Cose da Palazzo o cose da pazzi, fate voi. Noi registriamo spesso l’umore della piazza, poi cerchiamo nelle cose dette e ridette e si fa la conta.
Dal titolo si capisce il senso. Davvero, cosa hanno pensato di guadagnare i 17 nottambuli che affossarono il sindaco a qualche mese dalla scadenza naturale? I risultati di questi giorni mostrano la realtà.
Questi i loro nomi tra ex appartenenti alla maggioranza e opposizione
Mario Pulpo, Cataldo Fuggetti, Federica Simili, Antonino Cannone, Cosimo Festinante, Giampaolo Vietri, Stefania Baldassari, Marco Nilo, Carmela Casula, Antonella Cito, Rita Corvace, Massimo Battista, Floriana De Gennaro, Vincenzo Fornaro, Massimiliano Stellato, Salvatore Brisci, Salvatore Ranieri.
Tenuto conto del risultato elettorale su 17 solo 6 – se i dati saranno confermati dalla prefettura – rientrano nel consiglio comunale, per cinque anni di opposizione regalando una maggioranza quasi bulgara a Melucci.
E sono: Giampaolo Vietri, Cosimo Festinante, Carmela Casula, Massimiliano Stellato, Massimo Battista e Salvatore Brisci.
Cosa che avevamo previsto a novembre scorso.
Ci domandiamo, ma quella notte dal notaio cosa avevano in mente i 17 consiglieri, quale futuro auspicavano, quale lettura davano della realtà politica? Nulla, a chi fa di solito il mestiere di commentare i fatti della società, anche politica, quel gesto apparve emotivo, superficiale, lontano dal sentimento della città.
Nessun proclama dei 17, durante la campagna elettorale, fino al voto, è riuscito ad aggregare un consenso ad una coalizione. Neanche la protesta per la gestione dei rifiuti che nel borgo continua a creare discariche, isole intelligenti che sono diventate stupide, ecc.
Dal come è andata viene fuori l’evidente smarrimento dell’elettorato di centro destra che, forse, ha disertato le urne perché non si sentiva garantito da un candidato sindaco che veniva dal Pd. O ha votato Melucci per rabbia.
Spiccano le misere 75 preferenze di Vincenzo Fornaro che fu candidato sindaco dei Verdi nella precedente competizione ed ora appoggiava Musillo. Questo è il risultato che raccoglie. Tirandosi dietro le polemiche dei vecchi amici verdi che lo accumunano ai deterministi dell’industrialismo – costi quel che costi -.
A che serve ora il compiacimento di uno degli artefici dell’affossamento, Massimiliano Stellato, che plaude alle preferenze raccolte per stare con il centro destra a Taranto e col centro sinistra a Bari. Un non senso della politica che rientra nel trasformismo puro. Che curricula!
Luigi Abbate, scomodo giornalista, in tutta questa vicenda, rappresenta l’unica novità, legata all’opposizione, poiché, in virtù dei resti – è stato candidato sindaco – entra in consiglio comunale.
Nel prossimo consiglio comunale farà il grillo parlante. L’unico che può accontentarsi del risultato.
Ecco che concludendo questo articolo ci va di sorridere pensando a chi spara filosofia per politica, e dando una risposta alla domanda posta del titolo, cosa hanno guadagnato i 17. L’inno dei disperati, come i tre cumpare suonatori del mitico Carosone, Giuanne, Francischielle e don Pasca’.