di Vincenzo Angiulo
Cassano delle Murge, borgo immerso nella verdeggiante murgia, ha molte bellezze da offrire per chi, in viaggio nel cammino materano o chi, stanco del caos della città e in cerca di tranquillità, decide di visitarlo, soggiornando nei B&B che offrono loro, comodità e tranquillità, non ché vivacità, emanata dai compaesani, sempre allegri e gioiosi nel vedere i forestieri, stupiti nell’ammirare, fotografare e visitare, quelli che sono i tesori artistico culturali, immersi nel paese vecchio.
Per chi decide di fermarsi e soggiornare in questo borgo e ammirare le sue bellezze, le sue perle, opere e tesori, le sorprese non mancano di certo: tante sono le storie, le vicende, i fatti che avvolgono Cassano. Questo paese è, per l’appunto un luogo da esplorare, per chi viene da fuori ma è anche un luogo carico di ricordi per chi, con costanza, lo vive goni giorno.
In tanti credono nella bellezza, nella forza e nel vigore di Cassano delle Murge e fanno di tutto, nelle loro possibilità, di preservarlo e migliorarlo. Fra questi emerge il nome di Felice Vitale e sua moglie Valeria Chimienti che insieme, uniti dall’amore e dal supporto reciproco, hanno di recente, inaugurato il suo B&B “Nel Vicoletto”.
Punto di ristoro situato, appunto, in un vicolo periferico del centro storico, dove la calma è predominante e la sensazione di essere calati nella Cassano rinascente, nella Cassano che riprende le redini, dopo le brutture della prima guerra mondiale è una sensazione reale. Tutto è rimasto come all’ora, come dimostra anche la scritta incisa sul frontone della porta, recante la data: 1921.
Al solo salire i gradini della struttura, ci si rende conto di trovarsi in un luogo nel quale riposare è certo, immersi nella completa, avvolgente e rasserenante calma, donata dall’ambiente, nel quale l’alloggio è immerso.
Malgrado l’avanzare della modernità, il primo impatto che questo luogo suggestivo, (certo i dovuti restauri sono stati necessari ma nel loro, giusto, limite) offre e conserva l’ardore preservato d’un tempo carico di storia, custodito nelle fondamenta, nelle pietre miliari che innalzarono la struttura originaria, in un tempo ormai trascorso, quando la frugalità era alla base della vita, quando il necessario bastava e avanzava e tutti si guardavano e vivevano in armonia con il tempo che avanzava. Ascoltiamo le parole dal diretto interessato che, gentilmente, ha deciso di rispondere a qualche semplice domanda.
Da dove è nata l’idea del Vicoletto, cosa ti ha spinto a dargli vita?
“L’idea “del vicoletto” è nata in me quando ho capito che la prima cosa da fare qui, in questo paese, nel mio paese, dove sono nato e vivo, è quella non solo di preservarlo ma di aiutarlo a crescere, crescere con lui e non restare fermi, ad un punto di perenne arretratezza.
Io credo nel paese, per questo ho acquistato questa casa, della quale ho deciso di parlare, dove appunto è sorto il B&B. Durante i lavori atti al restauro e alla sua costruzione, molta gente, figlia dei proprietari o che conosceva i proprietari che edificarono la vecchia struttura, mi chiedevano di fargli visitare gli interni, così da rivivere la loro storia…”
Spiega il titolare, non ché proprietario della casa, entusiasta nel regalare queste informazioni e contento nel notare che i compaesani apprezzano e si interessano al futuro, condividendo gli ideali di quest’ultimo, citati in precedenza.
Il nome del B&B “Nel Vicoletto”, da dove è nata l’idea di questo nome?
“Il nome nasce dal punto in cui il B&B è situato. Si trova, per l’appunto, in un vicolo periferico del centro storico.
Volevo che il nome coincidesse con l’ambiente in cui è immerso. Infatti si trova in un vicolo periferico del centro storico.”
La casa sorge in un piccolo vicolo, o meglio: Vicoletto, per restare in tema. Sorge oggi, a ridosso della strada trafficata da macchine e mezzi che sfrecciano veloci; un tempo invece, era trafficata da mezzadri, asini che trainavano carri e contadini. Era solo una casa, inserita fra le altre, delle quali facevano dimora coloro che lavoravano le campagne che si aprivano, fuori proprio quei vicoli.
Una casa, nascosta in un “Vicoletto” periferico, che costeggia le campagne, dove si sentono ancora, i canti di coloro che strappano il pane alla terra arsa.