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Locus Festival 2022 : Cosmo avvia la Rivoluzione della musica e i pugliesi rispondono a gran voce

12 AGOSTO 2022 – Nonostante gli agenti atmosferici avversi, che stavano minacciando la fattibilità della serata dell’ormai prestigioso Locus Festival, il potere della musica è stato così forte che, misto alla larghissima affluenza del pubblico, ha avuto la meglio sulla tempesta.

Anzi, la tempesta l’abbiam creata noi, sottopalco, sin dall’apertura magistrale della cantautrice e producer Whitemary e indubbiamente per tutto il live attesissimo di Marco Jacopo Bianchi, in arte Cosmo. «Siamo così tanti che stasera possiamo far tremare la Terra», ha gridato dopo il primo brano Antipop quando le luci del palco illuminano l’audience gremita di gente.

Guardandoti intorno nella meravigliosa Masseria Ferragnano di Locorotondo (BA) eri circondato per lo più da giovani pieni di voglia di far festa, di cantare e ballare fino all’alba, portatori di quel tipico spirito hippy di fine anni ’60 unito a quello anarchico dei rave party di fine anni ’80. Era questo il primo obiettivo della rivoluzione cosmoniana e sembra proprio esser stato raggiunto. Perché?

Cosmo ha portato in scena per un’ora e mezza il suo ultimo lavoro “La Terza Estate dell’Amore” con cui, in modo sovversivo e provocatorio, rompe gli schemi della canzone tradizionale, esprimendo tutto il suo disgusto nei confronti di chi scambia la musica per fabbrica (“E’ musica, no fabbrica” dice appunto in un testo) e andando, quindi, contro qualsiasi logica radiofonica e di consumismo artistico con brani lunghi dai 5 agli 8 minuti quali La cattedrale e Vele al vento. Parliamo di un disco elettronico che pullula di libertà espressiva, non solo dal punto di vista tecnico con intro e code lunghissime, parti strumentali psichedeliche da clubbing, hook micidiali e ritornelli che ti si intrappolano inevitabilmente in testa come La musica illegale e Mango, ma anche dal punto di vista morale, portando cioè con sé tutto l’ardente desiderio di riappropriarsi della condivisione e della gioia di vivere, lontani da sovrastrutture e imposizioni.

Anticonvenzione” è, infatti, stata la parola che ha caratterizzato tutto il live, trasformandolo in una festa gigante tra amici che amano la stessa musica. Ovviamente questa rivoluzione ormai avviata trova le sue radici sin dai primissimi album di Cosmo, presenti come pillole di ricordi anche nella scaletta di questo tour, come Le voci, Cazzate, Quando ho incontrato te, Turbo e L’amore, così riarrangiati da sembrare quasi nuovi. Il flusso di un sound pazzesco, sempre ben articolato e variegato, insieme a testi che praticamente parlano di te senza che tu li abbia scritti e il modo sui generis di performare come fosse anche lui giù tra il pubblico, sono la carta vincente della carriera di Marco. Ai suoi concerti il motto è “balla e rifletti” perché sì, le due azioni possono svolgersi contemporaneamente e lui ci ha insegnato come.

Immancabile l’irriverente Tristian Zarra e il suo iconico rit “Festival, polizia, polizia. Festival, pizzeria, pizzeria” durante il quale PanDan, artista bizzarra che segue Cosmo in tour, ha lanciato al pubblico dei tranci di pizza. Seguono poi le bolle di sapone sulle nostre teste in Io ballo e tutti gli altri pezzi del nuovo disco così legati tra loro da non riuscire a distinguerne l’inizio e la fine come Fuori, Puccy Bom e Noi. Ma è indubbiamente su L’ultima festa che la nostra festa ha raggiunto davvero il suo culmine con lo stagediving del cantante e il delirio della folla che lo ha accompagnato gridando in loop «La festa non finisce mai», per poi esplodere con Sei la mia città, la canzone più pop e mainstream della sua discografia.

«La verità è che stiamo bene e che ci piace stare insieme così, sì così» – ha cantato – perché la vera rivoluzione nasce da qui e di sicuro siamo solo all’inizio, ma se questo è l’inizio ci sono buone speranze. Grazie Marco.

«E sta succedendo anche a me
E quando arriva la scossa ci vogliamo abbracciare in questo delirio in mezzo alla gente
Arriva l’amore non capisco più niente
Il meglio di te, il meglio di me

Ti scopri speciale in fondo un po’ ti vuoi bene e come in un sogno incredibile, magari poi non è vero
Però adesso ci credo»

(L’amore – Cosmo)

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