Sono sei le vittime, tutte siriane, due bambini di 1 e 2 anni, un dodicenne e tre adulti. Secondo l’Unhcr sarebbero tutte morte di fame e sete. I sopravvissuti al naufragio, 26 migranti, sono stati soccorsi dalla Guardia Costiera e fatti sbarcare a Pozzallo.
di Giada Drocker – Fabio Greco
AGI – Sono arrivati a Pozzallo questa mattina verso le 9.30, a bordo dell’unità della Guardia costiera Cp 325, sulla quale erano stati trasferiti dalla nave da carico Arizona. Partiti dalla Turchia, in viaggio da 15 giorni, disidratati e allo stremo delle forze, i 26 migranti giunti nella città portuale siciliana hanno avuto solo la forza di raccontare che sei di loro non ce l’hanno fatta e tra questi un neonato e un bambino di due anni.
I sei, di origine siriana, sono morti “di fame e di sete”, ha affermato l’Unhcr, ancora nella bufera per le frasi con cui Vincent Cochetel, inviato dell’Alto commissariato per il Mediterraneo centrale aveva auspicato l’incriminazione ‘simbolica’ delle madri che spingono i figli a intraprendere “viaggi pericolosi” nel Mediterraneo alla volta dell’Europa.
“Questa inaccettabile perdita di vite umane e il fatto che il gruppo abbia trascorso diversi giorni alla deriva prima di essere soccorso – ha dichiarato Chiara Cardoletti, rappresentante dell’Unhcr in Italia, Santa Sede e San Marino – evidenziano ancora una volta l’urgente necessità di ripristinare un meccanismo di ricerca e soccorso tempestivo ed efficiente, guidato dagli stati nel Mediterraneo”.
“Il soccorso in mare – ha aggiunto – è un imperativo umanitario saldamente radicato nel diritto internazionale. Allo stesso tempo, è necessario fare di più per ampliare i canali sicuri e regolari e crearne di nuovi per fare in modo che le persone in fuga da guerre e persecuzioni possano trovare sicurezza senza mettere ulteriormente a rischio le loro vite”.
Preso il largo alla fine di agosto, dopo quattro-cinque giorni il cibo sulla piccola imbarcazione era già finito e dopo qualche altro giorno ancora si erano esaurite anche le scorte di acqua, tanto che le persone hanno bevuto quella del mare.
La barca – appprende l’AGI – avrebbe incrociato diversi natanti nella sua traversata e uno di questi avrebbe gettato in mare delle casse d’acqua che però i migranti non sono riusciti a prendere.
Una coppia di siriani ha perso nella traversata entrambi i figli; sono morti anche un dodicenne, la nonna di un bambino e la mamma di un altro bambino, e un altro adulto. Poi, il salvataggio effettuato dalla nave Arizona partita dalla Turchia e diretta a Malta.
Ieri mattina erano state evacuate con un elicottero una giovane donna e la nipotina senza più forze: la piccola, ormai allo stremo delle forze, muoveva debolmente gli occhi. Sono state portate a Malta e si stanno riprendendo.
La notte scorsa, il trasbordo da nave Arizona alla Cp 325 che ha portato i migranti superstiti a Pozzallo per poi accoglierli all’hot spot. Erano ustionati dal sole e in pessime condizioni di salute. “L’immagine terribile era paragonabile a quella dei sopravvissuti nei lager nazisti”, ha raccontato il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna.
“È impressionante – ha proseguito – lo stato di disidratazione e debolezza di tutti i migranti che faticavano a mantenere la stazione eretta. Oltre al grave stato di disidratazione, si evidenziava anche un’eccessiva desquamazione cutanea da probabile esposizione al vento, al sole e al mare”.
È un’ecatombe di bambini: la settimana scorsa un’altra bambina di quattro anni era stata evacuata da una imbarcazione, ma era spirata prima di giungere in ospedale. E non è finita: un migrante che ha chiesto soccorso dalla sar di Malta ha raccontato che la propria figlia di tre mesi è “morta di sete”.
L’uomo è a bordo di una barca in cui si trovano 250 persone e che è “alla deriva”. “La barca è partita dal Libano 7 giorni fa – prosegue la ong – il carburante è esaurito, cibo e acqua potabile sono finiti due giorni fa”.