Principale Arte, Cultura & Società Cassano delle Murge,”IntratteniMenti”: l’arte medica medievale illustrata da Stupor Mundi

Cassano delle Murge,”IntratteniMenti”: l’arte medica medievale illustrata da Stupor Mundi

Strumenti del cerusico
A Cassano delle Murge durante l’evento che si terrà domenica 28 agosto, organizzato da AssoConsum con la collaborazione de “La Fabbrica CreatTiva” verranno allestiti, a cura della Ass. “Stupor Mundi – Historia Magistra Vitae”, dei banchetti didattici che illustreranno le arti ed i mestieri del periodo bassomedievale.
Tra le ipotesi ricostruttive non mancherà la figura del cerusico, conosciuto come medico, che nell’area geografia meridionale ebbe, in quei secoli, una rilevanza particolare;
Durante l’epoca federiciana, infatti, i principali centri di cultura medica erano Salerno – già attiva dall’ IX sec. – e le Università di Bologna e Padova.
La Scuola di Salerno, laica, fu un importantissimo centro dell’arte medica del tempo, raggiungendo il massimo splendore nel XII secolo;
di essa si parlerà in diverse fonti autorevoli.
I nomi di spicco a cui viene attribuita la fondazione della scuola medica salernitana sono: Adela, Helinus, Pontus ed il latino Salernus.
A fronte delle diverse culture dei fondatori, non mancò certamente l’influenza dell’Abbazia di Montecassino, ove si erano conservate alcune delle più importanti conoscenze mediche dell’antichità.
Le figure di spicco del periodo iniziale della Scuola furono quelle di Alfano (1010-1085) – monaco benedettino e studioso di medicina – e di Costantino Africano (1015-1087), medico ippocratico, studioso della scienza dei Caldei, degli Arabi, dei Persiani, degli Indiani e degli Etiopi; quest’ultimo fu uno dei più importanti traduttori della lingua araba dei tomi di medicina e ciò gli donò la fama di “primo divulgatore della scienza medica araba in Occidente”
Tra le leggende riguardanti la fondazione della Scuola Medica Salernitana si ricorda la seguente, emblema della fusione di elementi del mondo antico, bizantino ed islamico, che sono alla base di quel sincretismo culturale che caratterizzò il Mezzogiorno d’Italia:
«Un pellegrino greco, di nome Pontus (o Areteo), proveniente da Alessandria d’Egitto,dove ha perso tutti i suoi familiari, arriva a Salerno e si rifugia per la notte sotto gli archi dell’antico acquedotto dell’Arce. Essendo scoppiato un temporale, si ripara nello stesso luogo un altro viandante: è il latino Salernus (o Antonio), che è ferito ad un braccio. Il greco Pontus gli si avvicina per osservare come sta medicando la sua ferita. Intanto arrivano altri due viandanti, l’ebreo Helinus (o Isacco), che viene da Betania, e l’arabo Abdela (o Abdul) originario di Aleppo (Siria), che sono amici. Anche costoro si interessano alle medicazioni della ferita che sta praticando Salernus, al quale tutti cercano di dare dei consigli. Così, i quattro scoprono che tutti praticano l’arte della Medicina. Diventano amici e decidono di creare un sodalizio, costituendo una Scuola (Schola) Medica per mettere in comune e divulgare le loro specifiche conoscenze sanitarie, allo scopo di curare e guarire i malati.»
Tuttavia, importante appare la presenza femminile all’interno della Scuola Medica.
Di spicco è la figura di Trotula de Ruggiero, nota per i suoi trattati di medicina e per la conoscenza che la pose a capo dell’equipe più nota della storia medievale.
Nata a Salerno nel 1050 da una famiglia nobile di origini normanne, Trotula de Ruggiero, intraprese gli studi superiori e di medicina.
Considerata la prima donna-medico e la prima scienziata d’Europa, Trotula de Ruggiero, convolò a nozze con Giovanni Plateario, nobile esercitante la professione di medico ed operativo presso la Scuola Medica Salernitana; ella ebbe due figli, rispettivamente Giovanni e Matteo, i quali ripercorreranno le orme dei genitori in ambito professionale.
Tortula de Ruggiero, a capo di una equipe medica al femminile, inaugurerà la nascita della branca medica di ostetricia e ginecologia le cui primordiali nozioni di ambito medico son rinvenibili nel trattato “De passionibus mulierum ante in et post partum”, redatto quattro secoli prima rispetto alla data della sua pubblicazione corrispondente al 1544.
L’ intellettuale di origini salernitane ritiene la donna connotata, nel suo insieme, dall’equilibrato legame di bellezza, salute, armonia e cura; il corpo, secondo lei, non è suddivisibile al pari del contesto relazionale che accompagna gli eventi della nascita, della cura del bambino e della sua relazione con la madre e con la sua nutrice.
Nel tomo “De passionibus mulierum ante in et post partum” sono, altresì, analizzate le patologie ginecologiche che spesso possono ritenersi collegate agli umori ed allo stile di vita della paziente, evidenziandone che talune possono verificarsi in più alta percentuale nella donna nubile piuttosto che in una coniugata.
Dall’evento del parto, durante il quale un ruolo importante svolge la benevolenza di Dio, al termine del puerperio, l’intellettuale e studiosa Trotula de Ruggiero, dispensa alle donne preziosi consigli sulla cura ed igiene personale e del neonato prescrivendo altresì un periodo irrinunziabile di riposo, dieta sana e tranquillità.
Le nozioni mediche della nobildonna salernitana, tuttavia, non si arrestano alla prescrizione delle cautele da seguire dopo l’evento ma l’accurata conoscenza medica viene altresì evidenziata dallo studio riportato in merito a patologie che potevano aver origine proprio a seguito delle complicanze del parto o della gravidanza: si annoverano tra queste la cecità, i disturbi che colpiscono l’apparato digerente e la tonsillite.
Oltre al nome di Trotula, nell’ambito della Scuola Medica Salernitana, risaltano anche quello di Sabella, Rebecca Guarna e Costanza Calenda.
In un mondo accademico improntato quasi esclusivamente sulla formazione maschile, questa realtà si pone in antitesi, allontanandosi da quelle credenze che, nel mondo intellettuale, ponevano al margine le donne.
Sull’arte medica femminile, nel panorama librario italiano, risalta il racconto a episodi   “Mulieres Salernitanae. Storie di donne e di cura” edito da Robin Edizioni e scritto da Federica Garofalo, paleografa diplomata all’Archivio Apostolico Vaticano e dottoressa in Archivistica e Biblioteconomia presso l’Università degli Studi di Salerno.
Così come spiegato, all’evento sarà mostrata anche una riproduzione degli strumenti del cerusico la cui ricostruzione è stata curata ed effettuata dal rinomato artigiano, originario di Palo del Colle ma attivo in tutta la Regione Puglia, Giuseppe Potenzieri Pace.

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