Giuseppe Manno (apiculturaurbana.it): “Ci siamo resi conto dei segnali di sofferenza che venivano dalle api in campagna a causa degli agrofarmaci e, sull’onda anche di quello che avveniva in metropoli internazionali, abbiamo deciso di portare le api in città.
AGI – L’affumicatore, l’escludiregina, l’apiscampo o la forchetta per disopercolare non sono più oggetti così misteriosi e sconosciuti. Ma attrezzi fondamentali che fanno parte del ‘kit’ dei nuovi apicoltori, che stanno diventando sempre più numerosi in città, a Milano.
La tendenza di produrre miele nel giardino di casa o sul tetto di un edificio, che a New York e Parigi si è affermata da tempo, è diventata sempre più una realtà anche italiana. Fino a “esplodere negli ultimi anni”, come racconta all’AGI, il fondatore del progetto Apicolturaurbana.it, Giuseppe Manno.
“Ci siamo resi conto dei segnali di sofferenza che venivano dalle api in campagna a causa degli agrofarmaci e, sull’onda anche di quello che avveniva in metropoli internazionali, abbiamo deciso di portare le api in città nel 2017. Alcune aziende prima, tantissime adesso, hanno accolto con entusiasmo di fare un’azione concreta per la biodiversità urbana perché le api, anche se sembra un paradosso, in città hanno l’opportunità di trovare piu’ fioriture che in campagna: i viali, i giardini, i terrazzi sono in fiore, quasi tutto l’anno”.
Il team di Apicolturaurbana, installa e cura alveari in tutta Italia, presso aziende, parchi e scuole. Ma anche in rsa e università. Gli ultimi esempi riguardano due case per anziani di Korian: la Residenza Saccardo a Milano e la Residenza Heliopolis a Binasco (MI), dove sono state messe quattro arnie, in grado di tutelare circa 240.000 api. E, sempre recentemente, la residenza ‘Milano Giovenale’ per 600 studenti, dove hanno trovato casa 2 alveari, con 120 mila api italiane, in grado di impollinare qualcosa come 60 milioni di fiori al giorno e produrre 20 chili di miele all’anno.
“Oggi lavoriamo anche per molte grandi aziende come Barilla, Max Mara, Fiera Milano City. E ancora Enel X, Talent Garden Calabiana, Radio Rds”, a tutti “offriamo un servizio completo” spiega Manno, che va fino “all’estrazione del miele che portiamo nei nostri laboratori di smielatura. Poi lo riconsegniamo in vasetti di vetro, con una etichetta personalizzata”.
Al di là delle grandi società, la passione per le api si è diffusa anche tra persone comuni, come è evidente nelle testimonianze che si possono ascoltare su Apicolturaurbana.it, che sempre più spesso chiedono come avere un proprio alveare.
“Assolutamente sì, proprio per questo abbiamo realizzato una serie di video guide, circa 25, che spiegano passo passo come prendersi cura di una famiglia di api in giardino. Certo ci sono alcune regole da rispettare. Per esempio, è sbagliato mettere gli alveari sul balcone. Ci vuole una distanza di sicurezza e c’è anche un fattore di orientamento, devono essere orientate verso sud. E poi c’è il rischio delle luci artificiali notturne in estate, che potrebbero attirare le api e farle morire di stenti”.
Come deve essere il luogo adatto? “La legge richiede 5 metri lineari di distanza con il vicino e 10 metri da una strada di passaggio. Quindi se si ha un giardino di questa dimensione si si può fare”.
Le stesse regole valgono per il tetto di casa, dove però ci può essere il problema del surriscaldamento in estate; dunque, bisogna che ci siano arbusti che facciano ombra e proteggano le api dal vento. Quanto alla spesa per avere “un piccolo alveare sul tetto” bisogna prevedere sui “400 euro”.
“In un contesto urbano le produzioni sono interessanti – spiega Giuseppe Manno – in media siamo intorno ai 10-15 kg di miele per alveare”. Dunque, con le api a casa, si fa bene all’ambiente, ci si “rilassa” con un hobby interessante e si mangia miele a chilometro zero tutto l’anno.