Principale Cultura & Società Cassano delle Murge nel XIV secolo: la nascita delle mura

Cassano delle Murge nel XIV secolo: la nascita delle mura

Accade, a volte, di alzare lo sguardo su certe case del borgo antico.

Accade, a volte, di scorgere tracce di epoche passate come architravi, pozzi, decorazioni e torri. Oggi parleremo proprio di quest’ultime e, più in generale, delle antiche mura che cingevano Cassano Vecchia.

Erette a metà del XIV secolo, la loro costruzione fu ordinata nel 1351 dall’arcivescovo Bartolomeo Carafa durante il suo episcopato allo scopo di difendere i cittadini cassanesi dalle truppe ungheresi di Luigi il Grande.

Per capire il motivo della loro costruzione, occorre però fare un passo indietro.

Nel 1345 Andrea, fratello di Luigi, venne assassinato da sua moglie Giovanna I, regina del Regno di Napoli. Luigi allora interrogò Papa Clemente IV, chiedendo la detronizzazione di Giovanna, ritenendola responsabile, e che la corona passasse al figlio giovanissimo di lei e Andrea, Carlo Martello. Luigi reclamò anche la reggenza del Regno di Napoli, data la giovane età del nipote, e si impegnò ad aumentare le decime che Napoli versava alla Santa Sede. Tuttavia il Papa non fu in grado di fare luce fino in fondo sull’omicidio di Andrea, e ciò spinse Luigi ad invadere il Sud Italia con un poderoso esercito, rinforzato da mercenari tedeschi e milizie reclutate allo sbarco in Puglia.

Luigi marciò fino a Napoli, dove entro a Febbraio del 1348, solo per scoprire che Giovanna era fuggita a Marsiglia con un cugino appena sposato, Luigi di Taranto.

Così Luigi I amministrò il Regno di Napoli per un breve periodo, ma l’arrivo della peste lo costrinse a fuggire, nominando però Ulrich Wolfhardt governatore della città.

La peste lo raggiunse sulla strada verso casa, mentre il Papa e il collegio cardinalizio dichiararono innocente Giovanna dalle accuse.

Ritentò nuovamente l’invasione due anni dopo, nel 1350. Ovviamente un esercito di tale portata richiedeva molto denaro per essere mantenuto, e spesso Luigi dava il via libera ai suoi uomini di battere i comuni che non parteggiavano per lui. Alcuni borghi furono razziati e dati alle fiamme, forse scomparendo per sempre, mentre altri furono saccheggiati più volte, come Grumo.

Alla fine dell’estate, Luigi abbandonò i suoi piani di invasione e si ritirò, lasciando distruzione e devastazione dietro di sé.

A causa di questi fatti, l’anno dopo l’arcivescovo Carafa ordinò la costruzione in diversi comuni di una cinta muraria, in grado di resistere alle invasioni nemiche.

L’edificazione delle mura iniziò subito, e fu completata solo nel 1377 dal successore dell’arcivescovo Carafa, Nicola Brancaccio, il cui stemma fu posto sulla porta conosciuta dai cassanesi come “Porta di Sotto” e su campanile della chiesa matrice.

Intervallata da undici torri quadrate e una cilindrica denominata “torre aragonese”, la cinta muraria aveva due porte al momento della consegna: la già citata “Porta di Sotto”, che si apriva a nord, e l’altra all’estremità opposta del borgo, chiamata “Porta la Croce”. Solo nel 1725 si edificò un ulteriore porta, chiamata “Porta Calabrese”, dato che in quella strada vi abitavano numerosi cittadini originari appunto della Calabria, che diedero lustro al paese con la lavorazione del rame.

La cinta muraria, ormai vetusta e inutile, fu poi abbattuta a partire dal 1860 fino ai primi del 900, a causa dell’aumento della popolazione la cui richiesta di spazio era in costante aumento.

Oggi delle mura rimangono solo poche sezioni, avviluppate e nascoste dalle case di costruzione successiva. Le tre porte sono ormai distrutte, tuttavia aguzzando la vista si possono notare queste vestigia, e alcune delle dodici torri originali, ancora presenti a segnare il confine tra Cassano Vecchia e le nuove zone.

Pietro D’onghia

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