![Giovanni Carlucci](https://www.corrierepl.it/newspl/wp-content/uploads/2022/09/Giovanni-Carlucci.jpg)
Nel corposo programma dei tre giorni della Sagra della Pecora – Murgia a Morsi- dal 16 al 18 settembre 2022 promosso dall’Associazione Algramà non è passata inosservata l’estemporanea di pittura, in cui si è cimentato l’artista locale Giovanni Carlucci, restauratore e pittore.
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E’ stato sabato sera 17 settembre che il poliedrico artista durante la performance del noto Gruppo “Uaragnaun”, è stato invitato sul palcoscenico da Maria Moramarco, leader della band e voce della Murgia, a dare un contributo con la sua arte.
Il Gruppo, oltre a Maria, è costituito da Silvio Teot, Filippo Giordano, Pino Colonna e Nanni Teot.
Maria Moramarco, da abile conduttrice, ha dapprima riscaldato l’atmosfera del cortile del Monastero del Soccorso con i suoi brani più significativi e importanti, coinvolgendo il pubblico in un ritmo sempre più crescente. Di lì a poco, molti giovani al ritmo dei suoni della Murgia hanno iniziato ad animare l’area antistante il palcoscenico.
Suonare ad Altamura, ha detto M. Moramarco, ci dà una carica diversa rispetto a quella che facciamo di solito, perché il pubblico è più vicino a noi, e il dialetto è percepito dagli ascoltatori in modo più diretto per il significato delle parole.
Così, prima di introdurre i brani “Pane nostro”, e la “Ciallède” ha presentato Giovanni Carlucci pregandolo di realizzare qualcosa di particolare in funzione del canto che il Gruppo si apprestava ad eseguire.
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Il canto insomma è servito da commento all’esecuzione dell’opera dell’artista.
Man mano che il ritmo aumentava, la mano del pittore prendeva più vigore ed accelerava la sua esecuzione.
La sua opera d’arte alla fine è stata manifestata dalla composizione del pane più noto: “u’ Sckuanète”, realizzata su una grande tela.
L’artista ha voluto rappresentare, attraverso la musica, le macchie di colore che sono paragonabili alle note. Il fraseggio delle note sono la traslazione in pennellate del pittore con tocchi di colore che si presentano accesi, se sono degli acuti; e blues se i colori sono tristi.
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In questa estemporanea di pochi minuti – ha concluso G. Carlucci – ho voluto omaggiare Sua Maestà” il Pane di Altamura; è il Re del nostro territorio. In passato, quando il cibo scarseggiava, se una briciola di pane cadeva per terra, la si raccoglieva e la si baciava; il pane era sacro.
Per la gioia dei piccini, il giorno dopo, domenica 18 settembre, in Piazza Resistenza (Porta Matera), l’artista ha approntato a terra un piccolo laboratorio con gessetti colorati dove molti bambini, alla presenza dei genitori, si sono divertiti colorando delle caselle.