Anastasia insieme al marito, Oleksii, e al figlioletto viveva a Kiev ma a causa della guerra è dovuta fuggire a Irpin: “Trasformiamo questi terribili ‘doni’ in cose che non ci lasceranno mai dimenticare le conseguenze di una crudeltà sconfinata”.
di Emanuele Perugini
AGI – Bombe di mortaio trasformate in fiaccole di speranza. Una giovane coppia di profughi a Irpin sta riutilizzando le bombe dei mortai russi appena disinnescate per trasformarli in fiaccole e raccogliere fondi per il sostegno all’esercito ucraino.
Il primo lavoro è stato quello di ripulire la nuova casa e il giardino anteriore da tutti i resti che la guerra aveva lasciato. Vicino alla casa miracolosamente sopravvissuta dove ora vivono, hanno avuto luogo le ostilità e ancora molto rimane della guerra. È in questo momento di ripartenza che i due hanno la brillante idea di utilizzare le munizioni disinnescate dai genieri ucraini, dando loro nuova vita e nuovo significato, trasformandole in piccole opere d’arte.
Hanno iniziato a realizzare torce a olio, ma soprattutto hanno trasformato uno strumento di morte in uno strumento di speranza. Fiaccole che sono diventate molto popolari e per questo, i due, hanno iniziato a produrle per venderle. Il loro progetto non è redditizio. I guadagni rimborsano il costo della fabbricazione delle lampade della speranza e il resto del ricavato va ai soldati ucraini in difficoltà.
La storia di Anastasia e Oleksii è una bella storia di speranza, di amore per il proprio popolo e la propria nazione, una storia che, come le loro lampade, illumina un periodo storico molto buio per l’Ucraina.
“So cosa state pensando tutti adesso – ha spiegato Anastasia – È brutto, è difficile, fa male all’anima. Le mani tremano quando le si tiene. Ma voglio gridare al mondo intero che la mia voce non sarà messa a tacere fino alla fine di questo orrore. Tengo le torce tra le mani e mi spaventa immaginare che tante persone sono morte e stanno ancora morendo per colpa di questi ordigni. Ma fortunatamente, questo proiettile di mortaio non ha funzionato ed è stato neutralizzato dai nostri incredibili difensori e convertito in un simbolo della memoria”.
“Un fuoco ardente – ha aggiunto – è un segno di vita che pulsa in ognuno di noi. Stanno cercando di distruggerci, ma stiamo diventando più forti! Crediamo ancora di più nell’Ucraina e nelle nostre invincibili Forze Armate. Trasformiamo anche tali terribili “doni” in cose che non ci lasceranno mai dimenticare le conseguenze di una crudeltà sconfinata nella realizzazione di una visione malata e sadica del destino futuro del popolo ucraino. Questo fuoco è un ricordo dei caduti. E allo stesso tempo è un simbolo di vita eterna. Non dimenticheremo mai, mai!”