La “nave più bella del mondo” è nella città più bella del mondo
di Evelyn Zappimbulso
“Passano così le belle navi pronte per entrare nella darsena sicura, volta la poppa al jonico orizzonte”.
Neanche Gabriele D’Annunzio fu indifferente a questa nostra lingua di terra jonica distesa tra “due mari”, tanto che nelle sue “Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi” dedica alcuni versi alla città della Magna Grecia più declamata di sempre. La città degli Occidenti e degli Orienti tagliati da un filo d’acqua, tra mare e terra: Taranto, oserei dire un capolavoro terreno donato ai tarantini dagli dei.
Chissà che parole uscirebbero dalla penna del Vate oggi, che il profilo inconfondibile della nave scuola della Marina militare «Amerigo Vespucci» si staglia di nuovo sul panorama del golfo di Taranto. Uno spettacolo che incanta, nonostante il tempo, nonostante tutto. Accoccolata nel canale navigabile, a farle da guardia il Ponte apribile più grande d’Italia, la nave scuola della Marina Militare italiana indosserà il tricolore di notte e di giorno godrà dei colori del tramonto di Taranto, che proprio in quell’angolo dell’istmo si tinge di sfumature dall’arancio al rosa. Ogni mese passano dalla città circa duemila reclute a bordo di navi militari per l’addestramento in Marina e Aereonautica Militare ma, più di ogni altra imbarcazione, credo il veliero “Vespucci”, con i sui 91 anni navigati, trovi proprio qui a Taranto la sua cornice perfetta, a quadrato tra il Castello Aragonese, l’isola delle Cheradi e l’intero Mar Grande. E poi c’è lui: il monumento al marinaio, simbolo di speranza, di arrivi e ripartenze, sfondo dei selfie degli innamorati di oggi come delle cartoline in bianco e nero di ieri, spedite e affrancate a colla di bacio. Simbolo che più di ogni altro rappresenta il legame fortissimo che lega Taranto ai tanti Militari di passaggio. Quei due marinai in bronzo, alti circa sette metri che col berretto levato in alto salutano il passaggio delle navi all’entrata e all’uscita del canale navigabile, da quell’angolo del lungomare che guarda proprio allo “jonico orizzonte” di D’Annunzio. Un’immagine di eccezionale bellezza che racconta il destino di Taranto, “capitale di mare” che, anche grazie all’appuntamento di oggi con il “Vespucci”, si riappropria di un ruolo e di una ricchezza che aveva un po’ perso per strada.
Il popolo di Taranto, assetato di bellezza e voglia di riscatto, affacciato dalla ringhiera di Corso Due Mari ti accoglie a festa e ricambia la tua sosta nelle nostre acque “molli” con un abbraccio d’affetto. “Amerigo Vespucci”, benvenuto a Taranto a “spiegare” le tue tre vele di trinchetto, maestra e mezzana. Che dire: “la nave più bella del mondo” è nella città più bella del mondo. Godiamocela tutta.
Redazione Corriere di Puglia e Lucania