Principale Arte, Cultura & Società Università, Formazione & Scuola La storia di Valerio Wu tra tenacia e volontà di riuscire

La storia di Valerio Wu tra tenacia e volontà di riuscire

Valerio Wu il giorno della meritata Laurea.

Valerio Wu ha venticinque anni e vive a Modugno. Si è recentemente laureato presso l’Università degli Studi di Bari e lo ha fatto in Lis, la Lingua dei segni italiana . Infatti, Valerio è affetto da sordità. Lo studio, impegno gravoso per ogni studente, per lui ha comportato uno sforzo in più,  alla fine premiato con la meritata attestazione universitaria e il plauso della commissione esaminatrice capeggiata dal rettore Stefano Bronzini.

Ho intervistato Valerio per voi , colpita dalla sua storia, dalla sua grande tenacia e dal suo messaggio universale. 

Ti sei sentito sempre accolto e incluso durante la tua carriera scolastica e universitaria?
Mi sono sentito abbastanza accolto soprattutto grazie alla collaborazione dei miei colleghi. 

 Quali sono le maggiori difficoltà che hai incontrato durante il tuo percorso? 
Le maggiori difficoltà le ho incontrate soprattutto a causa del monte ore di interpretariato garantite: solo 150 ore all’anno. Pochissime, se ci pensi. Per questo non potevo partecipare a tutte le lezioni e neanche ad altre attività formative che mi interessavano. Dovevo calcolare e risparmiare continuamente le ore.  

 La laurea è una grande soddisfazione. Quali sono state le tue emozioni quel giorno? 
Sì, è stata una grande soddisfazione nonostante le difficoltà e tutto ciò che è stato necessario gestire. Ero teso, e non tanto per la discussione. Non sapevo che Stefano Bronzini, rettore dell’Università degli Studi di Bari, sarebbe venuto alla seduta di laurea. Alla proclamazione, ha proposto al pubblico l’applauso in LIS, Lingua dei Segni Italiana. È stata una emozione fortissima. Ho sentito davvero il calore dei presenti ed il loro apprezzamento nei confronti del mio lavoro e dei miei sacrifici. È stato esaltante: ho provato molta serenità.  

 Ci puoi descrivere, per te, l’importanza di poter discutere la tesi in Lis? 
Sì, la LIS è lo strumento meraviglioso: mi ha consentito di esprimere i miei pensieri, senza timore o disagio durante tutto il percorso universitario. 

In una precedente intervista, hai parlato della pandemia. Ritieni che l’Università degli Studi di Bari si sia dimostrata all’altezza nel far fronte alle tue necessità? La pandemia è stata solo un amplificatore di problemi pregressi non ancora del tutto risolti. Bisogna lavorare ancora molto per realizzare davvero uno spazio universitario a misura di studente sordo.  

 In generale, quali sono le cose che cambieresti nell’approccio al trattamento della sordità da parte del sistema scolastico e universitario?
Sarebbe funzionale un approccio diverso: non organizzare solo il necessario per una piena accessibilità basandosi sul concetto astratto di sordità ma lavorare in base ad un dialogo concreto con gli studenti sordi riguardo i loro bisogni comunicativi e di apprendimento specifici. 

Sempre in generale, facendo riferimento alla tua esperienza di studente e cittadino, ritieni di vivere in un paese inclusivo? 
Diciamo che vivo in un paese che tenta di esserlo e questo già è un buon inizio ma la strada da fare è decisamente ancora lunga. 

 Quali consigli ti senti di suggerire agli studenti nella tua stessa condizione?
Non mollare nonostante le difficoltà e seguire i propri sogni, con umiltà e tenacia credendo in se stessi perché riuscire non è impossibile.  

Quali sono le tue speranze e aspirazioni future?
Spero che in un prossimo futuro, gli studenti sordi non debbano più confrontarsi in modo dispari con gli udenti. Mi auguro che possano frequentare al pari degli altri studenti, decidendo – come gli udenti – cosa e quanto frequentare in base solo alla propria volontà e ai propri interessi e non basandosi su servizi a tempo, limitanti. 

La storia di Valerio insegna molto, a tutti.
La forza, la tenacia e la volontà di non mollare mai rappresentano un monito universale, una lezione importante. Mi auguro sinceramente che le sue speranze si concretizzino , costruendo un mondo sempre più inclusivo e paritario.

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