Principale Ambiente & Salute Senza energia nucleare e con tante scorie da gestire il nostro focus

Senza energia nucleare e con tante scorie da gestire il nostro focus

nucleare

Le nostre 4 centrali nucleari sono state chiuse 35 anni fa, nel 1987.

Da 35 anni paghiamo sulla bolletta elettrica il loro smantellamento e la sistemazione delle scorie nucleari

Chissà a quanto ammonta il denaro pagato, dove è finito e come è stato usato. La SOGIN posseduta dal ministero del Tesoro, che dovrebbe provvedere alla sistemazione delle scorie ha depositato presso il Ministero della Transizione Ecologica, la Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI) ad ospitare, il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco Tecnologico.

Questa CNAI è l’epilogo, il risultato della proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) , a ospitare il Deposito Nazionale, elaborata da ISPRA a seguito della pubblicazione della Guida Tecnica n. 29.

Una Guida che attraverso l’uso di 28 diversi criteri, consente l’individuazione delle aree idonee per lo stoccaggio delle scorie nucleari nel deposito unico nazionale.

I criteri hanno consentito la esclusione di territorio che rientrano, in queste condizioni

a) aree vulcaniche attive o quiescenti: Etna, Stromboli, Colli Albani, Campi Flegrei, Ischia, Vesuvio, Lipari, Vulcano, Panarea, Isola Ferdinandea e Pantelleria;

b) interessate da fenomeni di fagliazione : lineamenti tettonici evidenziati nel catalogo ITHACA ;

c) contrassegnata da sismicità elevata; d) fino a 5 km dalla costa oppure a distanza maggiore ma ad altitudine meno di 20 metri;

e) a rischio di frana o inondazione;

f) presenza di depositi alluvionali risalenti all’Olocene; g) ubicati ad altitudine superiore a 700 metri;

h) caratterizzati da versanti con pendenza media maggiore del 10% ;

i) presenza di fenomeni carsici;

l) falda affiorante che può interferire con strutture di fondazione del deposito;

m) SIC, ZPS, aree naturali;

n) distanti a meno di un km da linee ferroviarie, autostradali e strade extraurbane principali;

o) distanza adeguata da centri urbani; p) presenza di risorse importanti nel sottosuolo;

q) attività industriali a rischio di incidente rilevante, presenza di dighe, aeroporti, poligoni militari.

Il documento consegnato al Mite non è ancora pubblico perché la procedura prevede che la CNAI venga valutata dal Ministero della Transizione Ecologica con il parere tecnico dell’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (ISIN). Queste le dichiarazioni del Ministro Cingolani alla Camera:

“ La CNAI è stata elaborata da Sogin sulla base degli esiti della più ampia consultazione pubblica finora svolta in Italia su un’infrastruttura strategica del Paese, che è stata avviata a gennaio del 2021, con la pubblicazione della proposta di Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI), che si è conclusa il 14 gennaio scorso, quindi circa un anno.

Sogin ha dato la possibilità di partecipare a chiunque ne abbia fatto richiesta, anche se non strettamente contemplato dall’articolo 27, comma 3, al fine di garantire la massima partecipazione possibile.

Durante lo svolgimento della consultazione pubblica, 318 soggetti hanno presentato osservazioni, tutte pubblicate nel periodo gennaio 2021-luglio 2021.

Successivamente, si è svolto il Seminario nazionale con le regioni coinvolte, dal 7 settembre al 24 novembre.

Il 15 dicembre del 2021 sono stati pubblicati gli esiti dei lavori del Seminario nazionale, con l’avvio, il giorno successivo, della seconda fase della consultazione pubblica.

Dal 16 dicembre 2021 al 15 gennaio 2022 sono pervenute ulteriori 50 osservazioni in esito ai lavori del Seminario. (..)

Dal punto di vista procedurale il decreto legislativo n. 31 del 2010 prevede che il Ministero della Transizione ecologica, acquisito il parere tecnico dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (ISIN), che si esprime entro 60 giorni, approvi con proprio decreto la Carta, di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili.

La mappa verrà, quindi, pubblicata sui siti Internet di Sogin, dei due Ministeri e dell’ISIN; i tempi sono questi, sono dettati dalla norma. Successivamente o l’abbaglio di Cingolani o qualcosa è cambiato, infatti ha affermato:la CNAPI propone, pertanto, una distribuzione su 57 aree ubicate in 6 regioni e, segnatamente, 6 in Piemonte, 22 nel Lazio, 1 in Puglia, 4 a confine tra Puglia e Basilicata, 12 in Basilicata, 2 in Sicilia e 10 in Sardegna”.

In realtà la CNAPI propone 67 aree in 7 regioni. La CNAI della SOGIN ha escluso alcune aree presenti nella CNAPI? Recepita la “denuncia” del Presidente della Toscana e quindi escluse Pienza, Trequanda in provincia di Siena e Campagnatico in provincia di Grosseto?

Sembra anche in Piemonte e Sicilia due aree in meno e quattro in Sardegna. Sarà il ministero a chiarirlo entro breve tempo.

Dopo la pubblicazione della CNAI si raccolgono le cosiddette manifestazioni di interesse, da parte di regioni e comuni sedi di aree idonee per realizzare il deposito delle scorie.

Trascorsi 30 giorni dalla approvazione della CNAI la SOGIN invita regioni e comuni sedi delle aree idonee a comunicare entro 60 giorni l’interesse a essere sede di deposito e parco tecnologico.

Si attiva in tal modo una trattativa tra regione o comuni con SOGIN. Se tutte le regioni non manifestano interesse allora SOGIN attiva le trattative con ogni regione che ospita aree idonee per il deposito.

L’autorizzazione sarà rilasciata da un decreto a firma dei Ministri della Transizione Ecologica, delle Infrastrutture e dello Sviluppo. Ultimazione procedimento dicembre 2023. Da “stoccare”.

In un prossimo articolo vedremo la provenienza delle scorie, la composizione e i volumi

Erasmo Venosi

Redazione Corriere Nazionale

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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