Da alcuni giorni le accademie greche sono sconvolte da una serie di proteste. Centinaia di studenti stanno infatti scendendo in piazza tra Atene e Salonicco per opporsi a una nuova legge governativa che presto entrerà in vigore e che potrebbe cambiare radicalmente il volto dell’istruzione universitaria nel Paese.
La nuova normativa sulla sicurezza nelle università è stata varata dal Parlamento greco nel gennaio 2021. Essa prevede l’istituzione di un corpo di polizia dedicato esclusivamente ai campus, l’installazione di telecamere di controllo all’interno delle strutture e la creazione di varchi contingentati con tessere d’accesso. In altre parole, si tratta di uno spropositato ampliamento dei meccanismi di sorveglianza.
Questa legge, salvo sorprese dell’ultimo minuto, sarà effettiva a partire dal prossimo mese di giugno. Circa 400 poliziotti sono stati preparati esclusivamente per essere dispiegati all’interno degli istituti accademici nelle prossime settimane.
Lo spettro dei “Colonnelli” in versione digitale
Ma qual è la ragione che ha spinto la Grecia di Kyriakos Mitsotakis a blindare così pesantemente le università? Ufficialmente vi sarebbero stati vari furti in molte aree e occupazioni abusive da parte di alcuni collettivi attivisti, tipo quella di una libreria all’Università di Salonicco (che dura da parecchi anni). Tuttavia, queste motivazioni sembrano essere piuttosto fittizie di fronte all’ampiezza della nuova norma. A ben guardare, l’introduzione della videosorveglianza, dei tornelli controllati e la presenza fissa degli agenti sembrano più un avvertimento contro eventuali atti di protesta o resistenza degli stessi iscritti ai corsi.
La mossa del Governo ha suscitato una forte reazione da parte dei giovani. In Grecia, la presenza militare all’interno delle aule accademiche evoca il brutale ricordo del novembre del 1973, quando forze di polizia, su ordine del “Regime dei Colonnelli“, soffocarono con violenza un movimento di contestazione maturato presso il Politecnico di Atene. Queste tristi immagini, mai cancellate, hanno indubbiamente alimentato il malcontento tra gli studenti odierni, che da vari giorni stanno organizzando manifestazioni contro l’imminente istituzione della “Guardia Universitaria“.
Nella scorsa settimana, l’automobile del rettore dell’Università Tecnica Nazionale di Atene è stata data alle fiamme, un atto portato avanti dal collettivo studentesco anti-establishment Athens Indymedia. Venerdì scorso, un gruppo di individui appartenenti all’Università di Economia e Commercio di Atene ha persino preso d’assalto una succursale della Banca del Pireo, causando danni all’entrata e agli sportelli automatici.
Un’austerity che fu (è e sarà) solo una grossa fregatura
La presenza di sentimenti anti-bancari tra gli universitari non è sorprendente, considerando che i giovani laureandi saranno probabilmente i primi a sperimentare la precarietà di una società gravemente colpita dall’austerità economica imposta in Europa.
Nessuno di loro ha scordato che, a poche ore dal referendum sull’accettazione delle condizioni economiche di rientro dal debito – imposte dall’UE e dal Fondo Monetario Internazionale – fu impedito a tutti i greci di ritirare il proprio denaro contante da ogni ATM bancario (su mandato dichiarato dell’allora Presidente della BCE, Mario Draghi).
E non è un caso che quest’odio si sia concentrato nei poli universitari, dove il governo guidato da Mitsotakis – ex consulente di McKinsey – sta cercando di introdurre un sistema di prevenzione e repressione estremamente invasivo.
Ma, questa volta, la Grecia ha gli occhi aperti.
Fonti online:
ByoBlu (testata giornalistica ed emittente televisiva nazionale; articolo di Michele Crudelini del 30 maggio 2022), Le Monde, Ekathimerini.com, Al Jazeera, Euronews (canale YouTube).
Antonio Quarta
Redazione Corriere di Puglia e Lucania