Giovedì dovrebbe tenersi il Consiglio dei ministri che darà il via libera a un nuovo decreto per fronteggiare l’emergenza dei rincari sull’energia.
di Giovanni Lamberti
Tra le ipotesi la proroga del credito di imposta sulle bollette delle imprese energivore ma anche la cig per due mesi.
AGI – Dovrebbe tenersi giovedì il Consiglio dei ministri che darà il via libera a un nuovo decreto per fronteggiare l’emergenza dei rincari sull’energia.
L’esecutivo lavora a reperire le risorse, è a caccia di circa dieci miliardi ma non è detto che si arrivi alla cifra prestabilita.
Si tratta di fondi che serviranno soprattutto per prorogare alcune scadenze, in particolare a beneficio delle imprese. Si va, per esempio, verso la proroga del credito di imposta sulle bollette delle imprese energivore ma anche sulla cig per due mesi.
Nelle prossime ore si dovrebbe tenere una nuova riunione alla quale parteciperanno i capi di gabinetto a palazzo Chigi e si capirà quale misura entrerà nel provvedimento.
I partiti sono in pressing affinché arrivi la mano tesa dell’esecutivo. Oggi le Borse europee hanno chiuso in ribasso la seduta, spinte in rosso dai timori per la corsa del prezzo del gas, a seguito del nuovo stop al gasdotto Nord Stream.
“Il governo deve intervenire subito con un decreto per contenere i costi per famiglie e imprese, esistono molte soluzioni complesse, se ne può discutere, ma la sostanza è semplice: lo Stato deve farsi carico di almeno una parte significativa degli aumenti che non possono rimanere a carico delle famiglie e delle imprese”, dice Berlusconi.
“Le sanzioni non stanno fermando la guerra. L’Europa delle sanzioni ha il dovere di aiutare gli italiani a pagare le bollette della luce e del gas altrimenti la gente muore di fame”, insiste il leader della Lega Salvini, parlando delle ripercussioni delle sanzioni dell’Unione Europea alla Russia.
“Tutta Europa – osserva – sta intervenendo sulle bollette: il governo francese, il governo tedesco, la Spagna, la Croazia, la Romania”, la bolletta “non è di destra o di sinistra, centralista, autonomista o leghista”. Letta sottolinea ancora una volta le colpe di chi ha fatto cadere il governo.
“Non ho ancora capito per quali motivi Conte lo abbia fatto”, la crisi politica “sta avendo conseguenze negative per Mezzogiorno e per le famiglie perché sul tema bollette e caro energia, avendo un Governo non nel pieno dei poteri, purtroppo non è tutto quello che si potrebbe fare”.
Far cadere il Governo Draghi “non era nei nostri piani” e “non gli abbiamo tolto la fiducia ma avvertito per tempo che non avremmo votato il decreto con l’inceneritore”, la risposta a ‘Porta a porta’ del presidente M5s.
Le forze politiche continuano a dividersi anche sulle ricette. “Sull’energia e le bollette siamo gli unici credibili, gli unici che dicono sì agli impianti sul medio periodo e contestualmente offrono soluzioni immediate alle sofferenze di famiglie e imprese”, rimarca il leader di Italia viva, Renzi, “chi dice No al rigassificatore a Piombino dice sì al razionamento, chi dice no agli impianti distrugge i risparmi delle famiglie”.
“In ordine di tempo, prima ancora della legge di Bilancio c’è un bisogno di vitale importanza, quello di intervenire con un decreto Taglia-Bollette per scongiurare la chiusura di 120mila imprese e il licenziamento di 370mila lavoratori”, rilancia il leader di Impegno civico Di Maio.
Il nuovo decreto aiuti in ogni caso arriverà in settimana. Lo confermano pure il ministro della Salute Speranza e il viceministro al Mef Pichetto. Il premier Draghi a palazzo Chigi è al lavoro sul dossier e sulla necessità di arrivare a uno sprint sui decreti attuativi e sul completamento dei progetti del Pnrr.
Intanto nell’Aula del Senato arriva domani il decreto aiuti bis. La partita si gioca anche in Europa.
“Di fronte all’evidente e dichiarato ricatto di Putin, l’Europa deve reagire con tutta la forza possibile per difendere cittadini e imprese dagli aumenti dei prezzi energia”, twitta il segretario dem Letta.
Nel governo è stata apprezzata la posizione di Parigi sulla battaglia portata avanti da tempo dal presidente del Consiglio.
“Se la Commissione europea decidesse di porre un tetto al prezzo del gas acquistato dalla Russia, la Francia sosterrebbe tale misura”, ha sottolineato oggi il presidente Macron.