Principale Ambiente, Natura & Salute La contrada Sgarrone ad Altamura sotto assedio da cumuli di rifiuti

La contrada Sgarrone ad Altamura sotto assedio da cumuli di rifiuti

I residenti dello Sgarrone chiedono aiuto all'Amministrazione municipale REDAZIONE ALTAMURA - ALTA MURGIA

La contrada Sgarrone, situata a circa 15 km da Altamura raggiungibile comodamente da Via Laterza, in prossimità della masseria Jesce su Murgia Catena,  è diventata una discarica a cielo aperto.

I residenti circa 76 famiglie, di cui la nostra Redazione locale ha avuto l’elenco dei nominativi  dal Geom. Vincenzo Liberio in loro rappresentanza a testimonianza di quanto dichiarato, sono imbufaliti dalla mancata attenzione da parte dell’azienda raccolta rifiuti, nonostante i vari solleciti telefonici e fatti di persona ai loro uffici, come pure direttamente al Comando della Polizia locale.

Lo Sgarrone è una zona di grande pregio storico-ambientale per l’aria salubre che si respira; si trova a 510 metri sul livello del mare, in posizione più elevata rispetto al centro abitato; è circondato da due pinete lussureggianti; a poche centinaia di metri è ubicata la masseria Jesce e sull’altura si trova la necropoli di molte sepolture a camera del IV secolo a.C.; i residenti abitano in vecchie masserie ristrutturate utilizzate maggiormente nel periodo estivo.

La stessa area è circondata da diverse aziende zootecniche. Inoltre, si registra la  presenza di una antica masseria utilizzata per eventi conviviali.

Insomma, un centro residenziale abbandonato, dove un’impresa appaltatrice, probabilmente dell’Enel visti gli armadietti, da  quanto è stato possibile rilevare  sulla direttrice che attraversa il luogo, con fare piuttosto discutibile ha sventrato per tre volte la sede stradale lasciando una vistosa ferita, oltre a non completare l’interramento dei tubi portacavi.

A sinistra contatore acquedotto con totem fontanino mozzato

 Inoltre, anche l’Acquedotto Pugliese ha una sua colpa: di un fontanino all’angolo dove sono posizionati i bidoni, resta il totem, a  cui è stata mozzata la testa; alle sue spalle il contatore, il cui armadietto in cemento è stato scardinato.

Un altro esempio di cattiva gestione delle cose pubbliche. I beni gestiti dagli enti pubblici insomma sono un disastro. Manca il controllo su tutto; si spendono soldi a valanga e poi manca la manutenzione, tutto viene lasciato al lento degrado.

Lavori raffazzonati, dove impera la strafottenza delle imprese addette, tanto non c’è controllo, e probabilmente non chiederanno neanche l’autorizzazione, perché sanno che non  saranno mai sanzionate; tutto è lasciato alla buona fede.

La pattuglia della Polizia locale fa le verifiche sui lavori in corso?

L’ufficio tecnico, se ha dato l’autorizzazione ai lavori, controlla durante e dopo?

Il cittadino si pone tutte queste domande e chiede chiarimenti. Purtroppo, non ci sono risposte e non ci sono neanche provvedimenti a riguardo, perché i danni provocati restano, con tanto di amarezza e di impotenza davanti allo scempio che si consuma ogni in giorno a danno dell’economia territoriale.

Dal gruppo  una coppia di emigrati altamurani, in villeggiatura nella loro residenza,  che vive stabilmente a New York, ha  manifestato il proprio disappunto.

Lavori interramento cavi

Chiaramente loro vivono in un sistema dove il rispetto dell’ordine pubblico è la prima cosa che  gli viene appiccicata addosso.

Delusi dalla sciatteria degli enti pubblici, hanno dichiarato che hanno lasciato l’Italia 50 anni fa, esattamente nel 1973. Non è cambiato nulla.

Hanno letto le targhe “Benvenuti nella Città del Pane” – “Città d’arte”.

Questi slogan pubblicitari  sono in stridente contrasto con le millantate attestazioni. E’ una pubblicità ingannevole, con danno irreparabile all’immagine della comunità e delle numerose aziende dell’agroalimentare e di altri settori produttivi.

I bidoni posizionati all’angolo della strada maestra sono stracolmi da dopo ferragosto; per la mancata raccolta, i residenti  hanno ovviamente  abbandonato i bustoni accanto ai bidoni, i quali a fronte di 76 famiglie sono insufficienti. Non possono essere definiti sporcaccioni. E’ un’offesa alla loro integrità morale, perché molti sono professionisti.

Da oltre 10 giorni la raccolta non viene  effettuata e l’immondizia si è trasformata in una montagnola, dove nel contempo i cani randagi approfittano per cercare del cibo.

Canale di scolo  pieno di rifiuti

Tutte le famiglie in elenco hanno dichiarato che pagano la TARI. Se pagano, hanno diritto al servizio, con l’aggiunta  di altri bidoni.

Molti rappresentanti di queste famiglie hanno voluto farsi fotografare davanti ai bidoni stracolmi di rifiuti in segno di richiesta d’aiuto.

E’ auspicabile che gli organi competenti municipali si adoperino con tempestività a bonificare l’area e far svolgere il servizio nei canoni previsti.

 

 

 

 

 

 

 

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