Il calcolo viene fatto solo sui rifugiati ‘intercettati’ dalle Agenzie di tutela della salute. Tra i maschi i più numerosi sono i minori, tra le donne prevale la fascia di età dai 27 ai 44 anni.
AGI – La macchina per l’assistenza ai profughi ucraini in Lombardia gira a pieno ritmo. I rifugiati ‘intercettati’ dalle Ats lombarde (le vecchie Asl) sono circa 38 mila, di cui più di 17 mila minori e circa 25 mila di sesso femminile. Lo apprende l’AGI da fonti della Regione Lombardia.
I vaccinati contro il covid, dal 1° marzo al 20 aprile, sono stati 6.558, con la punta massima toccata il 21 marzo (con quasi 1.400 vaccinazioni). L’ultimo dato sui tamponi processati è relativo al 21 aprile: i test sono stati 21.608, con 317 positivi e 40 debolmente positivi.
“La sanità lombarda – sottolinea la vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti – sta compiendo un grande sforzo per garantire ai quasi 38 mila profughi provenienti dall’Ucraina le prime visite, le vaccinazioni, le cure primarie. È motivo di orgoglio per la nostra Regione accogliere i tanti bambini, le loro mamme e i malati, offrirgli protezione e quelle cure che a causa della guerra non gli sono più garantite nel loro Paese”.
Dei profughi arrivati ce ne sono un paio di oltre 90 anni, mentre i più piccoli hanno meno di un anno. Le fasce di età più numerose per il sesso maschile sono da 0 a 8 anni e da 9 a 17. A incidere sul dato è il fatto che gli uomini sono stati arruolati nella difesa del Paese dall’aggressione russa. Per quanto riguarda il sesso femminile, invece, la fasce di età più presenti sono quella tra i 27 e i 35 anni e tra 36 e 44.