Il 3 luglio 1971, nasceva Julian Paul Assange, giornalista, programmatore e attivista australiano, cofondatore e caporedattore dell’organizzazione divulgativa WikiLeaks.
La sua notorietà internazionale giunge nel 2010, per aver rivelato tramite WikiLeaks documenti statunitensi secretati, ricevuti dalla ex militare Chelsea Manning, riguardanti crimini di guerra; per tali rivelazioni ha ricevuto sia svariati elogi da privati e personalità pubbliche che onorificenze (tra cui il Premio Sam Adams, la Medaglia d’oro per la Pace con la Giustizia dalla Fondazione Sydney Peace e il Premio per il Giornalismo Martha Gellhorn), ed è stato ripetutamente proposto per il Premio Nobel per la pace per la sua attività di informazione e trasparenza.
Rivelazioni che, però, gli hanno altresì portato 18 accuse negli Stati Uniti dove rischia fino a 175 anni di carcere.
Nonostante ciò, il 17 giugno, il Regno Unito ne ha approvato l’estradizione, avendo considerato valide le rassicurazioni fornite dalle autorità statunitensi rispetto al trattamento che verrà riservato al prigioniero.
Washington avrebbe infatti promesso di non rinchiudere Assange in un carcere di massima sicurezza, né in isolamento e di riportarlo in Australia per scontare la sua pena, una volta finito il processo.
“Questa decisione pone Assange in grande pericolo e invia un messaggio agghiacciante i giornalisti in ogni parte del mondo” ha dichiarato Agnes Callamand,segretaria generale di Amnesty International.
“Se l’estradizione andrà avanti,Assange correrà il grande rischio di essere posto in isolamento prolungato,in violazione del divieto di maltrattamenti e torture.
Le assicurazioni diplomatiche fornite dagli Usa,secondo le quali Assange non sarà tenuto in isolamento,non possono essere prese sul serio dati i precedenti” ha aggiunto Callamard
” Chiediamo al Regno Unito di non estradare Assange e agli Usa di annullare le accuse affinché Assange sia liberato” ha concluso Callamard.
Appello al quale se ne aggiungono altri, come quello di Francesco Amodeo, giornalista d’inchiesta che, in questa data significativa, ha organizzato un flash-mob alle ore 18:00 nei pressi del consolato americano in Largo Guido Donegani davanti alla sede di Radio 105.
E sempre oggi, a valore simbolico, avrà inizio la rubrica “Voci Scomode” con l’intervista al dott.Amodeo sul sit-in organizzato in onore di Assange.
Il punto di vista di Francesco Amodeo:
Dott. Amodeo, lei è costantemente vittima di censura e minacce; le hanno addirittura chiuso tutti i canali, inclusa la pagina, perdendo con essa tutto il lavoro di inchiesta che ha condiviso coi suoi lettori.
A tal proposito, cosa pensa di un occidente che fiocca di norme a tutela della libertà di pensiero, parola e stampa ma, contestualmente, condanna alla gogna , al linciaggio e per finire all’isolamento, chi osa discostarsi dal pensiero unico che, seppur politicamente corretto, è pur sempre un solo pensiero e quindi oltraggio alle democrazie?
-“La disinformazione mediatica e la censura sono la prima vera piaga del nostro Paese.
Da esse ne derivano direttamente tante altre come la passività dei cittadini davanti ad attacchi sempre più palesi contro il popolo contro i principi democratici, contro i lavoratori e contro le libertà sancite dalla nostra costituzione.
Un cittadino disinformato diventa il principale carnefice di se stesso. Ma troppo spesso la disinformazione va anche oltre e diventa vera e propria censura.
Ossia impossibilità di accedere a certe informazioni, per questo motivo la battaglia che abbiamo deciso di portare avanti contro l’estradizione di Julian Assange è una battaglia in favore dell’uomo ma anche di un simbolo dell’informazione negata.
Come ricordava il compianto Giulietto Chiesa in uno dei suoi ultimi messaggi:
“Se va in porto il progetto di distruggere Assange, di rinchiuderlo definitivamente, di punirlo perché ha rivelato al mondo la verità e i fatti dei padroni universali o di una parte di loro, allora vuol dire che anche noi, noi tutti, non parlo soltanto di noi giornalisti, noi tutti saremo in pericolo, saremo imbavagliati, costretti a difenderci, oscurati, minacciati, impossibilitati ad avere notizie affidabili, a capire che cosa succede a casa nostra e nel mondo intero”.
“La disinformazione mediatica e la censura sono la prima vera piaga del nostro Paese”.
Chissà, forse è per questo motivo che, come sostenuto da Francesco Amodeo:
“Assange ha onorato la libera informazione e tutti noi gli dobbiamo davvero tanto”.
Rita Lazzaro