. Del calesse nessuna traccia.
Mi avvicino al prete: “ma lui tornerà?”, domando davvero interessato.
E lui “No, non torna più qui, è stato sconfitto ma non da me ma dalla Croce”.
Poi se ne va dando uno sguardo all’insegna, si volta a noi e dice con fermezza: “Cambiate il nome!
Nel sogno avverto l’esigenza di dover tornare al resort e scopro che ha davvero cambiato nome in: “El resort, El Salvator”.
Mi sveglio.