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L’importanza delle primarie in Sicilia per l’ipotesi di un’alleanza tra Pd e M5s

Campo largo ormai tutto siciliano che prova a dimostrare, innanzitutto a se stesso, che esiste ancora. In lizza Caterina Chinnici del Pd, Barbara Floridia del M5s e Claudio Fava.

di Giuseppe Marinaro

© Minichiello / Agf
– Barbara Floridia con Domenico De Masi e Giuseppe Conte

AGI – Il campo progressista in Sicilia è vivo e sceglie il suo leader. In 32 postazioni – sparse su tutto il territorio regionale – si vota per decidere quale candidato rappresenterà la coalizione nelle elezioni regionali. Si vota fino alle 22.

In lizza Caterina Chinnici del Pd, Barbara Floridia del M5s e Claudio Fava. Il voto in presenza è consentito a chi lo ha richiesto in fase di registrazione. È possibile anche, per chi si è registrato, il voto online.

I tormenti del campo progressista

Campo ormai tutto siciliano che prova a dimostrare, innanzitutto a se stesso, che esiste ancora. A mille dilemmi e perplessitaà prova a dare voce un partner di questa avventura, il Psi: “La caduta del governo Draghi – ragiona il vice segretario nazionale socialista Nino Oddo – ha cambiato totalmente lo scenario politico. Già il perimetro ristretto come da noi previsto per le primarie ha ridotto la partecipazione in maniera sensibile. Inoltre il loro svolgimento oggi non solo risponderebbe ad un quadro politico che non esiste più, ma renderebbe difficile l’ulteriore allargamento della coalizione a forze moderate e di centro, oggi escluse ma che potrebbero ritrovarsi sul piano nazionale e regionale in un programma di continuità rispetto al governo Draghi.

C’è chi li chiama laboratori, ma assumono la forma di un paradosso isolano, perché inevitabilmente la portata dell’insidiosa questione si porrà con tutta evidenza dopo il voto. Pd e M5s che correranno con tutta evidenza separati alle Politiche, potranno mai stare dalla stessa parte a sostegno del candidato che risulterà vincente alle primarie?

Il tema se lo pone, a esempio, una delle parti in causa in questa sfida, l’ex presidente dell’Antimafia regionale Fava: “Mi chiedo con quale spirito di lealtà domani il partito di Conte sarà capace di lavorare al servizio di questa coalizione…”.

E, poi, sempre in termini di scenario, con quali alleati? Azione di Calenda, +Europa e Italia viva potrebbero convergere su un esponente del centrosinistra, ma mai su quello del M5s che ha già peraltro posto un veto in questo senso. Insomma, da qualunque parte la si guardi, la storia appare priva di un finale coerente.

Eppure i dem siciliani al momento si prodigano in dichiarazioni di ottimismo e di fedelta’ al patto con il M5s degne delle miglior cause. Il leader regionale del Pd, Antohny Barbagallo tira dalla sua i numeri: “Superate le 40 mila registrazioni. Tanti sono i siciliani e le siciliane che si sono registrati per eleggere il candidato della coalizione progressista alla presidenza della Regione. Il metodo è quello giusto e siamo pronti a proseguire il percorso avviato da tempo”.

Lo segue il referente del M5s, il capogruppo all’Ars, Nuccio Di Paola: “Con il Pd in Sicilia c’e’ la massima sintonia e la ferrea determinazione a portare a compimento il percorso delle Presidenziali”. Paradossi di Sicilia.

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