Modernità disumanizzante.
Società ipertecnologica.
Multinazionali sempre più invasive come Amazon nella raccolta dei dati personali.
Una privacy a rischio col controllo del “Leviatano universale” che dà luogo a quel Nuovo Ordine Mondiale destinato ad assumere “proporzioni orwelliane”.
Esseri umani omologati e inglobati in un “universo invasivo e privo di punti di riferimento”.
Tecnologia subdola di cui i giovani sono le principali vittime.
Una tecnologia di cellulari e social, che è frutto di un “divertimento che è come il miele per le mosche, perché in quella rete resteranno tutti invischiati, prigionieri di un gigantesco archivio gestito da pochi privilegiati”.
Queste le parole chiave che spiegano il perché dell’evento “Moderno sarà lei, come hanno distrutto l’Italia”.
Spettacolo che ha avuto luogo il 17 luglio, a Milano, in uno spazio ride in Via Valenza, con protagonista il leader di ItalExit, Gianluigi Paragone.
Quesiti sulle parole chiave
“C’è modo di sottrarsi a questo futuro che sembra uscito da un brutto film di fantascienza?”
Domanda che, in occasione della rubrica “Voci Scomode”, sarà rivolta nel dettaglio a chi denuncia tutto questo e soprattutto lo combatte.
Senatore Paragone, come si può uscire da questo film così avulso dai principi costituzionali, ma distante soprattutto dal concetto stesso di essere umano?
“Con la partecipazione popolare e con una nuova era della politica.
Lo strapotere di multinazionali e grandi gruppi finanziari ha spogliato la politica delle sue prerogative migliori, le decisioni non vengono prese democraticamente ma vengono imposte dall’alto.
E i cittadini in tutto questo sono soggetti inermi costretti a subire qualsiasi decisione, anche le più assurde, come abbiamo visto durante l’emergenza Covid che qualcuno vorrebbe procrastinare all’infinito.
Il fatto, per esempio, di avere negato il diritto al lavoro a persone sane che non avevano violato alcuna legge è stato abominevole.
Non possiamo permettere questa deriva, dobbiamo lottare per la democrazia e per il rispetto delle libertà costituzionali”.
Lei mette in risalto l’identità della Nazione, le sue radici, l’essenza del made in Italy, con l’obiettivo che l’Italia torni a essere uno Stato sovrano e che gli italiani tornino a sentirsi orgogliosi della loro Nazione.
Ragionamento che sa tanto di fascismo per una visione politicamente corretta, ma che sa di amor di Patria per chi, invece, sente ancora nelle vene la sua italianità.
Il che non significa sentirsi superiore ad altri popoli, come l’intellighenzia sinistra ha volutamente diffuso, corrompendone il significato, ma vuol dire semplicemente valorizzare e proteggere il proprio Popolo esaltandone i pregi e correggendone i difetti.
In che modo lei e la sua forza politica intendete far rinascere una Patria “sì bella e perduta”? E a proposito di rinascita, un tema su cui insiste con particolare attenzione, è il progresso che avanza. Tutto questo paradossalmente con un’umanità in costante involuzione. Forse perché è l’uomo a essere al servizio del progresso anziché quest’ultimo al servizio dell’uomo?
“L’Italia è un Paese magnifico, unico al mondo da tutti i punti di vista.
Il patrimonio artistico, la biodiversità, il cibo, la capacità di rialzarsi quando veniamo feriti (penso solo al post seconda guerra mondiale), il genio e la creatività.
E poi l’impresa, la solidarietà sociale, il commercio e la ristorazione.
Potrei andare avanti per pagine intere.
Solo una narrazione falsa e autolesionista può confondere la necessità di esercitare una sovranità monetaria, come sempre è stato nella nostra storia contemporanea, con concetti sorpassati e ormai senza senso.
La consapevolezza e la partecipazione sono tesori sociali ai quali non si può rinunciare, se no si diventa colonia a disposizione di qualsiasi padrone.
Noi di ItalExit vogliamo innanzitutto ricordare agli italiani che possono essere orgogliosi di essere nati e cresciuti in questo splendido Paese.
Vogliamo lottare per i diritti conquistati dai nostri avi e per il rispetto della Costituzione.
Per quanto riguarda il progresso è vero che non si può fermare, ma si può e si deve dominare la tecnologia, riportarla al suo ruolo, al servizio dell’uomo.
Se no rischiamo di infilarci in un incubo in cui gli esseri umani diventano marionette controllate in ogni loro movimento e sottomesse a un potere invisibile, ma sempre presente in ogni istante delle nostre vite”.
A tal proposito, in che modo, a suo avviso, si può vivere in una società dove il progresso avanza ma l’umanità non si abbrutisce?
“Se la tecnologia viene usata per creare dei “pass”, dei meccanismi di controllo che umiliano l’individuo e lo privano della sua essenza, allora siamo destinati a un futuro brutale e disumano.
Se invece sapremo usare queste nuove tecnologie per migliorare le condizioni di vita di ciascuno, ma rispettando l’essenza dell’essere umano, tutto cambierà.
E’ solo una questione di scelta, ma è una scelta così importante che non si può certamente delegare ai proprietari di qualche multinazionale e ai tecnici alla Colao.
Dobbiamo tornare, come cittadini, come persone, a far sentire la nostra voce.
Per questo dico che ItalExit è un partito fortemente ideologico, perché in un panorama politico in cui tutti – chi più, chi meno – rispondono agli stessi padroni e seguono i diktat dell’Unione Europea, noi offriamo una visione diversa di società.
Abbiamo il coraggio di parlare di un futuro migliore.
Ed è questo il punto di partenza per qualsiasi cammino”.
Il coraggio visto come un punto di partenza per la realizzazione di un futuro libero e sovrano, in cui è l’uomo a servirsi della tecnologia anziché quest’ultima, trasformandolo così in un mero automa
Rita Lazzaro
Redazione Corriere di Puglia e Lucania