Foto di copertina
Da sx: Presidente Bianca Tragni – sindaca Rosa Melodia -Dott. P.A. Lucchetti – Assessora Margherita Fiore
by Giovanni Mercadante
La straordinaria eredità di Napoleone lasciata al popolo italiano tra leggi, palazzi sontuosi, arte e cultura. Una rivoluzione culturale nell’arco di un decennio: 1805-1815.
La scrittrice e giornalista Bianca Tragni, Presidente del Club Federiciano, nel celebrare il bicentenario della morte dell’Imperatore Napoleone Bonaparte, ha fatto presente che risvegliare questa memoria è un’occasione per approfondire temi a volte contrastanti, ma degni di attenzione, perché ogni regime presenta ombre e lati positivi.
All’appuntamento di sabato 14 maggio 2022, la sala consiliare del Palazzo di Città era gremita di un numeroso pubblico, con una elevata presenza di donne, di “vitamina D”, per un usare un eufemismo coniato dal Dott. Pietro Alberto Lucchetti, Consigliere alla Cultura della Presidenza della Repubblica, illustre relatore invitato a descrivere il monumentale Palazzo del Quirinale a Roma.
Tra gli ospiti è stata registrata la presenza del prof. Pietro Pepe, già Presidente del Consiglio Regione Puglia; della dott.ssa Daniela De Bellis già funzionaria della Sovrintendenza ai Beni culturali di Bari e presidente del Club Soroptmist di Bari, molto legata ad Altamura per aver seguito anni fa il restauro della pala dell’altare maggiore della Madonna dell’Assunta in cattedrale; nonché della Vicepresidente nazionale del Club Unesco Dott.ssa Maria Simone, di Cassano delle Murge.
Sono intervenuti per il saluto istituzionale la Sindaca, avv. Rosa Melodia e l’Assessora alla Cultura avv. Margherita Fiore.
Sotto il governo napoleonico furono attuate numerose riforme: il Codice napoleonico, entrato in vigore nel regno il 1º gennaio 1809; un sistema legislativo civile che consentiva per la prima volta in Italia il divorzio e il matrimonio civile; il cinema vide l’apparizione del film muto; nel campo della moda si affermò lo “Stile Impero”.
Il dott. Pietro Alberto Lucchetti, da 22 anni presso la Presidenza della Repubblica, profondo esperto dello storico palazzo del Quirinale sede rappresentativa del presidente della Repubblica Italiana, ha conosciuto quattro Presidenti, di cui due con doppio mandato (Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella).
Detto palazzo, pseudo napoleonico – ha esordito P.A. Lucchetti – ha una vicenda storico-artistica piuttosto travagliata per i numerosi cambiamenti subiti nel corso dei secoli. E’ un palazzo unico nel suo genere che parte dai Sabini, passa per l’imperatore Augusto, per Costantino ed arriva fino ai giorni nostri.
E’ una struttura senza identità; durante il Rinascimento fu nella proprietà della potente famiglia napoletana dei Carafa, il cui edificio, considerato villa di campagna, presentava fino al 1538 una torretta di vedetta. La sua estensione, considerevole: circa 112 mila metri quadri; la struttura all’epoca era al servizio del giardino. Furono studiati progetti di cambiamento, a cui partecipò il grande artista poliedrico Gian Lorenzo Bernini che realizzò l’ingresso per il corteo delle carrozze dal lato secondario.
E’ stato definito un palazzo senza amore, senza calore, perché non ha mai avuto una donna come padrone di casa; insomma è stato sempre carente di “vitamina D”, come scherzosamente ha ribadito il Consigliere P.A. Lucchetti.
La stratificazione padronale più significativa si ha dal 1538 al 1730, con l’arrivo di Papa Innocenzo XII alias Antonio Pignatelli e Papa Benedetto XIII alias Pierfrancesco Orsini, entrambi murgiani; il primo di Spinazzola, il secondo di Gravina in Puglia. Questi due illustri personaggi iniziarono a lasciare le loro impronte con lavori di adeguamento alle esigenze del loro governo.
Nel 1809, l’Imperatore Napoleone Bonaparte da Vienna lancia un proclama: Roma diventa capitale, seconda città imperiale dopo Parigi; e così il palazzo del Quirinale rientra tra i suoi favoriti.
Papa IX Ferretti (dal 1846 al 1878) era considerato uno jettatore; perciò gli “inquilini” dopo di lui potevano essere influenzati dalla jattura, tanto che Vittorio Emanuele II non voleva entrare a nessun costo in detta residenza, temeva qualche disgrazia.
Napoleone, proclamandosi Re d’Italia, realizza il suo mondo ideale. Al suo seguito aveva un paio di generali, i quali su indicazioni di Antonio Canova consigliò di incaricare l’architetto Raffale Stern, di origine tedesca; a questo fu affidato il progetto caro all’imperatore eseguendo opere di straordinaria bellezza che cambiarono il volto del palazzo.
Difficile fare un parallelismo tra la reggia di Versailles e il Quirinale. Versailles innanzitutto è molto più piccola in termini di estensione.
Piuttosto si potrebbe accostare un paragone tra i Musei vaticani e il Quirinale per la sovrapposizione degli interventi fatti nel tempo.
Il grande “Corso” amava i fregi, le decorazioni, i marmi a mosaico. In quel periodo furono censiti tutti i monumenti di Roma, dal Colosseo in poi
Con il cambio di regime, i Savoia smontarono poco alla volta il Quirinale sostituendo opere parietali di pregevole fattura con opere sconnesse, dal gusto orrido. Per esempio, la sala delle “Dame” con i Savoia l’arredo fu completamente rifatto.
Il programma messo in campo dalla vulcanica Bianca Tragni è ricco di appuntamenti, spalmato da maggio a tutto il periodo estivo; figura centrale Napoleone Bonaparte.
A giugno prossimo si parlerà del Regno d’Italia di Napoleone Bonaparte; del Regno di Napoli di Gioacchino Murat; di Jeronimo Bonaparte, fratello di Napoleone, che abolì la schiavitù in Germania. E’ previsto l’intervento del tedesco dott. Johann Georg Bricht di Passau (sud Baviera).
Altro appuntamento è il 9 luglio con una conferenza e mostra di gioielli napoleonici da collezione presso la nota gioielleria Adorante a cui parteciperà il dott. Domenico Lantini; la conferenza è prevista nell’androne del palazzo Santoro-Rella.
L’illustre conferenziere Pietro Alberto Lucchetti è stato omaggiato dalla sindaca avv. Rosa Melodia con il “Crest” Città di Altamura; e dal Club Federiciano con due significativi “cadeau”: una litografia raffigurante Napoleone Bonaparte del pittore Ivo Falchi e con una triade di recenti pubblicazioni della Presidente e scrittrice Bianca Tragni su conferenze a temi napoleonici.