Principale Arte, Cultura & Società 25 maggio: giornata internazionale dei bambini scomparsi

25 maggio: giornata internazionale dei bambini scomparsi

25 maggio: giornata internazionale dei bambini scomparsi

di Rita Lazzaro

Secondo uno studio della Commissione Europea, ogni anno in Europa sono circa 250.000 i bambini e gli adolescenti che scompaiono: un bambino ogni due minuti.
Dati agghiaccianti che portano a porsi una serie di domande:
Dove abbiamo sbagliato?
Quali sono i rimedi, per prevenire questo dramma?

Visto lo stato delle cose, principalmente geopolitico, basti pensare alla guerra in Ucraina, la situazione dei bambini scomparsi è destinata a degenerare o c’è ancora speranza?
Alle presenti domande risponderà Gianni Casale: avvocato Cassazionista civile e penale.

Intervista con la quale si darà inizio alla rubrica “L’innocenza violata” in cui si affronteranno, con vari professionisti, i crimini efferati che colpiscono il mondo dei piccoli:

“Il tema mi tocca veramente molto da vicino. I numeri sono semplicemente agghiaccianti. Che un bambino si allontani da casa come scelta per sfuggire ad un abuso o venga sottratto e deviato verso canali delinquenziali significa che il nostro mondo sta fallendo, l’uomo sta fallendo.

I minori sono il nostro futuro e violentare questi bambini significa violentare il futuro della nostra società, significa non avere rispetto di quella continuità umana e sociale che, invece, deve essere a noi ben presente consapevoli che nessuno è eterno e che, quindi, il cammino della nostra società passa per il rispetto e l’aiuto ai minori di oggi.

Non ho nulla in contrario alle giornate della memoria, da qualunque parte politica o sociale siano proposte o stimolate: ricordare serve a tenere alta la guardia e vivo il senso di partecipazione ed impegno ma occorre che tutto non si esaurisca in proclami o spot elettorali che rischiano di assumere un sapore di stucchevolezza.

Sono temi dove la concretezza è d’obbligo e la tutela dei minori manca di una vera rete di protezione che possa farci affermare con plauso che i bambini sono al primo posto dei pensieri dei grandi. La mia critica verso i nostri politici non l’ho mai nascosta e certamente non mi sottrarrò in questa circostanza e continuo a dire che nel nostro Paese e in generale nelle società (anche tra le più democratiche e tutelanti) i minori hanno bisogno di un’attenzione sempre maggiore e non si può dormire sugli allori. Non mi riferisco a questo ultimo governo solamente ma in Italia si parla di minori solo in occasione di eventi luttuosi o quando questi sono oggetto di comportamenti efferati: non serve.

La “politica dell’indignazione”, il senso di indignazione che spesso scorgo nelle persone quasi come un atteggiamento di ipocrita contrizione a me non piace: occorre fare, occorre fare prima, occorre fare prima che gli accidenti si verifichino verso i deboli o gli indifesi.

A chi mi chiede dove siano gli sbagli spesso gli chiedo quanto tempo ha da impiegare per ascoltarmi, quanto tempo ha da voglia di investire per sentire quello in cui mi imbatto quotidianamente nelle aule di tribunali dove i minori a vario titolo sono violentati da comportamenti che di umano hanno molto poco. E parliamo delle sole violenze e soprusi tra le quattro mura di casa da coloro che dichiarano di amarli, mentre se ci dirigiamo verso i minori fuori dal contesto famigliare come, appunto, quelli oggetto di migrazioni di popolo allora il tema diventa ancora più scottante perché implica agiti e interessi sessuali verso i quali rabbrividisco solo al pensiero.

Senza facili ipocrisie è risaputo che i minori svolgono un interesse su molti piani delinquenziali proprio per la loro malleabilità, per la loro fragilità, per la solo ingenuità e, soprattutto, come strumenti per delinquere o, comunque, protagonisti di mercati dove le devianze sessuali dei grandi alimentano mercati mercenari da terzo mondo.

La vittoria sta in un percorso culturale che deve nascere e svilupparsi nel piccolo, dal condominio di casa dove ognuno deve avere a cuore il bene del figlio del dirimpettaio del pianerottolo a quello del quartiere dove una rete di protezione “invisibile” deve monitorare anche sui figli degli altri nella consapevolezza che solo con un’idea di mutuo soccorso si può sperare di vivere meglio. Il concetto deve essere che i minori sono di tutti e che quindi ognuno deve sentirsi responsabilizzato a proteggerlo mentre molte volte le persone si voltano dall’altra parte per non avere “rogne”.

In politica il tema dei minori non è un tema che paga, perché è un tema difficile che raramente porta popolarità rispetto a temi che permettono un palcoscenico molto più titolato.

Io ritengo che la rete di tutela dei minori vada rifondata togliendo certe prerogative attuali a determinate figure che nel tempo hanno fatto più danni che altro, e continuano a farle ma non voglio addentrarmi in sterile polemiche epistolari anche se raramente trovo contraddittori pubblici.

Le guerre non aiutano il problema anzi, i conflitti fagogitano i deboli: gli anziani stanchi ed inermi spesso vivono la prostrazione di una vita che termina con l’umiliazione dello sconfitto mentre i minori alimentano comportamenti abusanti nella consapevolezza che in guerra tutto sia permesso: lo stiamo vedendo con la guerra in Ucraina. migliaia di bambini orfani ma, soprattutto, migliaia di bambini scomparsi e di cui si sono perse le tracce e che verosimilmente saranno andati ad alimentare mercati poco etici. Le guerre rappresentano un po’ come dei bazar dell’abuso dove tutto diventa molto più difficile da controllare e reprimere. I veri martiri delle guerre non sono solo i soldati e cittadini che combattono per la libertà ma, soprattutto, quei minori indifesi che dall’oggi al domani sono strappati alla loro innocenza per diventare improvvisamente grandi da un giorno all’altro.”

Redazione Corriere di Puglia e Lucania 

Corriere Nazionale

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