Principale Ambiente & Salute La paura del rientro a casa un risvolto della vacanza Alzheimer più

La paura del rientro a casa un risvolto della vacanza Alzheimer più

C’è anche questo nella vacanza al Villaggio Giardini d’Oriente Nova Siri, organizzata dalla Onlus Falanthra di Taranto.

Parliamo dei caregiver questa parola inglese che non si può tradurre in italiano, sarebbe infatti: “quella persona che si prende cura di… “ Una frase impossibile.

Come è impossibile pensare che sia facile prendersi cura di un malato di Alzheimer che per tutti, figli e parenti, sembra star bene. Perchè la malattia dei ricordi è difficile da notare in una persona che, nei primi anni della malattia, ti parla bene, appare normale.

Te lo dirà la moglie o il marito, di trovare fazzoletti da naso usati e ben piegati nel cassetto della cucina, o le chiavi dell’auto nel frizer, o i tappi di bottiglia raccolti da strada e messi in tasca e tante stranezze via via sempre più pericolose. Come se fosse un bambino di due anni.

Anche ciò emerge nel lavoro con la psico- terapeuta che vorrebbe fare un training autogeno con i caregiver già nel pomeriggio di ieri, ma diventa un racconto sulle condizioni delle famiglie.

Con A.che ha il marito che ha preso Alzheimer a 45 anni, ed ora ne ha 54 – “54 anni!” esclama P aggiungendo: “Dio mio, mio figlio ha 54 anni”. Pezzi di condivisione.

L’animazione riesce oggi, la psicologa detta le cosa da fare:

“Chiudete gli occhi, mettetevi comodi, muovete il corpo e concentratevi sul respiro”.

La musica dolce si diffonde, aiuta a sentirsi soli con i propri pensieri e sensazioni. La psicologa invia messaggi tra pensieri da scoprire e sensazioni da capire: “ora ci prendiamo cura di noi e degli altri ci prenderemo cura in un altro momento”.

E si gioca con le maschere da socializzare per poi scegliere quella che vogliamo usare per comunicare.

Qui stride il contrasto tra questa condizione piacevole e il pensiero ai pazienti che sono in piscina con altri animatori.

Si dice sempre, lo dicono i parenti, che occorre staccare per liberarsi dall’angoscia della quotidianità. Forse occorrono le Cliniche della memoria o quei centri integrati ora previsti dalla riforma della sanità legata alle demenze.

Lo dice la psicologa che la rabbia se non si esterna si rivolge verso se stessi auto.distruggendosi.

La paura del rientro per tornare nel presente angoscia i caregiver; ed è questo l’impegno che ci sentiamo di assumere per loro, Pietro, Mimmo, Giovanni, Michela, persone che hanno perso la felicità familiare di trovare un futuro diverso, più a breve tempo, per un’altra società più a dimensione di Dementia Friendly . 

Alla prossima.

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