Principale Ambiente, Natura & Salute Accelerare la transizione energetica, rinnovabili unica strada possibile

Accelerare la transizione energetica, rinnovabili unica strada possibile

“Come uscire dalla crisi in corso?
Note a margine del convegno tenuto a Taranto dal titolo “La terra in bolletta”, accademici e addetti ai lavori protagonisti di un articolato e interessante confronto
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Accelerare la transizione, trasformare la crisi in atto in un’occasione epocale, imperdibile, fondamentale, probabilmente l’ultima reale carta che l’umanità ha il dovere di giocarsi per salvare la Terra dai guasti che ha provocato soprattutto negli ultimi cento anni. E’ quanto ribadito venerdì scorso, a Taranto, nel corso del confronto tra i relatori del convegno (trasmesso in diretta Facebook) organizzato dalla parlamentare Ue, Rosa D’Amato, del gruppo Greens/Efa.

Nella saletta riunioni del Login Hub di Taranto, moderato dal giornalista Angelo Di Leo, il dibattito (ovviamente disponibile sulla pagina Fb di Rosa D’Amato) ha coinvolto mondo accademico e addetti ai lavori del settore tecnico, economico e sociale, internazionale, nazionale e locale. “La guerra in Ucraina ha messo ulteriormente in risalto le fragilità strutturali del nostro sistema economico, frutto di decisioni politiche prese in Europa, e in Italia, negli ultimi decenni. La crisi energetica – ha detto Rosa D’Amato avviando i lavori – ne è un chiarissimo esempio: scelte politiche errate ci hanno vincolato al gas russo al petrolio libico (per fare due esempi) portandoci a finanziare guerre, regimi totalitari e, in ultimo, di fatto, la guerra in Ucraina”.

La Commissione Europea – ha spiegato la parlamentare tarantina – ha presentato una Comunicazione “RE power EU” discussa in Parlamento Europeo e che raccoglie una serie di proposte per ridurre la dipendenza dal gas russo e mitigare l’impatto della crisi energetica sui più vulnerabili: famiglie e piccole aziende. “Purtroppo la Commissione e l’Italia ha deciso di continuare a puntare ancora sulle fonti fossili” ha però aggiunto. La soluzione è accelerare la transizione energetica, puntando sulle rinnovabili e sull’efficientamento.
Uno studio di reti di ONG dimostra come rinnovabili e efficienza energetica possano sostituire due terzi delle importazioni di gas entro il 2025. La relazione parla chiaro – ha aggiunto la D’Amato – possiamo tagliare il 66% delle importazioni di gas se rivediamo al rialzo gli obiettivi del pacchetto Fit for 55 della CE, investendo nelle fonti rinnovabili e in misure di efficienza energetica ed elettrificazione. Secondo lo studio – ha chiuso la parlamentare Greens/Efa – non abbiamo nessun bisogno di nuove infrastrutture per importare gas e non è necessario alcun investimento nel carbone”.

Dopo le introduzioni di Rosa D’Amato (Green Efa), sono intervenuti Maria Rita D’Orsogna (fisico, docente ordinario presso la California State university – Northridge), Livio De Santoli (docente ordinario Energy Management presso Università la Sapienza, Roma), Francesco Vizzarro (Presidente Ordine Commercialisti della provincia di Taranto), Antonio Trevisi (esperto in pianificazione energetica ed ambientale) e Bartolomeo Lucarelli (Ingegnere ambientale).

Invitato tra gli altri, è inoltre intervenuto dalla platea il prof Giuseppe Carbone, direttore del Dipartimento di Meccanica dell’Università di Bari. L’appuntamento si è confermato un focus puntuale e documentato sulla questione energetica e sulla crisi in atto. Come nelle intenzioni dei promotori, è stato un confronto scevro da incrostazioni elettorali ed evidentemente arricchito dalle sfumature e dalle peculiarità culturali degli interventi. La transizione energetica è l’unica strada da battere, ha evidenziato Maria Rita D’Orsogna, in collegamento da Los Angeles. Spingere sulle rinnovabili e continuare a spiegare che i fossili sono il passato, dunque.  “Non c’era bisogno di una guerra per rendersi conto che la transizione era e resta fondamentale – ha aggiunto la prof – in Italia la percentuale di uso delle rinnovabili è ancora troppo bassa e intanto si continua a pensare a mega condutture… Occorre che tutti i cittadini si sentano responsabili e mettano pressione sulla classe politica per cambiare sistema energetico!”.

Livio De Santoli, che su questa sfida ha già firmato la proposta di un parco dell’idrogeno a Taranto (studio commissionato dalla parlamentare D’Amato e presentato nel 2021) ritiene che “l’uomo in questo momento si sta accorgendo di quanto fallace sia la globalizzazione”. In cinque anni l’Italia potrebbe affrancarsi dal gas russo – calcola il docente, in collegamento da Roma – e i prossimi dieci anni saranno fondamentali per sostituirli con le rinnovabili. Ma occorre un processo, serio, di elettrificazione del Paese, ad esempio. Servono azioni decise e semplici – aggiunge De Santoli – come potenziare il biometano”.
E, non ultima, l’applicazione del Pnrr che come regola generale abbia la tutela dell’ambiente. Infine, ha detto tra le altre cose il professore nel corso del suo intervento, va aggiornato il piano Piano Integrato Nazionale Energia e Clima (PNIEC), così come andrebbe rimosso il conflitto tra paesaggio e rinnovabili, percorrendo la difficile ma necessaria strada del potenziale utilizzo delle aree non vincolate”.

Dopo il breve intervento, ricco di spunti di riflessione e confronto, del prof Carbone, è stata la volta del terzo dei relatori in programma, il presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Taranto, Vizzarro, che ha portato il dibattito sul fronte quotidiano dei rincari che stanno colpendo famiglie ed imprese, rappresentando efficacemente le difficoltà crescenti di una società in bolletta… proprio come la Terra di cui il 22 aprile è stata la Giornata dedicata alla sua fondamentale TUTELA. “I costi quotidiani aumentano, l’inflazione sale, gli stipendi sono fermi. Chi ha la tredicesima se la vedrà assorbita dai rincari calcolati” ha detto Vizzarro, citando in sala esempi concreti di operatori economici e aziende “già in difficoltà proprio in questi giorni”.

Antonio Trevisi ha poi illustrato il “reddito energetico”, frutto della legge regionale da lui proposta in Puglia ed ora attivata. Una norma che consente alle persone più vulnerabili di poter installare un impianto fotovoltaico con l’aiuto di fondi regionali, senza esborsi economici. Infine, Bartolomeo Lucarelli ha descritto le comunità energetiche. Si tratta di un nuovo strumento per produrre energia per sé stessi e per un gruppo di cittadini, imprese ed enti pubblici, consentendo non solo un risparmio in bolletta ma anche guadagni grazie agli incentivi previsti.

Un dibattito, quindi, intenso e articolato, che ha confermato come la strada del confronto aperto sia fondamentale per la divulgazione e il potenziamento di una coscienza consapevole e critica sui temi (piccoli e grandi) del nostro tempo. “La terra in bolletta” ha chiuso la prima fase di un ciclo di dibattiti avviato lo scorso dicembre in modalità mista (convegni disponibili sulla pagina istituzionale Fb di Rosa D’Amato) dedicato nell’ordine all’utilizzo dell’idrogeno in ambito produttivo (studio de La Sapienza per un parco ad hoc a Taranto), alla sfida sociosportiva dei Giochi del Mediterraneo Taranto 2026, e alle prospettive urbanistiche del capoluogo ionico. La seconda sessione sarà attivata dopo il voto amministrativo di giugno.

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