Alcune giovani hanno raccontato di avere subito palpeggiamenti al party inaugurale che si è svolto alla Reggia di Venaria. il Comune, responsabile della gestione di chi lavora gratis all’evento, ha smentito.
AGI – Nell’edizione dell’Eurovision dedicata alla pace, da qualche giorno corre un’acre polemica, per il momento nel silenzio gli organizzatori, sulle presunte molestie subite dalle giovani volontarie da parte di alcuni ballerini alla festa inaugurale di domenica scorsa alla Reggia di Venaria.
“Ci hanno toccato il sedere”
A raccontarne per primo il ‘Corriere della Sera’ che ha riportato le testimonianze di alcune di loro. “Se non fossi stata una volontaria avrei schiaffeggiato quei ballerini stranieri. Dopo averci fissato a lungo, si sono avvicinati a me e ad altre volontarie. Ci hanno toccato il sedere. Per il disagio abbiamo deciso di allontanarci”.
“Ero con le altre volontarie, quei ballerini stranieri ci hanno fissato a lungo e dopo si sono avvicinati. Ballavamo vicini, poi abbiamo incominciato a sentire le loro mani addosso. Quando ci siano rese conto di quello che stava capitando, abbiamo cambiato stanza della festa”.
Smentite e repliche
Il Comune di Venaria ha smentito, tramite la responsabile della gestione dei volontari in maglietta arancione: “Se fosse successo qualcosa di inappropriato sarei stata la prima ad intervenire, ma non ho visto nulla di tutto questo – le parole della funzionaria comunale, Alessandra Aires -. Mentre il mondo è in guerra a Torino si sta celebrando una festa di pace. Spiace che si cerchi di sporcare una festa bellissima”.
Una smentita a cui il movimento locale ‘Non una di meno’ ha reagito a muso duro: “A fronte delle segnalazioni rese pubbliche da alcune lavoratrici rispetto alle molestie subite sul proprio posto di lavoro durante la kermesse dell’Eurovision, ci chiediamo come rappresentanti del Comune si sentano legittimati a dichiarare che non sia successo niente di male. Come quasi sempre succede, la voce delle donne che vivono violenza o sopruso viene silenziata, i loro racconti non creduti e le loro esperienze non ascoltate. Quanto denunciato dalle lavoratrici è e dovrebbe essere considerato molestia sul posto di lavoro e come tale andrebbe affrontato, puntando l’attenzione sulle condizioni di estremo sfruttamento e ricattabilita’ che le donne vivono in ambito lavorativo e in alcuni contesti di lavoro in particolare”.
A quanto si è saputo, il gruppo femminista valuterà alla sua prossima assemblea se farsi collettore di altre testimonianze e prendere ulteriori iniziative. Al momento non è stata presentata nessuna denuncia. L’Ebu, l’organizzazione che dà vita all’evento, tace ma sembra che sia molto infastidita dalla vicenda.