Principale Politica La Nato svende i Curdi e si piega al Sultano

La Nato svende i Curdi e si piega al Sultano

Tutti abbiamo letto i titoloni dove si diceva che la Turchia ha dato via libera all’ingresso nella Nato di Svezia e Finlandia, evento considerato  come un grande successo dell’alleanza atlantica, mentre invece è stato il segnale di una grande debolezza e povertà morale, anche dell’Europa e delle elite politiche dei singoli Paesi: le cose infatti stanno molto diversamente rispetto alle cronache prodotte  da un’informazione così patologicamente bugiarda da dare l’impressione di aver smarrito la mappa della verità e di non sapere più dove si trovi la realtà e dove la narrazione.

La verità è invece che l’occidente pur di fare dispetto alla Russia ha concesso una grande vittoria strategica a Erdogan le cui conseguenze si faranno sentire a lungo in futuro: il sultano ha dato il proprio permesso all’operazione a patto che i due Paesi scandinavi folgorati sulla via di Stoltenberg, prendano provvedimenti contro il Pkk  e altre organizzazioni curde – considerate terroristiche da Ankara – le vietino e  rimandino in Turchia i curdi che hanno trovato nell’estremo nord sia asilo, che un palcoscenico politico. Ciò ha già causato violente proteste in parlamento in Svezia, e nonostante questo Stoccolma  ha dovuto arrendersi e promettere l’estradamento  prima di 60, poi di 73 dirigenti curdi come primo atto di questa doppia sottomissione alla Nato. Ma il numero delle persone da tradire  è destinato ad aumentare.

D’altra parte il memorandum siglato non lascia vie di scampo ai governi di Svezia e Finlandia, la cui lungimiranza è simile a quella di un cieco in un labirinto: per poter effettivamente entrare nella Nato i due Paesi hanno infatti bisogno dell’assenso di tutti i partecipanti all’Alleanza e di certo Ankara negherà il permesso se tutte le sue richieste non verranno soddisfatte: il prossimo anno ci saranno le presidenziali in Turchia ed Erdogan non potrà permettersi di scendere a compromessi nemmeno se lo volesse, anche perché teme la concorrenza del rivale Demirtas edè peraltro anche incalzato dagli alleati nazionalisti.

Viste le difficoltà politiche che invece incontreranno i due Paesi scandinavi nell’adempiere al tradimento dei Curdi, il Sultano cercherà in ogni modo di non farsi fregare e per questo trascinerà la questione a ridosso delle urne  in maniera da apparire ed essere un vincitore assoluto. Così è praticamente certo che la firma turca arriverà  non prima del prossimo anno e non prima delle elezioni. Ovviamente verranno fatte pressioni enormi nei confronti della Turchia, ma saranno del tutto inutili perché è lei ad avere il coltello dalla parte del manico: la Nato non può a questo punto fare la figura di rinunciare a Svezia e Finlandia  e non può nemmeno permettere che questo mortifero abbraccio venga bocciato dai Parlamenti, un pericolo sempre in agguato anche se essi sono pieni di gente in libera vendita –  probabilmente comprare un deputato costa meno di un lanciamissili da spalla di quelli inviati in Ucraina – mentre chi davvero conta nel gioco della politica  esce fuori dagli allevamenti del Wef e di altre organizzazioni similari, come l’appunto le due premier di Svezia e Finlandia.

Quindi non c’è alcuna speranza che la popolazione dei due Paesi scandinavi  possa cambiare qualcosa dentro queste logiche, ma nonostante ciò l’operazione è globalmente un fallimento per  l’intero occidente che ha dimostrato di essere totalmente inaffidabile e di svendere chiunque per i propri interessi. Chi si fiderà più delle merde che siamo? E il vero vincitore è il sultano di Ankara che così sta mandando messaggi ai suoi nemici in Medio Oriente: la Nato ha più bisogno di me che non io della Nato, quindi non sperate che i visi pallidi possano salvarvi.

Nemmeno se mettono in campo, un altra memorabile fesseria che rimarrà nella storia, a parte il falso default della Russia i 300 mila uomini costantemente in massima allerta prodotti nella fantasia infantile di Stoltenberg. il fatto è che la Nato non ha nemmeno lontanamente 300 mila uomini realmente operativi e men che meno da tenere in stato di allerta. Ma anche volendo l’impegno finanziario solo per questo sarebbe il doppio di tutti i bilanci della difesa, Usa ovviamente esclusi. Ci si limiterà – come lo stesso Stoltenberg ha fatto ampiamente comprendere – a promuovere tutti i marmittoni in uomini ad “alta allerta” anche quando dormono.

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