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Uomini straordinari del IX secolo: La Vita dell’abate Benedetto di Ardone di Aniane

San Benedetto , fondatore dell'ordine benedettino, consegna la sua Regola a San Mauro e agli altri monaci. Francia, Monastero di Sant'Egidio, Nimes, 1129.

Il IX secolo ci ha tramandato un buon numero di vite di santi, alcune di queste frutto della rielaborazione di scritti precedenti. Altre testimonianze, invece, si concentrano sui contemporanei: abati, vescovi e pie donne ricordati per la loro integrità morale. Persone elevate a modello non solo in virtù del contributo alla vita monastica o ascetica ma anche in merito al loro forte legame con la realtà storica in cui vissero. 
 
Tra questi scritti, si pone l’opera poco conosciuta di Ardone di Aniane autore della Vita di Benedetto, abate dei monasteri di Aniane e Inden. Quest’opera, di ampio respiro, è utile alla ricostruzione del primo monachesimo benedettino in Francia, in particolare in Aquitania.  Ma andiamo con ordine.  
Chi era Benedetto di Aniane?  
 
Di origine visigota, Benedetto prima della conversione si chiamava Vitiza ed era figlio di un conte a sua volta entrato in monastero. Durante la sua carriera monastica, Benedetto fece di più, diventando un riformatore apprezzato e incoraggiato prima da Carlo Magno e poi da suo figlio, Ludovico, per il quale fu sempre devoto e fedele consigliere. Il forte legame di fiducia instauratosi tra questi due uomini, è attestato dalle frequenti visite di Ludovico ad Inden, monastero benedettino amministrato da Benedetto, suo rifugio preferito dalle incombenze di palazzo.  

Quando Benedetto morì ad Inden, i suoi confratelli inviarono ad Aniane, monastero di provenienza del defunto, un resoconto sui suoi ultimi anni. Questi carteggi furono presi in consegna da Ardone, scrittore di cui sappiamo poco, autore della vita dell’abate scomparso.  Il lavoro di Ardone è stato encomiabile: non solo per aver evidenziato la moralità e l’onestà della vita di Benedetto ma anche per aver narrato particolari sulle consuetudini monastiche introdotte dal sant’uomo, sempre pronto all’accoglienza dei bisognosi.

Ed è qui che la storia secolare s’intreccia alle più particolari vicende dei monasteri benedettini amministrati dal nostro abate. Grazie ad Ardone, apprendiamo il forte legame di fiducia tra Ludovico e Benedetto. Sono narrati anche episodi curiosi come il ricercare di Ludovico, nelle maniche dell’abate, foglietti scritti dai postulanti speranzosi di ottenere aiuti.  A queste narrazioni concrete, si aggiungono dettagli sulle opere miracolose di Benedetto, sulla cui conoscenza si basa tutta la sua venerazione. L’attestare, attraverso i fatti, la reale santità di un personaggio, sarà un trend peculiare e ridondante del IX secolo. 

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