Principale Arte, Cultura & Società Con il mito si guarda il mondo con occhi diversi

Con il mito si guarda il mondo con occhi diversi

Con il mito si guarda il mondo con occhi diversi

di Evelyn Zappimbulso 

Marcello Veneziani incanta e distrae da un tramonto mozzafiato, tinto d’arancione, la sera di un lunedì di agosto al Mon Rêve Resort di Taranto, che ha ospitato il 29 scorso il convegno “Il Mito nell’era social: tra pensiero filosofico e tradizione iniziatica”.

Un evento per scoprire il valore del mito in un’epoca che sembra così lontana da tali contenuti: è stata questa la scelta controcorrente messa in campo dalla Gran Loggia d’Italia degli ALAM.

“Alla luce del mito”, Veneziani ha tenuto una lecito magistralis sull’irruzione del mito, appunto, che nella nostra epoca perte con la scoperta nel mar Mediterraneo dei bronzi di Riace.

È così quell’imprecisato altrove ci accompagna e ci coccola per tutta la vita. Perché il mito è un bisogno fondamentale dell’animo umano. Il mito è alla base di ogni civiltà. Nel mito vibra il fondamento, l’affascinazione, il richiamo. Il mito è un stato d’origine. Solo dopo arrivano il pensiero e la ragione. È uno stadio originale, iniziale, da cui poi parte la filosofia.

Ma quali sono gli elementi del mito?

  1. L’irruzione, uno squarcio del cielo che irrompere nella normale facoltà di comprensione.
  2. Il racconto: narrazione di fondazione di un’origine.
  3. L’elevazione che produce in coloro che nel mito si rispecchiano.

“Facciamo che io ero” – il bambino nasce con una facoltà mitopietica naturale. Anche lo stesso “amore”, inteso come innamoramento è un fenomeno di mitizzazione.

Il mito ha bisogno di: tradizione, rito e simboli, che insieme costituiscono l’habitat in cui fioriscono i miti.

Il mito è il binocolo per guardare il cielo. Noi tutti abbiamo due vite: una a piano terra e una in terrazza da cui guardare il cielo

Come disse Kafka, che amante del mito non è, anzi appare disincantato e amaro: “abbiamo bisogno del canto delle sirene, magari da ascoltare legati al palo delle “regole”, come Ulisse. Sicuramente il mito non è verità, ma è il bello che guarnisce la verità.

Chiosa così Veneziani sullo sfumare di un incantevole tramonto tarantino, innanzi ad una platea di fratelli rapiti dalla sua dolce e dotta disamina: “lasciatevi incantare dal canto suadente delle sirene, perché è nel mezzo tra mito e realtà la spiegazione di ogni cosa”.

Evelyn Zappimbulso Vice Direttore Corrierepl.it

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

Corriere Nazionale

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