Principale Estero Trump in Florida fa un altro passo verso la Casa Bianca

Trump in Florida fa un altro passo verso la Casa Bianca

Il tycoon non l’ha detto ancora con parole nette, ma ha fatto capire che si candiderà alle presidenziali del 2024.

di Massimo Basile

© Patrick T. FALLON / AFP
– Donald Trump

 

AGI – Donald Trump non l’ha detto ancora con parole nette, ma ha fatto capire che si candiderà alle presidenziali del 2024. Parlando al summit degli studenti conservatori riuniti a Tampa, Florida, Trump ha usato un giro di parole per avvicinarsi all’annuncio che milioni di elettori americani aspettano da mesi. “Non vogliono che mi candidi – ha detto – perchè non vogliono che io rappresenti voi. Sono la persona più perseguitata della storia. Se annunciassi di non candidarmi, le indagini finirebbero subito. E invece sapete cosa? Non c’è possibilità che io lo faccia“. La platea ha risposto con un’ovazione.

Già in Arizona, venerdì, Trump si era avvicinato al “punto” della candidatura. Ogni giorno sembra quello buono, ormai il conto alla rovescia è cominciato. I media americani si aspettavano che l’annuncio forte e chiaro sarebbe stato fatto stasera in Florida.

Ma Trump, di fatto, ha parlato da candidato, anche con la fronda interna, della quale sono affiorati i primi segnali, quando il leader repubblicano al Senato, Mitch McConnell, in settimana aveva annunciato che ci sarebbe stata una “folla di candidati”. Come ad avvertire Trump: dovrai conquistarti la nomination. Uno degli sfidanti potrebbe essere il padrone di casa, il governatore Ron DeSantis, che ha già raccolto l’endorsement ufficiale di un ex amico di Trump, il fondatore di Tesla e uomo più ricco al mondo Elon Musk.

Ma l’ex presidente resta il più popolare tra i conservatori, anche se il processo mediatico andato avanti fin qui, con le audizioni al Congresso sull’assalto a Capitol Hill, hanno cominciato a scavare nella roccia e a seminare dubbi. Il conservatore New York Post ha appena definito Trump “indegno di guidare di nuovo il Paese”, accusandolo di essere stato inerte per più di tre ore, il 6 gennaio 2021, quando i suoi sostenitori assediarono gli edifici del Congresso.

Ma il Trump che ha parlato ai giovani in Florida è parso un uomo deciso ad andare avanti per la sua strada, bypassando le strategie di partite, pronto a rivolgersi direttamente agli americani, sempre più vicino al traguardo dell’annuncio. “Noi abbiamo reso grande l’America – ha continuato – ma ora non lo è più.

Non lasceremo che il nostro Paese diventi il Venezuela, diventi l’Unione Sovietica, questa nazione non appartiene a loro, questa nazione appartiene a voi, è la vostra casa”. Rispetto alle ultime uscite pubbliche, Trump è parso più elettrico, più originale, anche nel raccontare una serie di episodi controversi, come quando ha rivelato che si sarebbe “autoassegnato la Medal of Honor”, il più alto riconoscimento del Congresso ai militari e veterani per il loro servizio.

“Ma non me lo fecero fare – ha spiegato – mi dissero che era inappropriato”. Stimolato dalla presenza di tanti giovani, Trump, che era stato introdotto alla convention in stile star del wrestling, con un video celebrativo, ha attaccato di nuovo Joe Biden, dicendo che con lui il “Paese è ridotto a un accattone”, e che il ritiro dall’Afghanistan, avvenuto un anno fa, “è stato il momento più umiliante della storia americana”.

Trump ha definito il cambiamento climatico una “bufala da sconfiggere”; ha annunciato di “aver completato il piano originale” della costruzione del muro al confine con il Messico, denunciato la “fine della libertà d’espressione” e accusato i democratici di “atteggiarsi a poliziotti”.

Prima del comizio, il suo staff aveva fatto circolare alcune anticipazioni del discorso, tra cui la richiesta al Congresso di dare più poteri al presidente, per permettergli di licenziare i burocrati corrotti e tutti i dipendenti federali che non si allineeranno all’amministrazione o “saranno incompetenti”.

Trump, convinto di essere rieletto, vorrà essere l’uomo in grado di dire “sei licenziato” a tutti coloro che, nell’amministrazione, non lo seguiranno. L’ordine esecutivo ha un nome, “Schedule F” e, secondo molti osservatori, diventerà uno dei punti chiave della sua campagna per le presidenziali.

Il finale, dopo più di un’ora di slogan e di qualche caduta di stile, come quando ha invitato la platea a sbeffeggiare i transgender, è stato nel segno dei comizi classici, con gli slogan sull’America che con lui “tornerà di nuovo grande”, “più potente”, “più sicura”. Il messaggio è stato salutato dall’ovazione dei giovani. Poi spazio al pezzo funky che chiude ogni comizio del tycoon, “Hold On ìm Coming”, “aspetta che sto arrivando”. E di fatto, a Tampa, quel ‘sto arrivando’ è sembrato sempre più vicino.

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