Laviano (SA): per un weekend o una vacanza all’insegna del buon cibo e del contatto con una natura incontaminata.
di Leonardo Losito, Presidente Associazione Culturale “Murgia Enjoy”
https://www.youtube.com/watch?v=Ah2CigUvJD0&t=19s ). Già conosciuta e apprezzata lo scorso anno le capacità degli irpini e la bellezza dei luoghi con la visita di Quaglietta ( https://www.youtube.com/watch?v=Gv3qucLEieo&t=5s ), resa possibile grazie all’attivissima Pro Loco “Acquae Electae”, a Maggio ho deciso di portare l’impegno dell’associazione Murgia Enjoy, di cui sono Presidente, certo che avrei trovato, come è stato, quell’accoglienza tipica dei meridionali. Ottenuta l’immediata disponibilità dei soci della locale Pro Loco “Gens Lavia” coordinati dall’instancabile Sig.ra Pina, la visita ha subito permesso di documentare il castello e il ponte tibetano ( https://www.youtube.com/watch?v=nnysDo_C4lQ&t=111s ), importanti attrattive che rappresentano, da un lato, le lontane e robuste origini di Laviano e dall’altro la voglia di ricrescita di chi quel paese ha deciso di non abbandonarlo nemmeno dopo aver perso tutto in occasione della terribile distruzione del 1980. Il risultato della prima visita a Laviano, effettuata a Maggio, ha permesso la realizzazione di un filmato e di una documentazione fotografica ( https://www.facebook.com/murgiaenjoy ) ma, soprattutto, di conoscere cittadini e attività che hanno immediatamente sostenuto, insieme ad un’attenta Amministrazione Comunale, il progetto dell’associazione realizzato grazie al fondamentale supporto della Pro Loco incessantemente impegnata, grazie anche ai social, in una orgogliosa promozione turistica del territorio. A distanza di pochi mesi l’associazione Murgia Enjoy ha deciso di ricondurre in quei luoghi altri soci consentendo il “sold out” nelle poche ma economiche ed accoglienti strutture ricettive. E’ così che tale accoglienza e così tanta bellezza dei luoghi non può che trasformarsi nell’invito, rivolto ai lettori e ai cercatori della genuinità e del benessere, a visitare questi luoghi per godere delle prelibatezze culinarie (paniello, cavatielli, pasta e patate e gli imperdibili caciocavallo e tagliata podolica in primis) e di quella natura incontaminata della quale abbiamo tutti bisogno.
Agli occhi del visitatore Laviano, in provincia di Salerno in Campania nell’alta valle del Sele, si presenta con larghissimi viali poco affollati e una serie di promontori che regalano la vista di diverse tonalità di verde. L’attenzione del visitatore è subito attratta dall’imponente castello che sembra osservare dall’alto il paese e da un ponte tibetano degno di visita. Oggi, come per molti piccoli borghi meridionali, a fronte di 1300 residenti, ve ne sono molti di meno perché gran parte dei giovani sono impegnati in grandi città per studio o lavoro in trepidante attesa delle festività per poter tornare a rivivere qualche giorno nel paese che ha dato le origini ai loro cari. Se dopo la ricostruzione il paese ha perso la sua identità urbanistica, non si può dire lo stesso per le tradizioni locali fra le quali spiccano quelle enogastronomiche. Ad impegnarsi a tramandarle sono per lo più quei giovani che di quei tragici momenti del terremoto del 1980 conoscono solo i racconti e rimane in loro il ricordo dei parenti che in quella tragica fatalità persero la vita. Il solo borgo di Laviano contò all’epoca oltre 300 vittime e una distruzione che obbligò ad una radicale ricostruzione veloce ed economica imponendo una pianificazione urbanistica funzionale per le periferie delle grandi città ma poco consona ad un paese con un particolare andamento orografico e che, a soli quarant’anni, vede immobili già in precario stato e larghi viali che sembrano voler creare distanze fra i componenti della comunità. Il cemento armato con le armature (ferri di costruzione) in vista, infissi e tapparelle precocemente usurati dalle intemperie e qualche lesione danno l’idea di quanta poca attenzione sia stata attribuita a quelle case che i residenti hanno tanto atteso vivendo stipati in baracche di fortuna. Grazie alla proverbiale capacità dei lavianesi, quelle che sono state per lungo tempo sovraffollati rifugi di fortuna, oggi rappresentano un’oasi che a pochi chilometri dal centro abitato vede diversi locatori che, a fronte di un simbolico contributo, trascorrono i weekend e le vacanze in quelle che oggi sono diventate le “baite” del “Laviano villaggio antistress”. Un agglomerato gestito dal Comune in località “Campo Piano” che vanta servizi e opportunità ricreative per i villeggianti oltre ad un’invidiabile qualità dell’aria. La mia personale esperienza a Laviano è iniziata continuando la ricerca di quei borghi già tristemente documentati in una mostra fotografica realizzata in occasione della proclamazione della Città Capitale Europea della Cultura per un giorno nel 2019 (