“Se parliamo di Dio, Patria e Famiglia, non c’è nessuno più a destra di noi. Se parliamo di Stato Sociale, non c’è nessuno più a sinistra di noi”.
Queste le parole di Giorgio Almirante fondatore del MSI con Cesco Giulio Baghino, Giorgio Bacchi e altri veterani della Repubblica Sociale Italiana.
Un passato che non ha mai rinnegato e che, forse per questo motivo, gli portò continui attacchi e pregiudizi dal mondo politico e dai media.
Un esempio lo si può ben constatare nell’intervista in cui, con un certa amarezza ma sempre a testa alta, riportava l’episodio di un comizio in cui parlava della guerra.
Della guerra “che avremmo voluto vincere, della guerra che avevo fatto” .
Un discorso che gli costò una denuncia per apologia di fascismo e l’invio al confino per un solo giorno.
“Parlavo ma non era un delitto, sarà stata retorica? Mah…non era comunque un delitto”
Esperienza che segnò profondamente Giorgio Almirante da far sì che ogni suo comizio diventasse un tentativo di esprimere liberamente il suo pensiero, i suoi sentimenti .
“La mia scelta di libertà è questa ed è definitiva.”
Parole che risalgono al dopoguerra ma che risultano tremendamente attuali e forse, per questo motivo, è arrivato il momento di “dare risposte sensate a domande sensate” che la destra “osa” porre alla sinistra.
Una sinistra che, a quanto pare, continua a nascondersi “dietro a mostri che non esistono”.
Come ha sottolineato il leader di FdI: Giorgia Meloni, la quale in risposta al collega Fratoianni, considera stucchevole che “chiunque provi a sostenere una tesi diversa da quella sinistra debba essere bollato come impresentabile”.
La condotta sinistra
Una sinistra che, anziché rispondere nel merito della questione, risponde coi soliti marchi del politicamente corretto: dall’omofobo al razzista, concludendo col classico “fascista”.
Quest’ultimo, un marchio che scatta anche e soprattutto se si “osa” parlare e difendere i valori di Dio, Patria e Famiglia.
Forse sarebbe stato più corretto definire questo trio “una vita di merd*””?
Come disse un certa senatrice.
Stando così le cose, si può amaramente constatare come cambino i tempi ma non le condotte.
Di tutto questo parleremo nella rubrica “ Attacco sinistro” con Antonio Tisci, avvocato e componente del consiglio di amministrazione della Fondazione Alleanza Nazionale.
Avvocato,perché ci ritroviamo con una sinistra che tanto parla di democrazia, inclusività e tolleranza ma, contestualmente, censura e marchia chi osa discostarsi dal suo pensiero?
–“La sinistra ha letto e studiato Carl Schmitt e sa bene che la politica si fonda sulle categorie amico/nemico. Il nemico è colui il quale deve essere abbattuto perché è da ostacolo alla realizzazione dei propri obiettivi politici. La sinistra lo ha sempre fatto dal dopoguerra in poi utilizzando due strumenti: l’accusa di estremismo per le idee e la questione morale per le persone.
Un attacco violento che non ha riguardato soltanto la destra missina e post missina ma chiunque avesse le idee chiare per sconfiggerla. Furono accusati di essere fascisti anche Sogno e Pacciardi, medaglie d’oro della Resistenza, soltanto perché erano fortemente anticomunisti. Fu accusato di essere fascista Craxi che stava costruendo un Partito Socialista capace di non essere subalterno al PCI. Furono accusati di essere fascisti anche Cossiga e Fanfani la cui militanza democristiana non lascia dubbi alla moderazione. Così come per tutti i suoi avversari è stata sempre sollevata la questione morale che si fonda su una presunta superiorità morale della sinistra. Iniziò Berlinguer nei confronti del PCI, la sinistra ha fatto di tutto contro Berlusconi usando le toghe rosse per aprire centinaia di indagini e processi quasi tutti conclusi senza una condanna. Oggi è il turno della Meloni e di Fdi, hanno iniziato con l’accusa di estremismo, proseguiranno con le indagini e la questione morale.
Tutte le storie che ho indicato hanno un comune denominatore che è il fatto di avere la possibilità e la capacità di essere vincenti. Fino a quando Fdi era debole, la Meloni era vista come la destra presentabile a differenza di Salvini, oggi che è il primo partito è iniziata la campagna di odio. Accadde anche a Fini, prima il mostro neofascista, quando fondò Fli e iniziò a litigare con Berlusconi divenne la destra presentabile. Anche Berlusconi, prima era descritto come il mostro, poi quando servì per far nascere i governi tecnici e depotenziare Meloni e Salvini divenne la destra presentabile, salvo tornare ad essere descritto come un pericolo per la democrazia quando sembrava volersi giocare la partita per la Presidenza della Repubblica.
Diciamo che c’è una certezza in Italia, se vuoi sapere qual è la strada giusta per battere la sinistra basta vedere chi è l’uomo politico e quale è la parte politica che subisce gli attacchi”.
Rita Lazzaro