Draghi si è dimesso, il presidente Mattarella firma il decreto di scioglimento delle Camere.
Mattarella: “La situazione politica ha condotto a questa decisione”
Ma qual è la situazione politica che ha portato a questo epilogo?
Una serie di reiterate dimissioni da parte del presidente del consiglio, ormai più che consapevole del venir meno della maggioranza di unità nazionale che ha appoggiato il suo governo sin dalla sua nascita, come sottolineato nel discorso tenuto ieri al senato .
Il presidente della repubblica ha respinto le mie dimissioni e mi ha chiesto di informare il parlamento di quanto accaduto
Una decisione che ho condiviso”.
Draghi parla di “una scelta tanto sofferta quanto dovuta”.
“Lo scorso febbraio, il presidente della Repubblica mi affidò l’ incarico di formare un governo per affrontare le tre emergenze che l’ Italia aveva davanti : pandemica, economica e sociale.
‘Un governo’, – furono queste le sue parole di alto profilo – ‘che non debba identificarsi con alcuna formula politica’.
Un governo che faccia fronte con tempestività alle gravi emergenze non rinviabili.
Tutti i principali partiti con una sola eccezione decisero di rispondere positivamente a quell’ appello”.
Il premier ricorda altresì quanto disse nel discorso di insediamento in cui fece esplicito riferimento “allo spirito repubblicano del governo che si sarebbe poggiato sul presupposto dell’unità nazionale”.
Un’unità nazionale che ha permesso al suo governo di far fronte a una serie di emergenze come quella pandemica.
Infatti parla delle misure di contenimento sanitario, della campagna di vaccinazione, dei provvedimenti di sostegno economico a famiglie e imprese, della capacità di superare la “fase più acuta della pandemia a dare slancio alla ripresa economica”.
Ricorda altresì “la pazienza avuta dagli italiani alle restrizioni per combattere la pandemia nonché la straordinaria partecipazione alla campagna di vaccinazione”.
Parla della spinta agli investimenti e della protezione dei redditi, che ha permesso di uscire più rapidamente di altri paesi dalla recessione provocata dalla pandemia.
Per di più ricorda che grazie all’appoggio parlamentare della maggioranza e dell’opposizione l’Italia ha reagito con “fermezza” all invasione dell’ Ucraina da parte della Russia, senza mai cessare la ricerca della pace”.
Ricorda con orgoglio la “grande celerità per superare l’inaccettabile dipendenza energetica dalla Russia, conseguenza di decenni di scelte miopi e pericolose”
Pensa altresì “all’accoglienza spontanea offerta ai profughi ucraini ,accolti nelle case e nelle scuole con affetto e solidarietà”.
Che dire… parole forti, toccanti, da patriota, non per nulla lo stesso Draghi dice forte e chiaro:
“Mai come in questo momento sono stato orgoglioso di essere italiano”.
L’Italia è forte quando sa essere unita”.
Un discorso con qualche “svista”
Ma è davvero così?
L’Italia è davvero unita?
Eppure la pandemia e il conflitto russo-ucraina dimostrano il contrario
Non per nulla, si è passati dalla caccia al no vax alla caccia al filo-Putin, addirittura con liste di proscrizione col nome di giornalisti, influencer, freelance, professori, che osano non allinearsi a quella che sembra essere una vera e propria propaganda di guerra.
Per di più Draghi, nel menzionare “i progressi con la Turchia”, non ha fatto alcun riferimento al popolo curdo che, col Memorandum sigillato da Erdogan, Finlandia e Svezia, ha subito l’ ennesimo tradimento da parte dell’occidente.
Ma alla fine perché sorprendersi?
Dopotutto è lo stesso premier che non rispose alla giornalista che gli chiese spiegazioni a riguardo.
Draghi ha altresì decantato la notevole riduzione di importazione di gas dalla Russia, ma tutto ciò chi mette realmente in ginocchio?
Indubbiamente gli inverni che seguiranno daranno una risposta più esaustiva dei vari piani alternativi prospettati dal governo, basti pensare all’ormai nota “soluzione”:
“Volete la pace o i condizionatori accesi?”
Il premier ha altresì elogiato la solidarietà dell’Italia verso l’ Ucraina nonché la calda accoglienza verso il popolo ucraino. Peccato non abbia riportato anche la notevole condotta discriminatoria dell’Italia e di tutto l’occidente verso il popolo russo, a suon di censura e di divieto di partecipare a gare ed eventi.
Visione distorta del principio di uguaglianza? Oppure vale la regola che, dopotutto, in guerra e in amore tutto è permesso, incluso il dimenticarsi dei principi fondamentali del nostro ordinamento giuridico, come quello sancito dall’art 3Cost?
Principio fondamentale nato proprio per evitare il ripetersi di pagine buie non solo della storia d’Italia ma del genere umano.
Una cosa è certa, adesso la parola spetta ai cittadini, come democrazia rappresentativa richiede.
Ogni forza politica raccoglierà quanto seminato, ma soprattutto il popolo avrà i rappresentanti che merita, dopotutto “vox populi vox Dei”.
Avremo imparato dagli errori commessi in precedenza, soprattutto in questi ultimi due anni, o continueremo a macchiarci di recidiva?
E anche in questo caso parleranno i fatti.
Rita Lazzaro
Redazione Corriere di Puglia e Lucania