L’estate sta finendo e gli indipendenti chiudono. Gli indipendenti chiedono ai partiti in competizione elettorale di mettere al centro la nuova musica italiana.
Si chiede al Governo di aprire un Tavolo di Crisi del settore musica delle imprese solo italiane, si chiede di aprire nuovi bandi extra-fus per sostegni chiusure Covid e ripartenza post covid, si chiede di riadeguare il PNRR con temi specifici dedicati alla musica italiana, si chiede di fermare il monopolio delle multinazionali del digitale della musica.
Siamo in una situazione drammatica: un’estate e’ ripartita per la musica ma solo per i grandi eventi, mentre le piccole realta’ musicali e il circuito indipendente ed emergente soffrono sempre di piu’ e ci sono sempre meno risorse economiche per i circuiti indipendenti ed emergenti e per gli esordienti.
Nonostante i sold out dei grandi eventi la reale ripartenza per il settore dei piccoli e medi eventi musicali indipendenti si preannuncia ancora piu’ dura e difficile del solito. Sono ancora non pervenuti una parte dei ristori del 2021, non sono ancora stati lanciati i bandi a copertura delle chiusure di Capodanno, e’ arrivato il caro bollette e dopo la crisi economica e lo stop da Covid 19 ora arriva anche la crisi economica sempre piu’ dura
causata dalla tragedia della guerra, che andrebbe interrotta quanto prima alla ricerca della pace, a mettere come sempre in ogni settore in maggiore difficolta’ chi lavora all’innovazione, allo scouting e verso gli esordienti e i circuiti alternativi al mainstrean piu’ commerciale da tormentone estivo. Una situazione drammatica per la filiera della musica indipendente ed emergente anche se tutti fanno finta di niente e praticamente nessuno ne parla come se ci fosse un embargo. In verita’ le piccole realta’ musicali
fatte di artisti, imprese, operatori e lavoratori rischiano di saltare del tutto e di perdere del tutto e per sempre tutta la filiera della nuova musica italiana lasciandola in mano esclusivamente alle multinazionali straniere monopoliste delle piattaforme digitali. Una situazione drammatica.
Per questo chiediamo che si istituzionalizzi l’importanza di un Tavolo unico del settore musica nel suo rapporto con il Governo e il Parlamento e che il nuovo Governo appena entrato in campo attivi subito i Decreti Attuativi del Codice dello Spettacolo dal Vivo appena approvato. StaGe!, come gia’ fatto in una sua nota di qualche tempo fa, chiedi di
inserire nei punti dei programmi gli interventi a favore del settore della musica realizzata dalle piccole imprese italiane e appena arrivati al Ministero della Cultura di convocare, viste anche le richieste di tutte le associazioni del settore, un Tavolo della Musica ultura per affiancare il settore in questa difficile ripartenza, per affiancarsi e lavorare insieme
al meglio, che vede come detto un significativo segno piu’ della discografia e delle piattaforme digitali ma un segno meno nell’occupazione del settore, nel mondo live e nell’area dei club e festival oltre che di introiti minori per le piccole realta’ musicali come autori, artisti, editori e produttori piccoli indipendenti ed emergenti. Oltre ad attivare un
bando ristori per il 2022 e un piano Pnrr specifico per il settore musica.
Il Coordinamento StaGe! ha chiesto infine ai partiti politici in competizione elettorale di inserire al Ministero dello Sviluppo Economico immediatamente un Tavolo di Crisi del Settore Musicale e del Live visto il calo di operatori, artisti e lavoratori in regola che parla di una diminuzione di circa il 30% in meno rispetto a tre anni fa, della chiusura di 1 club dal vivo su 2, della non ripartenza di almeno 1 festival e contest ogni 3, di un introito fino a meno del 70 per cento per quanto riguarda i piccoli editori e produttori musicali indipendenti italiani, con il rischio chiusura per 1 su 3, e di un minore incasso dei live fino a una media del meno 90 per cento per tantissimi operatori e promoter indipendenti. Un dato complessivo altamente drammatico che non puo’ che preoccupare e sul quale si deve intervenire se non si vuole perdere una ricchezza di creativita’,
competenza e professionalita’ che rischia di essiccare la pianta dell’innovazione musicale in Italia.